30. Alice

3.8K 130 28
                                    

Un anno dopo

«Puoi prendere il suo vestito nero elegante?» chiede mia madre, mentre i suoi occhi sono concentrati su dei moduli da compilare che l'uomo delle onoranze funebri le ha dato.
Mia madre firma tutto in maniera meccanica, come se avesse fatto questo genere di cose chissà quante volte. Il suo viso non lascia trasparire nessuna emozione, è fredda, distaccata, forse non ha ancora realizzato che le sua primogenita ci ha lasciato. Quando realizzerà, crollerà come sta facendo mio padre in questo istante?
Sono passate solo quarantotto ore da quando l'ospedale ci ha avvisato che Céline era morta, mentre i miei sono arrivati in città meno di ventiquattro ore fa.
È ormai un anno che Emile marcisce in carcere ed è fortunato ad essere ancora vivo, credo che, quel giorno in cui mi confessò di essere stato la causa del coma di mia sorella, se non mi avesse fermato Eric e le guardie, lo avrei ucciso con le mie stesse mani. È la prima volta che ho provato un sentimento così forte come l'odio. In quel momento non mi interessava nulla se non mettere fine alla sua inutile vita.
Non so se accetterò mai di aver perso mia sorella e mi spaventano da morire spiegare a mia nipote che non sono io sua madre, che la donna che l'ha portata in grembo per mesi non ha mai avuto l'onore di conoscerla. E come le spiego che suo padre è in carcere? Come le spiego il motivo per il quale lui sia lì? Sono terrorizzata.
«Alice, i vestiti per il funerale», ripete mia madre infastidita quando vede che non accenno a muovermi.
Mi scosto dalla finestra e mi dirigo verso la camera di Céline, ma mio padre mi ferma e, dopo avermi accarezzato la guancia, svolge al mio posto il compito che mia madre mi aveva ordinato di fare.
Non riesco a non pensare quanto io sia stata egoista con mia sorella, quanto io la abbia delusa ogni secondo, ogni attimo, da un anno o poco più.
Mi odio.
«Alice. Alice, guarda», farfuglia Eric alle mie spalle.
Mi volto piano. Angéline sta muovendo i suoi primi passi e li sta muovendo verso me.
Sono in un turbinio di emozioni.
«Mam... mam-ma», esclama non appena arriva ad abbracciarmi la gamba.
Crollo in ginocchio per terra e abbraccio Angéline tenendola stretta al mio petto.
Mi ha chiamato mamma? Crede che io sia sua madre. Oh Dio! Perché? Perché oggi? Le lacrime scorrono veloci e non riesco più a fermarmi, mentre Angéline, con quella sua manina calda e delicata, mi accarezza una guancia.
È come se non fossi qui; è come se il tempo si fosse fermato per un attimo. Un attimo in cui il mio cuore batte per la gioia di vedere i primi passi e le prime parole di una figlia.
Non so se Céline possa vederci da dove si trova, ma nel caso fosse così, voglio farle sapere che mi prenderò cura di sua figlia, che non le mancherà mai nulla, che sarà una bambina felice e in salute.
«Mi dispiace interrompere questo momento strappalacrime», interviene mia madre prendendo Angéline tra le sue braccia. «Dovremmo parlare di questa piccola creatura. Credo sia meglio che compilare anche le carte dell'adozione. Sono convinta che, una bambina così bella, troverà in fretta una famiglia.»
Sono senza parole. Mi si annebbia la vista per la rabbia. Non riesco davvero a credere alle parole appena pronunciate dalla donna che mi trovo ora di fronte; ma non sono l'unica ad avere questa reazione, mio padre è dietro di lei e, sconvolto, si fa scivolare dalle mani l'abito nero per Céline.
«Sei impazzita?» sbraita mio padre. «Vuoi abbandonare tua nipote? Nostra nipote. Come ti vengono in mente certe cose? Come puoi pensare di dare via l'unico ricordo di nostra figlia? Non ti permettere.»
«Ma cosa penserà la gente di questa bambina, quando verranno a conoscenza che orfana di madre e un padre in galera? Che vita potrà mai avere con un peso così grande?» spiega mia madre in toni calmi, come se stesse dicendo le cose più naturali e giuste del mondo.
Eric tenta di alzarmi da terra tenendomi ben stretta e dalla sua presa capisco quanto sia nervosa. Credo possa perdere il controllo da un momento all'altro. Una cosa è certa, non lo fermerei se inveisse contro la donna che non riesco più a riconoscere come madre.
«Me ne fotto della gente. Hai capito? Me ne fotto», continua urlando mio padre.
«Ripeto, l'adozione è la miglior soluzione. Ma non solo per la bambina, ma anche per tutti noi. Chi si prenderà la responsabilità di crescerla?»
«Dove è cresciuta fino ad ora. Lontana da te», sbotto.
Mia madre mi guarda inorridita, manco le avessi mollato uno schiaffo.
«Dove eri quando Angéline ha messo i suoi primi dentini? O quando ci ha tenuti svegli durante la notte per le sue colichette? E il suo primo bagnetto? Ora vuoi venir qui a dettare legge e a prendere decisioni che non ti competono?»
«Calma i toni, signorina. Ricorda che sono pur sempre tua madre e che non accetto questo tuo insolente comportamento nei miei confronti.»
«Smettila! Smettila! Ma ti senti. Sei ridicola. Non posso credere di aver sposato una persona del genere. Me ne vergogno», grida ancora mio padre.
Angéline è spaventata per la situazione ed inizia a singhiozzare così forte che quasi sembra andare in apnea. Mia madre prova a calmarla, mentre rivolge un'occhiataccia a mio padre. Fallisce nel suo intento, ovviamente, e Angéline protende le braccia verso me ed Eric.
«Rimango ferma sulla mia idea. L'adozione salverà la bambina.»
Eric prende in braccio la bambina e, dopo averla calmata, esclama: «Tua madre ha ragione.»
Non posso credere che l'abbia detto davvero. Stringo forte i pugni, mentre fisso Eric sbalordita. Quasi non mi sento più le gambe.
«L'adozione è l'unica via d'uscita. Angéline ha bisogno di un padre e una madre», continua guardando sua nipote con amore.
È un brutto sogno. Non sta succedendo davvero. Svegliatemi! Svegliatemi ora!
«Finalmente qualcuno che ragiona!» esclama soddisfatta mia madre.
«Eric... come puoi...», farfuglio, mentre la voce mi muore in gola.
«Ho preso anche io una decisione importante. Sono giorni che ormai ci penso. L'adozione è un ottima scelta», ripete, mentre mia madre si gonfia di orgoglio. «Ed è per questo che ho deciso di adottare Angéline. Io e Alice adotteremo Angéline e la cresceremo come se fosse nostra figlia», conclude guardando con un sorriso sghembo mio madre, la quale scoppia in una sonora risata.
«Voi? Ma per favore. Non siete nemmeno sposati. Non vi faranno mai adottare questo angioletto», afferma divertita.
«Non ho finito», mormora Eric, mentre estrae dalla tasca uno scatolino.
«Tesoro, vuoi portare questo alla mamma?»
Eric mette Angéline per terra e lei obbedisce venendo verso di me con questa scatolina.
Sono confusa.
«Aprila», ordina Eric quando ormai la scatolina è tra le mie mani.
È un anello?! È un anello! Anello!
«Non era così che doveva andare. Io ed Angéline abbiamo provato tutta la settimana. Non doveva essere proprio oggi. Non doveva essere qui in questa stanza, ma sulla spiaggia. Avevo organizzato tutto per il meglio. Ma tua madre ha rovinato tutto. Quindi se non hai avuto la proposta dei tuoi sogni, incolpa questa donna.»
«Proposta? Ma sei serio? Siete troppi giovani!» esclama rovinando l'atmosfera.
«Taci!» le ordina mio padre con severità.
Eric ringrazia mio padre con un cenno della testa e torna a posare i suoi occhi su di me riprendendo il discorso.
«Alice, c'è una cosa che vorrei chiederti», mi informa prima di mettersi in ginocchio. «Vuoi sposarmi? Vuoi tu vivere per sempre con me e Angéline per il resto dei nostri giorni?»
«Si», afferma Angéline con quella sua vocina delicata.
«Credo mi abbia letto nel pensiero», esclamo con un sorriso correndo tra le braccia di Eric.
Sono pronta per questa avventura. Sono pronta a vivere la mia vita con la famiglia che ho sempre sognato.

Million Reasons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora