Capitolo 1
Pov. Rose
Il giorno che cambiò la vita che pensavo avrei percorso, arrivò quando avevo solo dieci anni.
Ero a casa di zio Harry e zia Ginny con mio fratello Hugo, che aveva otto anni, stavo guardando una partita di Quidditch con i miei cugini, Albus, mio coetaneo, e James, più grande di un anno, mentre Hugo si rincorreva con Lily, sua coetanea, la sorella più piccola di Al e Jamie.
Mamma e papà sarebbero dovuti venirmi a prendere me e mio fratello a casa degli zii da almeno un paio d'ore ma nessuno di noi era minimamente preoccupato, vi chiederete il perché, bhè per i miei è sempre stato normale fare ritardo. Certo, non era mai capitato che arrivassero tanto tardi ma eravamo tutti tranquilli, insomma, era tutto nella norma, niente di strano.
Peccato che di normale nel loro ritardo, quel giorno, non ci fosse nulla. Quando bussarono alla porta, visto che gli zii erano impegnati con la cena, mi precipitai io ad aprire pensando, come tutti, che fossero i miei genitori.
Ci sbagliavamo, non erano loro, erano due auror, dei colleghi di papà e zio Harry.
<< Zio Harry sono dei tuoi colleghi! >> urlai continuando a guardarli.
Non mi ci volle molto per capire, dallo sguardo che mi rivolsero e dalla loro posizione rigida ci potevano essere solo cattive notizie, cattive notizie che mi riguardavano visto che in altre occasioni del genere non si sono mai comportati così.
<< Ragazzi... Che succede? >> domandò zio.
I suoi colleghi guardarono prima lui, me, tutti i miei familiari che incuriositi si erano avvicinati alla porta per poi tornare a guardare prima Hugo ed infine me.
Il passo da quel momento alla scoperta della morte di mia madre è stato molto breve, c'era stato un incidente, mamma morì sul colpo mentre papà riuscì a salvarsi anche se era conciato maluccio.
Tutta la famiglia rimase molto scossa e turbata dalla morte, prematura, di mamma, il mondo magico ha pianto il decesso di uno dei suoi eroi di guerra ed al funerale venne un sacco di gente.
Un mese dopo la sua morte nessuno di noi riusciva a riprendersi, ogni cosa, luogo o persona ricordava costantemente a mio padre la mancanza di sua moglie, così decise che era l'ora per noi tre di cercare pace altrove. Nel giro di un paio di giorni accettò un posto di lavoro in America, a Boston e, con l'aiuto della magia, impacchettammo tutto ciò che possedevamo, partimmo dopo aver salutato i parenti promettendo che ci saremmo visti a natale.
Peccato che in dodici anni non siamo mai tornati a Londra, non ci siamo mai neanche avvicinati al Regno Unito. Poco a poco abbiamo perso tutti i contatti con i nostri parenti, io sono l'unica che continuò a sentirli, una volta al mese ho scritto una bella lettera lunga e l'indirizzo ad Albus raccontandogli ciò che ci succede ed anche lui mi tenne aggiornata sulla famiglia Weasley. I nonni Granger morirono quando io ero molto piccola, avevo due anni, ed io non li ricordo neanche molto bene.
Ed ora a ventidue anni, quasi ventitré, dopo aver conseguito la laurea in medimagia con specialistica una settimana fa, come mia madre, anche se lei era specializzata in incantesimi oscuri, ho appena ricevuto una lettera dal direttore del San Mungo, l'ospedale magico di Londra.
Senza dire niente a mio padre ed a mio fratello ho fatto domanda d'assunzione per il posto che presto verrà lasciato libero dal medimago Ambrey che quest'anno andrà in pensione.
Ho fatto i colloqui con il medimago in questione ed il direttore dell'ospedale tramite camino, mi sembravano entrambi entusiasti della mia domanda d'assunzione.
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Ritorno
FanfictionTratto dal prologo: In diciannove anni di vita non ho mai sofferto di claustrofobia ed attacchi di panico, insomma, sono una serpe, il sangue freddo è sempre stato uno dei lati del mio carattere che preferisco, ma adesso sento che se non esco immedi...