Pov. Rose
Con al seguito la mia valigia, la borsa ed i documenti per il viaggio entro all'aeroporto di Boston pronta per partire e tornare a casa. Ieri sera una volta realizzate le mie parole è scoppiata una guerra, papà si è infuriato, ha espresso la sua decisione di non rivolgermi mai più la parola nel caso fossi partita.
Non ci siamo più parlati, non l'ho neanche salutato, non me ne ha dato la possibilità ed in più ha costretto anche Hugo a non accompagnarmi ma almeno il mio fratellino mi ha salutata aiutandomi a caricare la valigia sul taxi promettendomi che si sarebbe fatto sentire.
Imbarco la valigia e vado a sedermi al gate in attesa della partenza. Ho rimpicciolito tutte le mie cose posizionandole nella valigia, anche la mia macchina, prima ho applicato anche un incantesimo di illusione sulla valigia, in modo tale da far vedere solo vestiti e scarpe ai babbani per evitare qualunque tipo di problema.
Sono molto nervosa, ho già viaggiato in aereo, ma tornare, finalmente, a casa è estremamente esaltante ed allo stesso tempo mi fa paura. Dopo dodici anni d'assenza in cui non ho mai veramente sentito nessuno dei miei parenti, ricevendo solo una foto di famiglia, ogni anno, a natale grazie alle lettere scambiate con Albus.
Non ho avvertito nessuno di questo mio ritorno, la scorsa settimana ho scritto ad Albus dandogli la notizia della mia laurea ma non gli ho detto niente riguardo ai colloqui di lavoro, più per scaramanzia che per altro, naturalmente lui mi ha fatto le congratulazioni da parte di tutti.
<< I passeggeri del volo 3398 per Londra sono pregati di mettersi in fila per l'imbarco >> ecco finalmente l'annuncio che aspettavo.
Mi metto in fila, come tutti i passeggeri, che, con mia grande sorpresa, inizia a scorrere quasi subito.
<< Il biglietto prego >> porgo il biglietto alla signorina bruna che ho davanti, con un sorriso gentile controlla il biglietto strappandolo e ridandomi la parte che mi spetta con su scritto il mio posto << Buon viaggio >>
<< Grazie >> con la borsa in una mano ed il pc nell'altra mi avvio all'interno dell'aereo.
È molto grande, ci sono solo due posti per ogni fila e c'è abbastanza spazio per all'ungare le gambe, il mio posto è sul corridoio proprio come ho chiesto alla signora al check in.
In poco tempo tutto l'aereo si riempie di persone, a fianco a me si siede una signora anziana dopo avermi fatto un bel sorriso, io sistemo la borsa ed il pc sotto al sediolino davanti a me come si una di norma in aereo.
Guardo l'hostess che, dopo che abbiamo preso quota, inizia a spiegare tutte le norme di sicurezza dell'aereo gesticolando e mimando le spiegazioni che ci sono in sottofondo di una voce femminile registrata. Anche se conosco queste norme a memoria pongo sempre attenzione a ciò che dicono, riescono sempre ad attirare la mia attenzione e fino a che non finiscono riesco a resistere dall'addormentarmi. Poi come sempre mi addormento, l'aereo a un effetto molto così rilassante su di me che riesco sempre a dormire da subito, il che è un bene, soprattutto quando il viaggio è lungo, proprio come nel mio caso visto che il volo durerà sette ore e mezzo.
Mi sveglio quando sento la voce del pilota che annuncia l'atterraggio.
<< Ci stiamo preparando all'atterraggio, quindi preghiamo i gentili passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza e richiudere il portavivande, grazie >>
La cintura non l'ho mai sganciata quindi mi raddrizzo semplicemente sul mio sedile mentre le hostess passano a controllare che tutti i passeggieri abbiano eseguito i comandi del comandante.
<< Sei venuta a Londra per turismo? >>
<< No, sto tornando a casa dopo molto tempo >> rispondo voltandomi verso la signora e sorridendole.
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Ritorno
FanfictionTratto dal prologo: In diciannove anni di vita non ho mai sofferto di claustrofobia ed attacchi di panico, insomma, sono una serpe, il sangue freddo è sempre stato uno dei lati del mio carattere che preferisco, ma adesso sento che se non esco immedi...