Sequel di La Stirpe di Lilith - Genesis, vincitore nella categoria debutto ai Wattys 2016.
Ringrazio @skadegladje per la copertina e i banner!
Caino, primogenito di Eva, è davvero figlio di Adham? O in lui si cela un oscuro segreto?
Sarà in grado di...
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17 anni prima...
Quando finalmente fece ritorno al suo villaggio, stanca e stremata, le pareva di non poter percorrere un altro metro in più. E da quella notte, ogni notte riviveva nei suoi pensieri le immagini che l'avevano devastata. Non era stato per niente facile. Da lontano poteva vedere le torce accese nelle piccole vie del villaggio, e qualcosa che prima non c'era, un cancello e una recinzione, fatta di alti pali appuntiti. Da cosa doveva proteggersi la sua gente?
Malgrado queste domande, si era avvicinata col cuore sollevato, passo dopo passo la sua mente pensava solo a sua figlia e ad Uriel. Il desiderio di rivederli entrambi dopo tre lunghi anni era devastante. Era come se un pezzo della sua anima fosse sempre rimasto li con loro. I bambini che erano con lei si emozionarono subito, non appena capirono di essere quasi arrivati.
Iniziarono a saltellare sul posto, strattonandole la veste. -Possiamo andare? Oh ti prego madre!- Chiesero all'unisono. -No. Aspettate, andremo insieme, potrebbero spaventarsi.- I due bambini non ricordavano nulla delle loro vite passate, di chi fossero in realtà. Nonostante questo, aveva lasciato loro i vecchi nomi, Castiel e Lucifero.
Sapevano però, di non essere davvero figli suoi; lei aveva raccontato loro di averli salvati dalle fiamme di un villaggio. Ed era una mezza verità, in fin dei conti. Ma alla fine era diventata come una madre, e loro la rispettavano come tale.
Se avesse lasciato che i due bambini corressero verso il villaggio, probabilmente sarebbero morti. Tenendoli per mano, di avvicinò lentamente nel buio della notte. Ma più metteva a fuoco, più rallentava. Alla fine si fermò, in cima ad un piccolo promontorio, che sul lato destro finiva a strapiombo in mare, e davanti a lei scendeva dolcemente verso il villaggio.
Legati ad un palo, posti ai lati dell'entrata della recinzione, c'erano i corpi di Azazel ed Uriel. Sembravano morti, ma Lilith sapeva bene che non esisteva alcun modo per uccidere un Angelo. Sentiva che non erano morti, ma avendo abbandonato la sua parte di Dea, non avrebbe nemmeno potuto rintracciare le loro anime, ovunque fossero.
Aveva rinunciato a quel privilegio. Rendendosene conto, cadde in ginocchio, le braccia tese in avanti con le mani che stringevano l'erba e la strappavano dal terreno. E di colpo avvertì di nuovo il suo cuore, che sebbene avrebbe dovuto essere morto, fece male, spaccandosi in mille pezzi.
Il piccolo Lucifero le si avvicinò, sfiorandole una spalla. Se solo fosse stato ancora l'Angelo che era una volta, avrebbe avuto qualcuno a cui aggrapparsi, invece in quel momento non aveva la più pallida idea di cosa fare. Sperò soltanto che sua figlia fosse viva. La sua unica ragione di vita.
Una donna camminava li fuori, col figlioletto mano nella mano. Le ci volle poco per riconoscerla; era Eva, non avrebbe mai pensato di rivederla. Ma fu il bambino a colpirla in modo particolare. I suoi occhi li avrebbe riconosciuti ovunque, perchè erano come i suoi, e come quelli di suo padre. La discendenza degli Angeli aveva occhi fuori dal comune, proprio come i loro.