Capitolo 20

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My hands are painted red.


Third person




I giorni passavano, eppure sembrava come se Jungkook fosse rimasto immobile. Lavorava ai suo progetti, andava all'Università, trascorreva alcuni pomeriggi in compagnia di Yoongi. Il giorno seguente si ripeteva a quello prima. Taehyung? Era ormai divenuto un fantasma. Non riusciva più a prendere in mano la sua macchina fotografica. Non catturava più i colori, le emozioni delle persone, perché lui per primo ne era ormai privo. Jimin li aveva rubati e li aveva custoditi nello scrigno del suo cuore. Jungkook lo vedeva dal suo sguardo confuso e disperato che non riusciva ancora a capire cosa gli stesse succedendo. Taehyung aveva paura di ciò che provava. Ogni notte era testimone dei sussurri del suo compagno nel sonno. Nessuna frase sconnessa, nessun urlo. Solamente un nome, chiaro, conciso. E non era il suo. Molte volte il ragazzo avrebbe voluto gettare tutto per aria, urlare ciò che provava, far comprendere  ciò che era lampante per tutti ma non per Taehyung, non per Jimin. Avrebbe dovuto lasciarlo, avrebbe dovuto andarsene da quell'appartamento ma non poteva. Nonostante tutto lui voleva stare vicino al suo hyung, non voleva lasciarlo solo.








"Hyung?"

"Cosa c'è moccioso?"

"Perché è così difficile amare?"

Le dita di Yoongi smisero di viaggiare sulla tastiera. Si voltò verso il ragazzo seduto a terra, lo sguardo rivolto verso il basso.

"Non è l'amore ad essere complicato, ma le persone."

"Capisco. Hyung?"

"Si?"

"Voglio aiutarli."

"Non dobbiamo immischiarci negli affari degli altri."

"Ma sono nostri amici."

"A quanto ricordavo, Jimin non ti andava molto a genio."

"Esatto. Ma non ha alcun senso no? Infondo non è stata una sua scelta quella di innamorarsi di Taehyung."

"Qui sei tu quello che dice cose senza senso."

"Se solo non avessi visto il modo in cui si guardavano, il modo in cui le loro anime si cercavano. Non pensavo di poter mai vedere un amore così, hyung."

Nella mente di Yoongi si affacciò quel sogno. I due ragazzi avvolti dal filo rosso del destino, indistruttibile, eterno.

"Non voglio più sentire le sue lacrime che bagnano il mio viso mentre sussurra il suo nome nel sonno." Mormorò il giovane.

Il maggiore si alzò dallo sgabello e s'inginocchiò davanti il suo amico. Gli accarezzò delicatamente la guancia e Jungkook posò lo sguardo su di lui, i loro occhi s'incatenarono e d'improvviso tutto intorno a loro si arrestò. Sembrò come se il corpo di Yoongi fosse stato catapultato su un altro universo, le mani si muovevano senza il suo ordine, andando a circondare il viso del ragazzo.

"Hyung?" Sussurrò quest'ultimo.

L'incantesimo s'interruppe e il maggiore si allontanò bruscamente da Jungkook, il quale era rimasto immobile, il cuore che batteva all'impazzata, gli occhi spalancati.

Siamo tutti ciechi, qui. 









"Jungkook sono a casa!" Esclamò Taehyung.

Attraversò il corridoio, si tolse la sciarpa e la giacca, poggiandola sull'attaccapanni. Anche se Marzo era arrivato con il sole, il freddo non accennava ancora a lasciare il passo alla primavera. Erano ormai passati mesi dal suo compleanno. Il più triste della sua vita. I suoi genitori avevano organizzato una serata in famiglia in cui era stato invitato anche Jimin. Non era venuto. Pochi giorni dopo aveva invitato i suoi amici a passare un pomeriggio insieme per celebrare il suo compleanno e anche in quella occasione aveva esteso l'invito a Jimin. Lui non si era presentato. Non aveva avuto più sue notizie da molto tempo. Hoseok raccontava che oramai passava la maggior parte del tempo con Yong Sun, molte volte non rientrava nell'appartamento per giorni.
Si diresse nella loro camera da letto e non si sorprese nel trovare il suo ragazzo con il computer sulle ginocchia, concentrato sul lavoro che stava svolgendo. Taehyung gli si avvicinò e gli stampò un leggero bacio sulla tempia, accarezzandogli delicatamente il capo. Fece per prendere la parola, quando i loro telefoni annunciarono l'arrivo di un messaggio. Era da parte di Hoseok, il quale "ordinava" gentilmente di incontrarsi in centro per passare un pomeriggio in compagnia. Jungkook era sul punto di declinare l'invito ma il ragazzo lo prese per il braccio e lo obbligò a farsi una doccia e a vestirsi. Così una mezz'ora più tardi i due ragazzi si ritrovarono a camminare per le strade di Seoul, mano nella mano.

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