Capitolo 4

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You're there but for some reason, I can't reach you


Jimin






Il mare era così calmo mentre s'infrangeva sulla spiaggia, come a volerla accarezzare. I gabbiani volavano sopra di esso, sbattendo le loro maestose ali ed io, pensieroso, osservavo il sole tramontare lentamente. Era da molto tempo che me ne stavo seduto sulla spiaggia ad osservare il ritmo rilassante delle onde. A pensare a lui, alla nostra amicizia. Non volevo perderlo, in nessun modo. Eppure non riuscivo più ad accettare di vederlo con qualcuno che non fossi io. Non potevo starmene con le mani in mano mentre Jungkook lo accarezzava, lo baciava, lo stringeva tra le sue braccia. Eppure non trovavo il coraggio per confessare i miei sentimenti, timoroso di un suo rifiuto. Un rumore di passi distolse la mia attenzione dalle onde e dai miei pensieri. Voltai la testa e trovai una bambina intenta a scrutarmi, le morbide codine che svolazzavano al vento.

"Signore?" Disse con voce dolce.

"Si?" Risposi curioso.

"I suoi capelli stanno andando a fuoco, per caso?"

Rimasi a fissarla, interdetto. In seguito scoppiai in una fragorosa risata, cosa che ultimamente non accadeva così spesso.

"No tesoro, è solamente il colore dei miei capelli"

"Oh." Disse semplicemente.

"Signore?" Ripeté.

"Cos'è l'amore?"

Rimasi in silenzio, osservandola. Lei ricambiò il mio sguardo, aspettando una riposta.

"Una farfalla."

La bambina mi rivolse uno sguardo interrogativo.

"Una farfalla?"

"Si. Così piccola, fragile, fugace. Basterebbe una folata di vento per spazzarla via. Lo stesso vale per un legame affettivo. Potrebbe spezzarsi in un attimo, volatilizzarsi nel nulla, senza lasciare nessuna traccia. Solo un vuoto incolmabile. "

Non ero sicuro avesse compreso le mie parole, se ne stava lì immobile ad osservarmi con i suoi occhi scuri, scavando dentro di me.

"Misun! Tesoro dobbiamo andare!" Urlò una voce. Mi riscossi dallo stato di trance in cui ero caduto, mentre guardavo la ragazzina farmi un gesto di saluto e tornare da sua madre.










Taehyung








Arrestai la mia corsa per riprendere fiato. Finalmente ero giunto a destinazione. Mi guardai intorno cercando di individuarlo e poco dopo lo vidi, seduto sulla spiaggia ad osservare il mare, pensieroso, i suoi capelli rosso fuoco che venivano accarezzati dal un dolce vento. Sfortunatamente non avevo con me la mia fedele macchina fotografica per immortalare quel momento ma mi accontentai del mio telefono. Scattai molte foto da diverse angolazioni, osservandole poi meravigliato. Il soggetto delle fotografie sembrava un essere etereo, i suoi capelli apparivano come fiamme vive che si univano al color rosso sangue del tramonto, il suo profilo sembrava assumere un qualcosa di regale, conferendogli una bellezza fuori dal comune.

Meraviglioso.

Immediatamente arrossii come un peperone. Perché stavo facendo quei pensieri su di lui?

"Lo sai che potrei denunciarti per violazione della privacy, non è vero?" La sua voce dolce come il miele mi riportò alla realtà, voltandomi verso di lui. Il suo viso non si era girato verso la mia direzione, continuando ad osservare l'orizzonte. Mi avvicinai e mi sedetti al suo fianco, osservando con lui il sole che pian piano svaniva. Trascorsero secondi, in seguito minuti, prima che si decidesse a prendere la parola.

"Perché sei qui, Tae?" La sua voce era spenta, atona.

"Per te." Risposi.

"Non dovresti sprecare tempo con me."

"Sono il tuo migliore amico. Chi altro dovrebbe farlo?"

"Ti piacciono molto quelle parole, non è vero?" Rise.

Lo guardai confuso.

"Quali parole?"

"Lascia stare."

"L'ho saputo." Continuai.

Si voltò a guardarmi, gli occhi spalancati.

"Lei com'è?" Chiesi.

Rimase in silenzio per un po', osservandomi attentamente.

"Lei è.... Beh insomma.... Bella, dolce, spiritosa e carismatica...." Arrancò con le parole.

Scoppiai a ridere e gli diedi una pacca sulla spalla.

"Ti piace molto, eh?"

"Già..."

Il silenzio che si era creato prima fece di nuovo la sua comparsa, accompagnato dal rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia. Avrei dovuto provare felicità per il mio amico che finalmente aveva trovato una persona con cui stare, eppure non ci riuscivo. Avvertivo una sensazione spiacevole dentro di me, a cui non sapevo dare un nome.

"Tae?"

"Mmh?"

"Cos'è per te l'amore?"

Cos'era per me l'amore? Immediatamente il pensiero di Jungkook mi balenò nella mente e solo allora mi accorsi di non aver pensato a lui nemmeno per un momento da quando ero con Jimin.

"Una farfalla." Risposi.

Lo vidi sussultare e voltarsi di scatto verso di me.

"Una...Farfalla?" Ripeté lentamente.

"Esatto."

"Ma è debole, effimera e-"

"Probabile. Però non bisogna mai sottovalutare un individuo solo dalle sue apparenze. Una farfalla può sembrare debole, ma se dentro di sé ha una determinazione tale da sconfiggere un ostacolo che si abbatte su di lei, dimmi, chi è che ne è uscito vincitore? L'amore è sacrificio, lacrime, gioia, vita. Persino l'essere più piccolo o inutile, per amore compierebbe azioni inimmaginabili, è come se fosse un incantesimo che ti trasforma, a volte in modo positivo, a volte in modo negativo e ti fa scoprire una forza che tu non credevi nemmeno di possedere." Mi voltai ad osservarlo.

Lui soppesò le mie parole, in silenzio.

"Jiminnie, lotta sempre per ciò che ami. Non lasciare che nessuno ti impedisca di essere felice, mai. In quel caso dovrà vedersela con me e con il mio gancio destro." Dissi ridacchiando.








Jimin




Lottare per ciò che si ama.

Al contrario mio, lui lotterebbe per ciò che ha di più importante. Lui non crede che l'amore sia un sentimento che rende l'uomo vulnerabile ma forte. Io non stavo affatto lottando per lui, anzi cercavo in tutti i modi di fuggire da questi sentimenti così profondi.

"Jiminnie! Ho fame, torniamo a casa?" Disse mentre si alzava e si spolverava via la sabbia dai vestiti.

Mi tese una mano, per aiutarmi. Io rimasi a fissarla, interdetto.

"Jimin ti fidi di me?"

Sempre. Avrei voluto urlargli.

"Più o meno." Risposi, afferrando la mano che mi porgeva. Un sorriso si dipinse sul suo volto, facendo sciogliere il mio cuore.

Decidemmo di incamminarci verso un supermarket in modo da comprare la cena per tutti. Per quei pochi istanti, però, le nostre mani indugiarono nello sciogliersi.

ℬ𝓁𝒾𝓃𝒹 ℒ𝑜𝓋𝑒  ➵  𝒱𝓂𝒾𝓃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora