34.

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Il fatto che la professoressa Cartwright sia ancora assente mi preoccupa e mi dà sollievo allo stesso tempo.
Non sono andata in biblioteca durante la mia ora libera, non avevo voglia di sentire qualcun altro farmi le congratulazioni per le provinciali, perché il ricordo della gara mi riporta alla festa a casa di Mary.

Sbuffo, mentre volto una pagina del libro che sto leggendo e mi stringo nel cappotto pesante. Natale è alle porte, le vacanze sono vicine, sebbene i test lo siano altrettanto. Nonostante faccia freddo, però, il vecchio campo da cricket si è dimostrato un rifugio con i fiocchi, visto che nessuno, e dico nessuno, viene mai da queste parti.

« Daisy Gleaming che legge un libro? Davvero?».

Nessuno a parte Alex Walker.

Infastidita dall'interruzione, alzo gli occhi al cielo e chiudo il libro, prima di portare l'attenzione su Alex. Quest'ultimo sale gli spalti, avanzando verso di me e stringendo la spalliera dello zaino nella tipica posa "alla Alex Walker".

« Che cos'è? Topolino?» continua sedendosi al mio fianco.

Gli lancio un'occhiataccia e nascondo il libro dentro lo zaino, decisamente non voglio che sappia cosa sto leggendo. « Suonerà strano, Alex, ma non sono stupida.» cantileno nervosa.

Alex sorride, eppure tutto d'un tratto si fa serio. È bipolare, lo sapevo. « Come va?» chiede infine.

Ancora una volta, rimango sorpresa dal suo interessamento. « Va... va bene.» rispondo poco convinta. Quando lui alza un sopracciglio, capisco che è meglio che sputi il rospo. « Non ne ho parlato con nessuno.» spiego, spostando gli occhi sul campo. « Però sto facendo del mio meglio per superarla. Sto mangiando insieme a Chad e a mia madre, mi costringo a stare con loro perché so che non mi lascerebbero mai cadere nelle vecchie tentazioni. Ieri, poi, ho buttato la bilancia.» aggiungo, mentre vengo colpita dal breve ricordo di come mi sono sentita male, della sensazione di vuoto che ho provato una volta tornata nella mia stanza. Avevo paura, ero disorientata.

« Perché non gliene hai parlato?» domanda Alex risvegliandomi dalle mie riflessioni.

Sbatto le palpebre un paio di volte prima di concedermi di guardarlo in viso: è ancora serio, sin troppo direi. « Non voglio che si preoccupino ancora. Insomma, hanno la loro vita a cui pensare: Chad si allena a football dalla mattina alla sera, mia madre vorrebbe passare più tempo in California, nei vigneti del mio patrigno, ma non lo fa a causa mia e Tanisha deve concentrarsi sulle cheerleader, sullo studio...»

« È una cavolata.» mi interrompe Alex. « Nessuno di loro vorrebbe vederti ricadere nelle vecchie abitudini, sono convinto del fatto che Chad metterebbe da parte il football per aiutarti e Tanisha...» si interrompe, un sorriso appena accennato in volto. « Tanisha ha mandato a 'fanculo quella stronza per difenderti, quindi non credo che...»

« Ti piace Tanisha?!» sbotto, con gli occhi sgranati fissi sul suo viso dall'aria sognante. Oddio. Oddio. Oddio.

Alex torna serio tutto d'un tratto, ma deve reprimere una risata nel vedere la mia espressione confusa. « Non fare quella faccia, sono umano.»

« Ti piace Tanisha...» sussurro prima di voltarmi verso il campo da cricket, sconvolta.

« Non farne una questione di stato, Daisy. Tanisha è... è una bella ragazza e poi lo ripeto, ha mandato a 'fanculo Pamela.» aggiunge aspettandosi una risposta da parte mia. Tengo lo sguardo fisso sull'erba ormai secca, mentre la mia testa si muove automaticamente su e giù in un cenno d'assenso. « Vuoi... vuoi delle M&M's?» chiede confuso.

« Sto elaborando la notizia, Alex. Ho appena scoperto che anche tu hai dei sentimenti.»

« Chi ha parlato di sentimenti? Io non ho detto...»

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