I gave you every piece of me, no wonder it's missing
Third Person
Jungkook osservava pensieroso il computer dinanzi a sé. L'indomani avrebbe dovuto consegnare una bozza di un videogioco, eppure la sua mente correva sempre a quell'episodio accaduto pochi giorni fa. Taehyung era sembrato improvvisamente così freddo nei confronti di Jimin. Non riusciva a spiegarselo.
"Jungkook - ah. Quel progetto non deve essere terminato per domani?"
Una voce profonda lo fece tornare alla realtà. Il suo ragazzo lo guardava con un piccolo sorriso sul volto. Quella sera dopo essere tornati nel loro appartamento il suo atteggiamento era tornato come prima.
"Non voglio che il mio Kookie prenda una nota negativa." Aggiunse.
"Farò del mio meglio, hyung."
Taehyung si avvicinò e depositò un tenero bacio sul capo di Jungkook. Dopodiché si diresse verso il salotto, prese la sua fidata macchina fotografica ed iniziò a sfogliare le foto. Con la coda dell'occhio Jungkook riusciva a vedere il suo viso, divenuto freddo, la sua espressone vuota. Si era soffermato a guardare una foto ma da lì il ragazzo non riusciva a vedere quale fosse.
"Taehyung tutto bene?" Domandò.
Quest'ultimo si riscosse e lo guardò, il volto di nuovo solare.
"Certo Kookie." Rise.
Eppure Jungkook non gli credette.
Taehyung continuava a sfogliare le foto, in cerca di quella giusta per poter iniziare anche lui un progetto per l'Università che avrebbe dovuto presentare tra due giorni. Osservava attentamente le fotografie, eppure ce n'era una che non accennava a scomparire dai suoi occhi: un tramonto. Il mare. Un ragazzo dai capelli rossi, lo sguardo perso tra le onde. Posò con poca delicatezza la macchina fotografica sul divano e andò in cucina per prepararsi del thè al gelsomino. Tornò in sala e decise di eliminare quella foto, ma quando il suo dito stava per premere sul tasto "cancella" si bloccò. Non ci riusciva. Sospirò e continuò la sua ricerca. Dopo una buona mezz'ora scelse una foto di Jungkook che sorrideva, circondato dalla natura. Ricordò che quel giorno avevano deciso di fare una passeggiata al parco e Taehyung ne aveva approfittato per immortalare i fiori di ciliegio che venivano trasportati dal vento, bambini che si rincorrevano tra loro, due innamorati che si tenevano per mano ed il suo Jungkook, mentre osservava i bambini giocare, un dolce sorriso stampato sulle labbra. In seguito era arrossito per l'imbarazzo ma Taehyung gli aveva assicurato che era un lato di lui così bello che doveva immortalarlo. Secondo lui le foto dovevano essere scattate quando il soggetto non prestava attenzione, in modo tale da far apparire la foto spontanea, interessante, vera. Taehyung pensava di poter leggere e catturare l'anima delle persone attraverso la fotografia.
Non tutte pensò.
Non quella di Jimin.
Il vento quel giorno soffiava impetuoso, facendo rabbrividire Jimin nel suo cappotto di lana. Hoseok lo aveva costretto ad uscire di casa per fare la spesa, visto che quella sera aveva deciso di invitare tutto il gruppo per una serata tra amici. Jimin aveva tentato inutilmente di dissuadere il suo hyung, facendogli notare le condizioni del tempo ma Hoseok lo aveva congedato con un "Sei giovane e forte, un po' di venticello non ti farà alcunché". Così si era rassegnato e dopo essersi coperto per bene uscì nell'aria gelida di Novembre. Lesse la lista che il suo coinquilino gli aveva dato e si diresse verso il supermarket più vicino, in modo da poter tornare subito a casa. Fortunatamente non ci mise molto a comperare l'occorrente per la serata. Era felice di poter passare del tempo con i suoi amici. Ultimamente non riuscivano più a vedersi a causa dell'Università e del lavoro. Il sorriso che stava nascendo sul suo volto si spense immediatamente, rendendosi conto che ciò significava che avrebbe dovuto passare del tempo con Taehyung. Non aveva alcuna voglia di sostenere lo sguardo improvvisamente distante e freddo del suo migliore amico. Non sapeva cosa stesse succedendo, così all'improvviso. Era possibile che una persona potesse cambiare atteggiamento in così breve tempo e senza alcun motivo apparente? Jimin questo non lo sapeva. Ciò che era successo a lui era differente. Il suo allontanamento da Taehyung era stato graduale. Pian piano si accorse che la sua presenza non era più dominante per lui. Era stato rimpiazzato da Jungkook, un nuovo ragazzo, la sua prima cotta, la novità in una vita monotona. Così Jimin altro non era che un amico con cui sfogarsi quando litigava con il suo ragazzo, chiedere consigli su cosa regalargli al suo compleanno. Non si chiedeva mai come stesse. Non si preoccupava se Jimin stesse passando un periodo difficile, no. L'amore lo aveva reso egoista. Fu proprio in quel momento che comprese di essere innamorato di Taehyung. Nonostante tutto avvertiva la sua mancanza come fosse un male fisico. Si accorse di volerlo al suo fianco, non più solo come un amico. Desiderava ardentemente far scorrere le sue piccole dita tra i suoi folti e morbidi capelli, tracciare un leggero percorso fatto di baci su tutto il suo corpo. Cullarlo nella notte, proteggerlo da tutte le insidie che il mondo racchiudeva. Era arrivato troppo tardi però. Un'altra persona si stava già occupando di lui. Un buon odore di dolci lo distolse dai suoi cupi pensieri. Si fermò e notò che era nelle vicinanze dello stesso bar in cui era andato con Rosè. Ci pensò un attimo su ma poi decise di entrare. Lo accolsero un tenue tepore, il profumo di dolci divenuto oramai intenso e il cameriere che lo guardò con occhi spalancati. Si accomodò a un tavolo che dava sulla strada, in modo da poter osservare la gente che passava.
"Posso portarle qualcosa, signore?" Una voce. Voltò il viso e non rimase sorpreso dal vedere il bel cameriere.
"Oh si certo. Un thè al gelsomino e un cupcake al cioccolato." Disse.
Il cameriere annuì e si congedò. Jimin ne approfittò per osservare meglio il locale che scoprì chiamarsi "Lolita" dall'insegna sulla parete dietro al bancone colmo di prelibatezze. I colori erano caldi, a partire dal parquet marrone al rosa salmone delle pareti. Il soffitto era occupato da dei dipinti molto affascinanti e solo per quello Jimin decise che sarebbe stato il suo locale preferito. I lampadari avevano la forma di ciliegie, mentre vicino la porta era posto un vaso di rose bianche e rosa. Jimin amava i fiori. Secondo lui non erano per femminucce ma rappresentavano l'eleganza, la bellezza. Molti suoi dipinti li raffiguravano. Il cameriere portò la sua ordinazione.
"Scusami?" Disse.
Il cameriere si voltò.
"Si signore?"
"Ti andrebbe di farmi compagnia? Il locale è praticamente vuoto. Se il suo superiore le dirà qualcosa ci parlerò io."
Il ragazzo spalancò gli occhi, incredulo. Arrossì ma annuì piano. Titubante si sedette difronte quel ragazzo dai capelli rosso fuoco. Sorrise e poté giurarlo, le nuvole scomparirono e spuntò il sole. Quel sorriso illuminava tutto il locale.
"Bene penso di sapere già il tuo nome, visto il bigliettino che hai lasciato sul vassoio la volta scorsa."
Il ragazzo avrebbe voluto sotterrarsi. Jimin si accorse del disagio del giovane e rise. Un suono melodioso.
"Tranquillo, non è un problema."
"Allora. Ti piace l'arte?"
A quel commento il viso di Yong Sun si accese.
"Certo!" Ed ebbe così inizio uno dei più bei pomeriggi della sua vita.
STAI LEGGENDO
ℬ𝓁𝒾𝓃𝒹 ℒ𝑜𝓋𝑒 ➵ 𝒱𝓂𝒾𝓃
FanfictionKim Taehyung è stato da sempre innamorato di Jeon Jungkook, senza accorgersi però dei sentimenti che il suo migliore amico Park Jimin, prova nei suoi confronti. Ma cosa accadrebbe se con il passare del tempo Taehyung si accorgesse che i suoi sentime...