Capitolo 6

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Pov. Rose

Sono tre settimane che sono arrivata a Londra, tre settimane che abito dai miei nonni, tre settimane che cerco casa da sola e con un agente immobiliare magico e due settimane che ormai ho iniziato a lavorare.

Ho passato il mio ventitreesimo compleanno con tutta la famiglia Weasley, ad eccezione fatta per Hugo e papà, il quale si rifiuta ancora di parlarmi e non mi ha fatto neanche gli auguri, al contrario di Hugo che mi ha addirittura mandato un pantalone, una maglia ed una felpa di Abercrombie, il tutto coordinato in un colore vinaccia davvero molto bello.

Posso affermare che è stato uno dei compleanni più belli che ricordo, tutta quella confusione, le risate ed i festeggiamenti sono stati epici per quanto mi riguarda ma per il resto degli Weasley è qualcosa di normale a quanto ho capito.

Sul lavoro c'è poco da dire, mi piace quel che faccio, adoro i miei piccoli pazienti, i colleghi che all'inizio pensavano di avere a che fare con una novellina senza esperienza e conoscenza si sono ricreduti ed adesso riesco a lavorare perfettamente con tutti, o quasi.

Solo la dottoressa Smith continuava ad essere leggermente acida ed alle volte sgarbata ma credo sia stato il fatto che era suo fratello il pediatra di Remus e che quindi sia venuta a sapere che ho chiesto ai miei familiari di cambiare medico, cosa che hanno fatto ed ora sono io il pediatra del piccolo Remus.

La cosa non è vista proprio di buon occhio però fino a quando non si tratta di dover operare il piccolo non si incappa in problemi burocratici visto che Remus non è mio figlio.

Ho appena finito un altro turno in ospedale e mi sto recando ad un altro appuntamento con l'agente immobiliare, mi ha detto che oggi mi farà vedere altre due case e che è ottimista.

Io per la verità inizio ad essere un po' scoraggiata in questa ricerca, credo che se anche questa settimana andrà male come le altre tre precedenti inizierò a vedere le case in affitto invece che quelle in vendita.

Parcheggio la macchina proprio davanti al suo ufficio e lo vedo subito, nel suo cappottino di lana cotta nero e la sciarpa rossa, gli faccio segno ed entra nell'abitacolo.

<< Dottoressa, pronta? >>

<< Diciamo di si >>

<< Oh su via, cos'è questo tono sommesso e rassegnato? Sono sicuro che troveremo molto presto la casa adatta a lei, non si preoccupi >>

Sorrido ed annuisco seguendolo le sue indicazioni, la via che mi fa fare mi piace molto perché passiamo in un quartiere pieno di villette sono tutte a schiera con giardino sia sulla facciata davanti che sul retro, sono molto carine ed emanano un calore familiare, esattamente ciò che cerco io.

Rimango abbastanza delusa quando capisco che stiamo per superare questo quartiere, pochi minuti dopo mi fa parcheggiare nel vialetto di una villa grande ma che già a guardarla sembra glaciale. Non dico niente e seguo Roger, l'agente immobiliare, dentro la casa che rispecchia perfettamente il suo esterno, è ben disposta, tenuta molto bene ma gli ambienti sono freddi, anonimi.

La seconda casa è anche peggio, a differenza della prima è da ristrutturare, ma sembra cadere a pezzi e da proprio un'impressione di sudicio ed abbandonato.

" Ed anche a questo giro non è andata... "

Sulla strada del ritorno ripassiamo per il quartiere che mi era piaciuto e mi prendo un attimo per osservare una ad una le villette, sono tutte dello stesso colore, simili, ma non uguali, la cosa che sicuramente le accomuna tutte è la vitalità che rilasciano.

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