Mi trascino verso la porta d'ingresso, un passo alla volta, la stanchezza addosso, il letto come obiettivo principale. Fortunatamente non appena suono il campanello la mamma viene ad aprirmi, sembra piuttosto confusa nel vedermi tanto sfinita, ma ben presto capisco che è altro a preoccuparla. « Dov'è Chad?» domanda, mentre la sorpasso e poso la borsa per gli allenamenti all'ingresso.
« L'ho costretto ad andare a casa. Era più stanco di me.» sospiro chiudendo gli occhi per qualche secondo.
Voglio dormire per una settimana, anzi no, un mese. Ho bisogno di riposarmi...Le provinciali sono fra tre giorni e oggi Christian Weston non ci ha lasciati respirare un attimo, penso che sia stato l'allenamento più duro a cui la squadra sia mai stata sottoposta e, dato che ne mancano altri due, suppongo che la situazione non migliorerà. Ci aspettano dei pomeriggi d'inferno.
« Questo sì che è un problema...» mormora la mamma preoccupata.
All'istante apro gli occhi: ha le mani posate sui fianchi e lo sguardo che vaga per la stanza. « Cosa c'è?» chiedo confusa.
Finalmente lei blocca i suoi occhi su di me, infine sospira. « Devo uscire a cena con Trevor, credevo che Chad sarebbe stato qui con te per...»
« Per controllarmi?» chiedo, sentendo un gigantesco, enorme, infinito vuoto allo stomaco. Il fatto che la mamma non risponda ma si limiti a fissarmi ansiosa, non fa che confermare la mia ipotesi. L'ho combinata talmente grossa da non poter stare da sola nemmeno per un'ora, ho fatto un tale disastro da aver costretto le persone che mi stanno a cuore a darsi il cambio per tenermi d'occhio, e a cosa è servito? A niente.
A niente, perché il riflesso che vedo nello specchio è ancora quello di Daisy la cicciona.
A niente perchè mi vergogno a farmi vedere nuda dal mio ragazzo.
A niente perchè faccio ancora schifo, ma non solo, ora sono anche una brutta persona.« Immagino che dovrò annullare.» annuncia la mamma, facendomi riprendere all'improvviso dalle mie riflessioni.
« Non ce n'è bisogno.» ribatto, prima di togliermi la giacca e appenderla all'ingresso. « Posso cenare da sola.»
« Daisy...»
« Davvero.» la interrompo con un sorriso forzato. « Mamma, davvero, posso mangiare senza che qualcuno mi controlli.» cerco di convincerla.
La mamma mi guarda indecisa, il rumore della lavastoviglie in funzione fa da sottofondo ai suoi pensieri, infine sospira. « Immagino che prima o poi dovremo cominciare a lasciarti andare.» afferma, dandomi un sollievo inimmaginabile.
🌼🌼🌼
Non ci pensare, Daisy.
Non ci pensare.
Non farlo.Sospiro per l'ennesima volta, tentando di riempire i polmoni d'aria, tentando di smetterla di singhiozzare come un'idiota. Mi sento patetica, mi manca l'aria...
La pasta che la mamma mi aveva lasciato non c'è più, e non è nel mio stomaco, no: è nella spazzatura, sotto cartacce recuperate da un'altro sacco, nascosta bene perché nessuno la trovi.Mi sono seduta al bancone, ho preso in mano la forchetta.
Non ci pensare, Daisy.
Ho guardato il piatto pieno di pasta, ne ho preso un po' e l'ho portata verso la bocca.
Non ci pensare.
Poi, il silenzio mi ha colpita in pieno. Non c'era un solo rumore in casa, nemmeno il ticchettio degli orologi. Non c'era niente a parte il battito del mio cuore, un battito accelerato, fuori dal normale. Non c'era niente a parte il mio respiro improvvisamente irregolare. Niente a parte la paura.
Non farlo.
Perché avrei dovuto mangiare quella pasta? Perché, se nessuno mi stava guardando? Chi lo avrebbe mai saputo? Io.
Io avrei saputo di aver mangiato un piatto di pasta e, sempre io, mi sarei sentita in colpa per questo.
Io.
Solo io.
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Naive
Teen FictionTW: Questa storia tratta di disturbi alimentari. A discrezione vostra iniziare a leggerla, ma se lo fate SIATE RISPETTOSE NEI COMMENTI. Daisy Gleaming è la ragazza perfetta: gentile, educata, membro della cheerleader ed innamorata del suo ragazzo. T...