Capitolo 10

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You promised me





Jimin



Gli accarezzavo lentamente i capelli mentre lo osservavo dormire beatamente tra le mie braccia. Il luogo in cui doveva stare. Con il solo pensiero che di lì a poco sarebbe dovuto tornare da qualcun altro, rafforzai la stretta sul suo corpo. Le mie mani pian piano scesero lungo il suo viso, sfiorando la fronte, gli zigomi, il naso, le labbra. Quale paradiso sarebbe stato il poter svegliarmi ogni giorno con il suo viso a pochi centimetri dal mio, sfiorargli le labbra in un tenero bacio mattutino, affondare il volto nell'incavo del suo collo ed inspirare il suo dolce aroma al miele. Avrei potuto dipingerlo come uno dei migliori capolavori della mia collezione.

"Jimin?"

Si era svegliato. Aprì lentamente gli occhi e un piccolo sorriso spuntò dalle sue sensuali labbra. Rimasi imbambolato ad osservarle.

"Jimin?"

Riportai immediatamente l'attenzione sul suo viso, mentre il mio stava andando lentamente a fuoco.

"S-si?"

"Ho fame!" Esclamò.

"Tu hai sempre fame." Risi.

Lui rimase a fissarmi, gli occhi color nocciola fissi nei miei.

"Finalmente." Sospirò.

"Cosa?"

"Finalmente rivedo il tuo sorriso."

Distolsi lo sguardo, le guance ormai in fiamme. Lui allungò le mani verso quest'ultime ed iniziò a massaggiarle.

"Mi sono mancate anche queste belle guanciotte."

"Oh andiamo, smettila. Non sono più un bambino."

"Ah bei tempi. Ricordo ancora quando eri un dolce bambino tutto guanciotte e quelle manine così piccole e carine... Ah ma quelle le hai ancora adesso!"

Schivò con una risatina il cuscino che gli avevo tirato contro.

"Cos'hanno le mie mani, scusa?"

"Nulla Jiminnie, sono così adorabili, così come le tue guance." E riprese a toccarmi il viso.

"Peccato che siano rimaste solo queste due caratteristiche di quel bambino sorridente." Mise il broncio.

"Cosa vorresti dire?"

"Beh oramai sei cresciuto, sei diventato un bel ragazzo, serio, risoluto."

Aveva ragione, nel corso degli anni il mio carattere era mutato di molto.

Ho solo te.

Quelle parole si affacciarono nella mia mente. Ricordo ancora la foto scattata delle nostre mani intrecciate. La nostra promessa.
Non avrei mai immaginato che di lì a poco uno di noi due l'avrebbe infranta. Quando Taehyung conobbe Jungkook, la mia figura divenne soltanto un'ombra che pian piano scompariva, fino a non rimanerne più nessuna traccia. Ci eravamo promessi di non lasciare mai solo l'altro, di sostenerci a vicenda, di rimanere insieme per sempre. Perché io avevo solo lui e lui aveva solo me. Eppure tutto ciò che avevamo passato non ebbe più importanza dopo la comparsa di Jungkook. Così mi avvicinai sempre più a Hoseok e Yoongi e di conseguenza anche a Namjoon e Jin. Nonostante tutto anche Taehyung si unì al gruppo e poco dopo Jungkook fece lo stesso. Da quel momento in poi passammo molto tempo assieme, ad esclusione di Taehyung e Jungkook, i quali preferivano stare da soli la maggior parte del tempo, festeggiando compleanni, pianificando vacanze, sostenendoci l'un l'altro in ogni situazione, come una vera e propria famiglia. Era ciò di cui io avevo più bisogno. In una calda notte d'estate i miei genitori morirono in un incidente stradale lasciando me e mio fratello Jihyun soli e addolorati. Fortunatamente gli assistenti sociali erano riusciti a contattare dei parenti in America, così il mio fratellino si trasferì da loro mentre io rimasi in Corea, non volevo abbandonare il mio paese. Fui ospitato in casa Kim e vissi per molti anni con Taehyung, fino a che non ci iscrivemmo all'Università ed iniziai a vendere abbastanza quadri per ripagare tutto ciò che la famiglia Kim aveva fatto per me. Decisi di trovare un appartamento vicino l'Università, per comodità e per non essere più un peso per i genitori di Taehyung. Così Hoseok decise di ospitarmi nella sua casa. In quel modo passavo meno tempo in compagnia di Taehyung, che non sembrava risentirne molto, tanto era preso dal suo ragazzo. In quei due anni cercai di dimenticarlo, uscendo con gli hyungs e provando a conoscere nuove persone, eppure ogni qual volta tentavo di approcciarmi con qualcuno, il suo viso si affacciava prepotentemente nella mia mente, non lasciandomi vie di fuga. Quello fu il periodo più oscuro della mia vita. Non mi era rimasto più nulla. I miei genitori erano scomparsi, il mio fratellino si trovava in un altro paese e la persona che più contava nella mia vita non era al mio fianco. Fu Yoongi a tirarmi su, grazie alla sua meravigliosa musica.

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