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Alex 🚷

Sono arrivato a scuola presto questa mattina, quando il parcheggio era ancora vuoto ed i corridoi erano silenziosi. Questa storia dei progetti di Chimica mi sta tenendo più impegnato di quanto pensassi: non importa che le lettere per l'università siano già state inviate, se voglio portarmi alla pari degli altri studenti dell'università del Montana devo continuare a studiare e a lavorare.

Osservo il becher contente il liquido, e mentre aspetto che la fiamma lo porti ad ebollizione lancio un'altra occhiata al cellulare. È pericoloso, basta un attimo di distrazione per far esplodere tutto, ma oggi la mia testa è da un'altra parte.
Daisy non mi ha ancora scritto, credevo che mi avrebbe inviato un messaggio per chiedermi di darle un passaggio a scuola, invece sembra abbia ignorato la proposta che le ho fatto ieri al telefono.

« Non ce n'è alcun bisogno, Alex.» mi ha detto in tono dolce. « Camminerò.».

Speravo che avrebbe cambiato idea, l'ultima cosa che voglio è che ricominci a camminare per chilometri come all'inizio dell'anno scolastico, ma in fondo cosa potevo dirle?
Non voglio starle addosso, metterle pressioni o usare il suo buon carattere a mio vantaggio, è una cosa che mi sono ripromesso di non fare mai.
Le ho lasciato i suoi spazi e alla fine lei ha scelto me, non ho di che pentirmi, non devo avere rimpianti in merito alla mia decisione.

Un sorriso si apre sul mio volto al pensiero di ieri mattina, quando mi sono svegliato con lei tra le mie braccia, il profumo di camomilla che sembra pervaderla a riempirmi i polmoni. Credevo di star sognando, di star avendo un'allucinazione, invece lei era lì con me, pronta a baciarmi, a dirmi che l'avrebbe fatta finita con quel coglione di Chad.
Gli ha parlato ieri, oggi mi racconterà com'è andata e una volta chiusa la questione potrò finalmente mettere in chiaro le cose con Daisy.

Voglio portarla fuori a cena, al cinema, a pattinare di nuovo sul ghiaccio o a guardare l'alba sul lago. Voglio baciarla ancora, voglio guardare i suoi occhi blu per ore e perdermici, inspirare il suo profumo e trovare la pace dei sensi. Voglio che Daisy continui a guardarmi come ha cominciato a fare dopo quella sera a New York, ma che la smetta di combattere contro quello che prova.
Voglio che mi dica chiaro e tondo cosa pensa di noi ed io voglio fare altrettanto.

Sorridendo ancora al pensiero che tutto questo accadrà oggi, sposto lo sguardo sul becher e mi rendo conto del fatto che la temperatura è sin troppo alta. Spengo la fiamma in fretta e furia e sospiro di fronte al pericolo sventato, ci mancava solo che facessi esplodere la Memorial High.

Quando comincio a sentire il vociare degli studenti ed i loro passi risuonare per i corridoi, decido che per oggi ho lavorato abbastanza. Abbandono il mio progetto, recupero il pacchetto di M&M's abbandonato sul piano di lavoro, ed ottenuto grazie all' "improvvisa rottura" delle macchinette al piano di sopra, e finalmente esco dall'aula.

So di essere patetico quando la prima cosa che faccio è cercare Daisy con gli occhi. I corridoi sono più affollati che mai, per cui sono costretto a vagare per un po', ma quando la trovo capisco che sarebbe stato meglio far saltare tutto in aria nel laboratorio di Chimica, perché in questo momento sono io quello che rischia di esplodere.

A qualche metro di distanza Daisy ha la schiena posata contro il suo armadietto, le braccia strette al petto e la sua attenzione è completamente catturata da chi ha di fronte: Chad.
Le sta parlando un po' troppo da vicino, un'espressione da cane bastonato in faccia e la disperata ricerca della sua approvazione.
Sto per intervenire, per allontanarlo da lei e chiedere delle spiegazioni, o prenderlo direttamente a pugni, ma mi blocco nel vedere qualcos'altro: come se fosse una cosa del tutto naturale, Chad fa un passo avanti e la abbraccia stringendola a sé.

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