Sono sul divano sveglio e confuso, di dormire non se ne parla nemmeno. Sono qui che mi reggo la testa tra le mani, sembra quasi io sia in procinto di strapparmi i capelli, come se aiutassero a diminuire i pensieri che incombono pesantemente nella mia testa. Come può Emile dormire nel suo letto tranquillo senza nemmeno avere un briciolo di senso di colpa, mentre io sono qui a crogiolarmi trovando una soluzione ai problemi che lui ha creato?
Non posso credere alla quantità di egoismo e menefreghismo che vivono in quello che dovrei definire "uomo".
Sono le otto ormai e non ho intenzione di incontrarlo, finirebbe male, per lui. Potrei spaccargli la faccia e rovinargli quel bel nasino che si ritrova.
Un'idea mi balena improvvisamente tra i mille flashback che continuo a rivivere nella mia mente.
Afferro le chiavi della moto ed esco immediatamente di casa.
Arrivato, busso energicamente il campanello, non mi importa niente se sta ancora a letto.
«Eric!» esclama sorpresa non appena apre la porta. «Che ci fa qui? Emile non è in casa se è lui che cerchi.»
«No, cercavo proprio te, Céline.»
Mi fa spazio e aspetta che entro nel suo appartamento, poi richiude la porta e mi fissa preoccupata non riuscendo a capire il motivo di questa mia visita inaspettata.
«Accomodati. Non fare caso al disordine, da quando Alice è andata via, non riesco più a fare tutta da sola, sopratutto con questa pancia.»
Per una donna incinta di soli cinque mesi, devo dire ha davvero una gran bella pancia. E se aspettasse due gemelli?
«So che stai pensando che è molto grande, non chiedermi come o perché, ma il dottore sostiene che è normale avere una pancia un po' più grossa se si aspetta una bambina.»
Ho capito bene? Aspetta una bambina? Una femminuccia in casa Morell, mia madre sarà felicissima. Ha sempre desiderato una bambina e invece le siamo capitati noi tre moschettieri. Emile lo saprà già? Magari avendo una figlia, comincerà a capire come ci si comporta con le donne. Dovrei essere l'ultima persona sulla faccia della terra ad impartire lezioni su come trattare il genere femminile, sono pur sempre "Eric il Latin lover" che salva il numero della ragazza con cui è stato a letto nominandola con la data dell'evento. Quanto faccio schifo.
«Céline, dobbiamo parlare di Emile e Alice», taglio corto senza troppi giri di parole.
«Sei stato molto carino a venire fin qui, ma, Eric, pensi che non lo sappia? Non sono poi così cieca. So benissimo che Alice è innamorata di tuo fratello, è stato un colpo di fulmine il suo, mentre Emile è sempre stato fin troppo legato a mia sorella, un attaccamento morboso. Io e il mio stupido atteggiamento abbiamo fatto si che Alice si trasferisse da voi, servendo il tutto su un piatto di argento. So che sarà sicuramente successo qualcosa tra loro due. Emile è molto cambiato da un mese circa ed è per questo che ho deciso di dirgli che aspetto un bambino. Volevo farlo tornare da me.»
La fisso scioccato per tutto ciò che ha detto, non pensavo fosse cieca, ma credevo che essendo impegnata con la gravidanza e il lavoro, non notasse tante cose. Ero pronto anche a dimostrarle che non stavo mentendo, nel caso in cui lei non avesse creduto alla mia storia. Ho con me ancora il bigliettino che ho trovato in camera di Emile. Anche se non so ancora cosa c'è scritto, ho paura di scoprire che sono andati a letto insieme. Non glielo perdonerei mai.
«Perché non lo hai lasciato? Perché non hai fatto nulla? Non hai nemmeno provato a recuperare il rapporto con Alice. Lei anche sta male, non posso vederla così.»
«Eric, al cuore non si comanda, se Alice prova qualcosa per Emile, non posso fare nulla per impedirlo. Idem Emile. Non posso lasciarlo, non voglio che mia figlia cresca senza suo padre. E poi io lo amo, con tutti i suoi pregi e i suoi mille difetti. Sognavo la famiglia perfetta con lui, tipo quella che vedi nelle pubblicità. E invece so che non la otterrò mai.»
Capisco solo ora quanto anche lei stia soffrendo. Forse non è stata una giusta mossa, la mia, quella di venire qui.
«Volevi dirmi altro? Hai una soluzione a tutto questo?» chiede ridendo in modo isterico.
«Si», dichiaro deciso. «Dobbiamo tenerli lontani. Chiedigli di venire a convivere. Alice invece rimarrà a casa nostra.»
«Convivere prima del matrimonio? Vuoi far morire tua madre di infarto? Non sa nemmeno che sono incinta. Figuriamoci il resto.»
«Deve saperlo. Per quanto possa essere bigotta certe volte, ha un cuore d'oro. E non appena le dirai che è una bambina, l'avrai già conquistata. Farà salti di gioia, tranquilla, e sarà stesso lei a spingere Emile a venire a vivere con te.»
«Non so se può mai funzionare, ma possiamo provarci.»
«Venerdì sera Alice andrà a un concerto con il suo migliore amico, potremmo approfittarne per organizzare una cena di famiglia. Che ne dici?»
«Sei diabolico. Ti ho rivalutato. Non mi ero così simpatico all'inizio», confessa imbarazzata.
«Lo so, non è una novità che non piaccio alle persone», ammetto amareggiato.
«Perché lo fai?»
«Cosa?»
«Tutto questo. Perché vuoi aiutarmi?» chiede in tono serio.
«Perché... io...», farfuglio. Perché lo faccio? A chi voglio prendere in giro, so perché lo faccio e lo sa anche lei, ma vuole sentirmelo dire.
«Provi qualcosa per Alice?»
«Si, credo di si... forse, non lo so. Quella ragazza mi confonde. Non sono più me stesso da quando è entrata nella mia vita. Ha stravolto ogni mia abitudine. Continuo con la mia vita da playboy, ma non mi basta più, non è quello che voglio. Le emozioni che mi ha fatto provare Alice in questi giorni, mai nessuna ragazza è riuscita a farmele provare, nonostante ottenessi molto da loro, non so se mi spiego.»
«Si, forte e chiaro. Ti prego di non continuare, potrebbe tornare la nausea», esclama ridendo. «Comunque caro Eric, sei cotto di mia sorella! Non c'è alcun dubbio. Spero possa aprire gli occhi al più presto e accorgersi di te.»
Certo detto in questi termini non è molto carino, e fa quasi male come una coltellata nel petto, ma mi ha solo spiattellato la pura verità in faccia e non posso fare altro che accettarla.
«Ora è meglio che vada.» Mi alzo dal divano e mi avvio verso la porta. «Céline», la chiamo prima di voltarmi.
«Si?!»
«Emile non ama veramente Alice. È attratto solo fisicamente. Ti ama, ti ha sempre amata, ma non riesce ad abbandonare quella sua figura da playboy che all'università vantava tanto, peggio di me. Tu l'hai cambiato, ma è difficile abbandonare uno stile di vita improvvisamente e impegnarsi tutto d'un tratto in una relazione seria. Alice è come se fosse un cartellino di uscita gratis di prigione per il monopoli. Si renderà conto di quanto è fortunato ad averti. Non è mai troppo tardi per ottenere la famiglia perfetta.»
«Vedo che anche tu sai essere schietto e sincero senza mezzi termini», esclama con un sorriso.
«Non è forse meglio così?» le faccio l'occhiolino e torno sulla mia moto, diretto verso casa.
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Million Reasons
Teen FictionJuan-les-Pins, 2016. Eric Morel è un ragazzo di ventitré anni dal carattere molto chiuso e introverso. Non ha un ricordo nitido di suo padre, il quale ha lasciato lui, sua madre e i suoi due fratelli quando Eric aveva solo tre anni. La causa probabi...