Capitolo 17

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People say goodbye, in their own special way





Third person








"Jimin hyung?" Sussurrò una voce.

"Tae?" Mugugnò.

Aprì gli occhi ma ciò che vide non fu il viso del suo migliore amico. Si guardò intorno, non riconoscendo l'ambiente.

"Sei nella mia casa."

Jimin lo guardò confuso, poi realizzò. La discoteca, la musica assordante, il bacio, Taehyung. Si alzò di scatto dal letto ma un forte giramento di testa lo fece distendere di nuovo.

"Fa piano, hyung." Lo ammonì Yong Sun.

"Cosa è successo?"

"Hai bevuto fin troppo ieri sera. Stavamo ballando ma poi ti ho perso di vista e alla fine ti ho ritrovato sul retro del locale, seduto a terra, la pioggia che ti bagnava. Piangevi. L'ho capito dalla tristezza e dal dolore nei tuoi occhi. È successo qualcosa?"

"No nulla. Erano solo gli effetti dell'alcol." Rispose con voce monocorde.

Tentò di nuovo di alzarsi dal letto, massaggiandosi le tempie. Yong Sun gli porse una pasticca e un bicchiere d'acqua. Solo in quel momento si accorse che la sua gola stava andando a fuoco. Bevve tutto d'un sorso e inghiottì la pillola per il mal di testa.

"Oh i tuoi amici ti hanno chiamato molte volte al telefono ma tu dormivi e non volevo disturbarti. "

Eri così bello mentre dormivi  voleva aggiungere Yong Sun, ma non ne trovò il coraggio.

Lo osservò mentre afferrava il suo telefono per controllare le chiamate perse. Un sorriso amaro spuntò dalle sue labbra.

"Non mi ha chiamato nemmeno un volta. Avrei dovuto aspettarmelo." Sussurrò.

Stava per domandargli di chi stesse parlando ma il telefono squillò nuovamente.

"Pronto hyu - "

Non riuscì a terminare la frase che le sue orecchie furono investite dall'urlo di Yoongi.

"Park fottuto Jimin, dove cazzo sei finito?!" Gridò.

"Sta calmo Yoongi hyun - "

"Non sto calmo per nulla! Ti abbiamo cercato per tutta la notte, Hoseok non la smette di piangere!"

A quelle parole il cuore di Jimin si strinse.

"Mi dispiace, non volevo farvi preoccupare." Mormorò.

Yoongi gli ordinò di dargli l'indirizzo del ragazzo che lo aveva ospitato con l'intenzione di andare a prenderlo. Jimin se lo fece dettare e lo disse al suo hyung. Riattaccò la chiamata e chiese di poter usare il bagno per darsi una rinfrescata. Davanti lo specchio, ispezionò il suo volto, scovando un viso pallido e delle profonde occhiaie. Il suo sguardo scese lungo il collo e spalancò la bocca. Due enormi lividi si estendevano dalla mandibola alla clavicola. Con dita tremanti tracciò il contorno di quei segni, soppesando il significato che essi esprimevano. Quello di appartenenza. Ma lui non apparteneva a Taehyung. Una lacrima solitaria solcò il suo viso. La asciugò rapidamente e tornò nella stanza.

"Ehm Yong Sun, non è che per caso avresti una sciarpa...?"

Lui lo guardò confuso, poi notò i segni sul suo collo e arrossì. Un moto di gelosia si fece strada dentro di lui ma lo cacciò via.

"C-Chi è stato, se posso saperlo?"

"Nessuno." Rispose Jimin.

E con quella parola era come se Jimin volesse cancellare in qualche modo la presenza di Taehyung nella sua vita.

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