29.

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È da almeno cinque minuti che mi sto torturando le dita, cinque minuti che lo stomaco mi si contorce ed un tremore incontrollabile mi invade il corpo.
Penso di non aver mai avuto tanta paura in vita mia, ma so bene che è ora di affrontare la realtà e di fare i conti con le conseguenze dei miei errori.

Inspiro, espiro; dopodiché busso alla porta. Un "avanti", come al solito scocciato, precede il mio ingresso nella stanza: lo studio di Pamela.
L'allenatrice è seduta dietro la scrivania, in mano delle cartellette rigide piene di fogli ed in volto un'espressione di disappunto ed irritazione dedicata alla sottoscritta.
Capisco subito che questa non è stata una buona idea.

« Daisy, non mi aspettavo di vederti.» comincia annoiata.

Deglutisco il groppo che mi si è formato in gola e decido di prendere in mano la situazione. « Mi dispiace per la mia assenza prolungata, non si ripeterà mai più.»

« Puoi scommetterci.» mormora lei, trattenendo una risatina. Non capisco il perché di tanta ilarità, ma la ignoro.

« Mi chiedevo se oggi potessi prendere parte agli allenamenti. Se ritieni che io sia rimasta indietro posso limitarmi a guardare, finché non sarò pronta e...»

« Credi che sia una buona idea?» mi interrompe scettica. « Daisy, non pensare che io sia all'oscuro di quello che è successo, del motivo della tua assenza.» afferma sicura e stranamente derisoria. A questo punto mi aspetto un "perché l'hai fatto?", oppure un "posso aiutarti in qualche modo?", ma è Pamela quella davanti a me, e ciò che dice ha il solo scopo di raggelarmi. « Che immagine darebbe la squadra della Memorial High? Che cosa penserebbero i giudici, se sapessero che una ragazza che ha sofferto di disturbi alimentari è stata riammessa in squadra? Che esempio daremmo alle aspiranti cheerleader? Che digiunare è giusto?» domanda retoricamente, scuotendo la testa ed alzandosi dalla sedia. Si avvicina a me a passi lenti, mentre io sono incredula e... e furiosa.
Perchè si sta prendendo gioco di me?
Perché mi sta togliendo l'unica cosa che mi ha spinta a perdere tanto peso? L'unico vero obiettivo che volessi raggiungere?
« Daisy, capisci anche tu che sarebbe sconveniente riaverti con noi, e se qualcun altro prendesse esempio da te?»

« Io ho fatto quello che tu mi hai chiesto.» rispondo adirata, i pugni stretti per evitare di tremare ancora, il cuore in gola neanche avessi corso chilometri. « Hai detto che il mio peso non andava bene e mi sono messa a dieta, hai detto che non sarei stata riammessa in squadra se non avessi perso chili e di chili ne ho persi più di dieci, Pamela!»

« Ora stai vaneggiando...» sospira alzando gli occhi al cielo, tuttavia d'improvviso si blocca, lo sguardo fisso su qualcosa alle mie spalle.

Confusa, mi volto verso la porta dello studio lasciata aperta dalla sottoscritta, e quasi mi viene un colpo nel vedere Tanisha ferma sulla soglia, intenta a fissarci con gli occhi sgranati ed uno strano colorito pallido. « Cosa significa, Daisy?» mi chiede, facendo passare gli occhi scuri tra me e Pamela.

È quest'ultima a risponderle. « Non sono affari tuoi, Tanisha, vai a cominciare il riscaldamento.» la ammonisce infastidita. Non avrebbe potuto scegliere parole peggiori.

Prima che possa rendermene conto, la mia migliore amica muove dei passi veloci verso di noi, fino a mettersi in mezzo e a darmi le spalle per guardare in faccia l'allenatrice. Poi, dice ciò che tutti pensano e che nessuno ha mai avuto il coraggio di esprimere ad alta voce. « Sei una stronza, Pamela.» sentenzia a dir poco furibonda.

La diretta interessata è talmente sorpresa ed arrabbiata a sua volta, da rimanere immobile, mentre Tanisha non perde tempo: dopo avermi afferrato un polso mi trascina fuori dallo studio, attraverso la palestra invasa dalle altre cheerleader, mentre ci allontaniamo accompagnate dalle urla di Pamela. « Siete fuori dalla squadra! Tutte e due! Avete chiuso!»

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