Pov. Rose
<< Ora. Puoi dirmi che diavolo hai combinato? Perché non ti sei fatto rimettere a posto in ospedale? Pensavo ci fossi già stato ed invece hai il viso gonfio, pieno di lividi e graffi! >> esclamo leggermente alterata perché, per quanto sia contenta di federe il mio fratellino, vedere le condizioni in cui è non mi piace per niente.
<< Rose... >> dal tono di voce che usa e dal fatto che abbassa gli occhi mi si gela il sangue perché temo proprio di aver capito cosa gli è successo << Ehm... Non è che potremmo andare a parlarne da qualche altra parte? Magari a quattrocchi? >> il suo è praticamente un sussurro ma sobbalzo lo stesso sulla sedia, inizio a sentire lo stomaco sottosopra e se i miei dubbi verranno confermati potrei persino vomitare.
" Ti prego. Ti prego, fa che non sia così, non può averlo fatto un'altra volta davvero "
<< Cosa succede? >> chiede zio Harry.
<< Qualunque cosa ti sia successa abbiamo il diritto di saperlo anche noi, siamo la vostra famiglia e non permetterò più a nessuno di tagliarci fuori di nuovo >> afferma nonna.
Ma io non ascolto nessuno << Di nuovo? >> ho bisogno che Hugo mi risponda.
Guarda un attimo gli altri, ma loro non possono capire, non sanno niente, poi torna a fissare me << Si. Da quando sei andata via ha rincominciato >> mi ritrovo a deglutire perché sento che sto per vomitare.
<< Scusate un attimo >> mi alzo e senza che nessuno dica o faccia niente esco fuori perché con tutte quelle persone iniziavo a sentirmi soffocare.
Ho il cervello in panne, cerco di calmarmi ma non è semplice, ho bisogno di qualche minuto per fermare il casino tremendo che mi si rimescola per la mente, quando sono sicura di essermi ripresa torno in sala dove trovo tutti in silenzio.
Hugo mi sta fissando e l'aria colpevole che leggo nei suoi occhi è un ennesimo colpo che cerco di assorbire << Mi dispiace ma non potevo restare. Ho cercato di aiutarlo e non ci sono riuscito >>
<< Smettila immediatamente! Non è colpa tua, niente di tutto questo è mai stata colpa tua. Avrei dovuto prevederlo e restare con te, avrei dovuto rimandare il mio ritorno a Londra almeno fino a quando tu non fossi stato indipendente >>
<< Rose... >> prova a ribattere qualcosa ma nonno l'ha già interrotto.
<< Ragazzi? Penso che ci dobbiate delle spiegazioni >> il modo in cui si rivolge a noi è così autoritario che credo proprio abbia sorpreso tutti nella stanza, non avevo mai sentito il nonno rivolgersi a qualcuno così ed a quanto pare non ero l'unica.
<< Non credo che sia una buona idea >> ammetto.
<< Ed a noi non interessa se pensi che sia una buona idea o no. Siamo la vostra famiglia e qualunque cosa sia successa ha evidentemente scosso entrambi oltre ad aver ferito fisicamente Hugo >> continua nonno guardandomi con rimprovero.
Nessuno dice niente, si limitano tutti a fissare me e Hugo, è lo sguardo di Albus che mi smuove. In tutti questi anni ci siamo sempre tenuti in contatto, gli raccontavo un sacco di cosa ma di questa faccenda non ho mai detto nulla, neanche il minimo cenno.
Guardo un'ultima volta Hugo e capisco subito che non dirà niente se non inizierò a raccontare io, vuole essere sicuro che io voglia davvero far sapere tutta la verità o meno ai nostri familiari.
Mi risiedo sospirando e chiudendo gli occhi " Questo non sarà facile "
<< Non c'è un modo semplice per dirlo o per sentirselo dire quindi... >> mi raddrizzo sulla sedia e fissando i nonni ricomincio a parlare, gli parlo come se fossero i familiari di un mio paziente perché non so come altro potrei fare << è stato papà >> aspetto un momento prima di rincominciare a parlare, tutti hanno bisogno di assimilare le mie parole.
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Ritorno
FanfictionTratto dal prologo: In diciannove anni di vita non ho mai sofferto di claustrofobia ed attacchi di panico, insomma, sono una serpe, il sangue freddo è sempre stato uno dei lati del mio carattere che preferisco, ma adesso sento che se non esco immedi...