Capitolo 18

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It's cold out there


Third person



24 Dicembre 2016, un mese dopo.


Era tutto pronto per l'evento. Il grande albero natalizio si ergeva in un angolo del salotto, adornato di decorazioni e luci colorate. Sotto di esso erano posti sette regali di varie dimensioni. Taehyung fece un passo indietro, ammirando soddisfatto il suo lavoro. Quel Natale i ragazzi lo avrebbero celebrato nel suo appartamento e voleva che tutto fosse perfetto. Jin hyung avrebbe preparato dei biscotti, Hoseok avrebbe portato un tipico film natalizio e avrebbero cenato con una semplice pizza. L'importante era stare insieme, proprio come una famiglia. Guardò l'orologio e si accorse che gli altri sarebbero arrivati tra qualche ora, così decise di farsi una doccia e prepararsi.





Era da un po' che il ragazzo rigirava la scatola di velluto tra le dita, pensieroso. Hoseok era intento a cercare un film adatto per la serata, scorrendo tra i titoli dei DVD posti su una mensola sotto la televisione.

"Sei certo di non voler venire?" Chiese senza voltarsi.

Jimin smise di muovere le dita.

"Si hyung. Ho promesso a Yong Sun che gli avrei fatto compagnia mentre lavorava." Rispose.

"I ragazzi ci rimarranno male, è una tradizione per noi, lo sai."

"Non sono di certo stato il primo ad infrangerla." Gli ricordò.

Hoseok si voltò a guardarlo ma Jimin fissava il pavimento.

"Vuoi che glielo dia da parte tua?" Disse indicando la scatola che aveva tra le mani.

"No."

"Ma non è per Taehyung?"

"No." Ripeté.

Si alzò dal divano e andò nella sua camera, dove aprì l'armadio per posare la scatolina infondo, nascosta dai vestiti. Non sapeva perché lo avesse fatto. Non sapeva perché avesse comprato quel regalo che mai, mai avrebbe consegnato al suo destinatario. Era stato soltanto uno spreco di tempo e denaro. Guardò l'orologio e decise di iniziare a prepararsi, indossando un maglione bianco con dei pantaloni neri. Mandò un messaggio a Yong Sun, avvisandolo del suo arrivo e si diresse in salotto, afferrando il giaccone nero dall'attaccapanni, salutò velocemente Hoseok e uscì di casa. Ora più che mai la città era addobbata di decorazioni natalizie, le persone si affrettavano ad acquistare gli ultimi regali, affollando i grandi negozi. Durante quell'ultimo mese erano successe molte cose. Aveva fatto la scelta più difficile della sua vita, lasciar andare definitivamente Taehyung. Inevitabilmente si era allontanato dal suo gruppo di amici, in quanto sapeva che lo avrebbe incontrato. Gli capitava di trascorrere sempre più tempo in compagnia di Yong Sun, osservandolo di sottecchi mentre serviva i clienti nel locale in cui lavorava, alcune volte abbozzando dei disegni. Come regalo di Natale lo avrebbe portato con sé ad una mostra di arte contemporanea in uno dei musei più importanti di Seoul. Arrivato a destinazione, osservò per un po' attraverso la vetrina come il ragazzino si destreggiava tra i tavoli. Jimin sorrise dolcemente a quella scena. Yong Sun era davvero un bravo ragazzo, intelligente, serio. Spalancò la porta e il campanello suonò, facendo voltare il giovane nella sua direzione. Subito gli occhi gli si illuminarono e un gran sorriso si fece strada sul suo volto. Il cameriere era così felice ogni volta che il suo hyung lo veniva a trovare. Non vedeva l'ora di consegnargli il suo regalo di Natale, aveva avuto la brillante idea di comprare due biglietti per una mostra di arte contemporanea e per quella sera aveva prenotato un ristorante molto carino al centro. Desiderava ardentemente che tutto fosse perfetto. Aveva deciso di dichiararsi a Jimin. Al solo pensiero il suo viso andò in fiamme e per poco non inciampò facendo cadere a terra il vassoio pieno di bevande e dolci. Dopo aver servito i clienti s'incamminò con passo fin troppo svelto dal suo amico. Jimin alzò lo sguardo dal foglio in cui stava disegnando e gli regalò uno dei suoi sorrisi luminosi.

"Il solito hyung?" Chiese.

"Il solito grazie." Rispose.









Il campanello suonò e Taehyung corse ad aprire, trovandosi faccia a faccia con Hoseok, il solito sorriso contagioso. Gli altri lo seguirono a ruota dentro il suo appartamento e Jungkook li accolse con un educato "Buon Natale ragazzi." In quel periodo era molto cambiato, sorrideva di rado e se ne stava quasi sempre in camera a lavorare al computer. Molte volte Taehyung aveva tentato inutilmente di farlo uscire per andare al cinema o per una cena, solo loro due, ma lui utilizzava la scusa del troppo lavoro. Allora gli lasciava i pasti sul comodino ma la maggior parte delle volte rimanevano intatti.
I ragazzi poggiarono i propri regali sotto l'albero e si accomodarono in salotto.

"Jackson e Jimin stanno arrivando?" Domandò Jin.

"Veramente Jackson è tornato in Cina per festeggiare il Natale con i suoi mentre... Jimin lo trascorrerà con Yong Sun." Rispose Hoseok.

"Buono a sapersi, più cibo a disposizione per noi." Mormorò Yoongi.

"Ma è una nostra tradizione..."

"Lo so Jin hyung ma non voleva lasciare da solo Yong Sun."

Jimin non sarebbe venuto. Avrebbe dovuto aspettarselo. Cercò difficilmente di nascondere la sua delusione ma quando si voltò per dirigersi in cucina incontrò gli occhi del suo ragazzo e lesse della consapevolezza dentro di essi. Non doveva sentirsi in quel modo. Non doveva avere la costante sensazione che lo stesse tradendo ogni qualvolta che pensava, anche solo di sfuggita, al suo migliore amico. Lui non provava nulla nei confronti di Jimin. Era questo quello che si ripeteva continuamente per cercare di smorzare quel desiderio di mollare tutto e correre tra le sue braccia. Taehyung non faceva altro che sognare quella notte, le sue labbra, le sue mani, il suo profumo. Lo aveva detto a lui e lo aveva detto a se stesso: era stato soltanto un errore. Un errore che non doveva in alcun modo ripetersi. Prese degli stuzzichini dalla cucina e li posizionò sul tavolino del soggiorno e prese il telefono pronto ad ordinare la pizza.









Erano le dieci di sera e il proprietario del
Lolita aveva concesso a Yong Sun di poter finire prima il proprio turno, così dopo essersi cambiato velocemente, si ritrovò a passeggiare per le strade di Seoul in compagnia del suo hyung. Lo guardò di sottecchi e ancora una volta poté ammirare la sua bellezza e la sua eleganza. In poco tempo quel ragazzo era entrato a far parte della sua vita, divenendo quasi indispensabile. Yong Sun aveva molta paura di dichiararsi, e se lui non avesse contraccambiato i suoi sentimenti? Sarebbe stato perso.

"Hyung andiamo a casa mia, faccio una doccia veloce e poi andiamo a mangiare, ti va?"

Il ragazzo sapeva che era incredibilmente tardi ma quando aveva prenotato il ristorante aveva informato il proprietario che avrebbero tardato.

"D'accordo."

A Jimin non sembrava importare l'ora, osservava pensieroso i fiocchi di neve che avevano iniziato a scendere lentamente. Yong Sun stava quasi per perdere il controllo e baciarlo seduta stante. Invece gli afferrò timidamente la mano e s'incamminarono verso l'appartamento. Fece una doccia lampo e si mise a rovistare nell'armadio in cerca di vestiti più eleganti del solito. Jimin attendeva in salotto, scrutando le foto di famiglia del ragazzo. Pensò distrattamente a quando la madre di Taehyung gli comprò la sua prima macchinetta fotografica e lui entusiasta decise di scattare una foto, così fece mettere in posa Jimin e i suoi genitori, azionò il timer e corse al fianco del suo migliore amico, poggiando la guancia sulla sua e sorridendo all'obiettivo.

"Questa è la mia famiglia. Tu sei la mia famiglia, Jiminnie." Disse osservando la fotografia.

"Sono pronto hyung, andiamo?"

"Si." Sussurrò.

ℬ𝓁𝒾𝓃𝒹 ℒ𝑜𝓋𝑒  ➵  𝒱𝓂𝒾𝓃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora