Naive

53.

Oggi il mio zaino è più pesante di quanto sia lecito, ed il merito è di tutti i test previsti per la settimana. Dopo aver aperto il mio armadietto ripongo al suo interno un libro alla volta, sospirando affaticata e chiedendomi quanto manchi alla fine del semestre.

Avverto decine di studenti camminare per i corridoi, il chiasso rimbombare tra le pareti e dei bisbigli poco distinti emergere in mezzo al vociare. Sono riferiti a me, non è un segreto.
Da lunedì, quando la notizia della mia rottura con Chad è stata resa ufficiale, le persone hanno cominciato a guardarmi in maniera diversa.
Mi aspettavo la delusione negli occhi di mia madre, il suo chiedermi "Cos'hai combinato, Daisy?" non è stato una sorpresa, sapevo perfettamente che mi avrebbe dato la colpa di ogni cosa, ma la reazione di tutti gli altri mi ha lasciata basita.
Chi prima mi sorrideva e mi salutava per i corridoi, ora si limita ad un cenno della testa breve e glaciale. Sono tutti arrabbiati con me, ed il motivo è tanto semplice quanto stupido: domani ci sarà la partita di football decisiva dei Rough Riders e a quanto pare Chad non è per niente in forma.
Se perderemo la partita, cosa ormai quasi certa, sarà colpa della sottoscritta.

Un lieve senso di colpa mi attraversa la mente, ma viene immediatamente scacciato dai brividi che sento non appena percepisco un profumo familiare e, subito dopo, una mano sfiorarmi il fianco destro in maniera tanto fugace quando dolce. Sposto lo sguardo sulla folla: a pochi passi da me vedo Alex allontanarsi con noncuranza e finta indifferenza, la mano che stringe una delle spalliere dello zaino e quella libera infilata nella tasca dei jeans.

Cerco di trattenere un sorriso, mentre un pensiero egoista subentra al senso di colpa: non mi importa di quello che si bisbigliano tutti, sin tanto che il mio ragazzo è una prova palese del fatto che ho preso la decisione giusta, che ho fatto una scelta di cui non posso pentirmi.

Una volta finiti di sistemare i libri chiudo l'armadietto e mi dirigo a lezione, ma a pochi passi dalla classe vengo intercettata da Tanisha, la quale mi prende a braccetto. « Sorridi troppo per una che ha appena rotto col suo ragazzo.» sussurra divertita. « E anche Alex non ha idea di cosa significhi "mantenere un basso profilo".»

« Il fatto che entrambi concordiamo sul tenere la nostra relazione segreta, non significa che siamo bravi a farlo.» rispondo a bassa voce.

È stata una decisione comune, per cercare di evitare il più possibile le voci di corridoio e lo stress che secondo Alex mi avrebbero portato. Io non ho replicato, anche se in realtà non l'ho fatto per i gossip, ma per Chad. L'ho lasciato davanti a tutti, ora sarebbe davvero crudele sbattergli la verità in faccia in questo modo.
Alex ed io possiamo evitare di baciarci per i corridoi o di comportarci da piccioncini, non è un problema... non lo è, dato che recuperiamo ogni pomeriggio a casa sua o a casa mia.

« State facendo un gioco pericoloso, Daisy.» mi ammonisce Tanisha, prima di lasciarmi andare a lezione e di sparire tra la folla.

Non capisco cosa voglia dire, finché l'ennesimo bisbiglio non raggiunge le mie orecchie. « Daisy è stata proprio un'egoista.».

Per un attimo fa male sapere che qualcuno possa pensare questo di me, tanto che sento un groppo in gola ed il senso di panico cercare di prendere il sopravvento. Ben presto, però, capisco che in realtà non sono le mie quasi lacrime ad essere pericolose: se Alex sentisse una frase del genere, probabilmente la farebbe pagare al malcapitato.

🌼🌼🌼

« Vuoi mangiare invece di fissare quel sandwich?» sbotta Alex spazientito.

Mi mordo il labbro inferiore, mentre poso la testa sul suo petto ed abbasso il panino. Ci siamo rifugiati nel vecchio campo da cricket, Alex si è accomodato sugli spalti e poi mi ha obbligata a sedermi sulle sue gambe, mi ha stretta al suo petto, mi ha regalato un centinaio di baci, ed infine ha deciso che dovevo mangiare qualcosa. « Posso farti una domanda?» esordisco  titubante.