5. Nomadi

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Erano in marcia da settimane ormai, si erano lasciati alle spalle già tre villaggi

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Erano in marcia da settimane ormai, si erano lasciati alle spalle già tre villaggi. Da ognuno di essi avevano ascoltato storie di questo demone succhiasangue. Quello che nè Caino nè Abele comprendevano, era perchè Metatron avesse atteso così tanto tempo prima di mandare qualcuno ad affrontare quella missione. Suo padre sarebbe potuto partire anche da solo. Forse lo aveva fatto per non preoccupare sua madre durante la gravidanza, dopotutto.

Ma erano passati molti anni dall'ultima volta che quel demone era stato avvistato, e trovarla a quel punto, non sarebbe stato affatto semplice.
E dopo l'ultimo villaggio, da cui erano partiti ormai dieci giorni prima, non avevano incontrato nessun altro.

Iniziavano a dubitare della riuscita della loro missione, e soprattutto, erano stanchi. Quello che avevano ricavato da quel viaggio erano solo storie, e tutte molto simili tra di loro; una donna bellissima, che viaggiava con due bambini, e che lasciava dietro di se una scia di morte. Però, quando Caino pensava a tutte quelle storie, trovava un punto in comune tra esse; morivano solo i malfattori. Tutte le persone uccise da quel demone, erano criminali, assassini, stupratori, uomini che picchiavano le loro donne o i loro figli. E più di tutti, questo era il vero motivo per cui iniziava a dubitare.

Doveva anche rimanere fedele alla propria famiglia però, e soprattutto, Metatron era un Angelo del Signore, non poteva dubitare delle sue parole. Se provenivano da Dio, dovevano essere giuste. Abele invece sembrava tranquillo, era rimasto così affascinato da quella ragazza con cui era stato, che più volte aveva detto di volersi fermare al ritorno, deciso a chiederla in moglie. Caino scuoteva la testa a quelle parole, ma non si sentiva di dire la sua. Lo divertiva vederlo così, e almeno era meno teso di quando erano partiti. Ma credeva che da li, alla fine del loro viaggio, avrebbe conosciuto molte altre ragazze, bellissime, e non avrebbe certo potuto sposarle tutte. A meno che loro non accettassero. Nessuna legge del loro popolo lo impediva.

Fu solo dopo una luna, che si imbatterono in un popolo nomade, composto da poche decine di persone, che si erano accampati nei pressi di una sorgente d'acqua. Caino li aveva avvistati da lontano, ed era incerto sul da farsi, perché i popoli nomadi non erano famosi per la loro ospitalità. E circolavano delle voci su di loro, che praticavano una magia antica, che non era ben vista agli occhi di Dio. Si diceva che avessero delle streghe, e che viaggiassero con degli animali. Ma quella gente non aveva nulla di sospetto, sembravano solo brave persone che si erano fermate a riposare. E poi, lui e il fratello avevano le borracce da riempire. Se fossero sorti dei problemi, li avrebbero affrontati.

Al loro arrivo, tutti si fermarono, ma lui continuò ad avanzare, senza mostrare timore e senza badare agli sguardi che sentiva su di se. Abele tendeva a guardarsi intorno, ma era giovane e nessuno avrebbe badato agli sguardi di un ragazzo. Continuando ad ignorarli, Caino si inginocchiò, immerse le mani nell'acqua e se le portò alla bocca per dissetarsi. Con la coda dell'occhio vide suo fratello fare lo stesso accanto a lui. Dopo aver bevuto, si bagnò il viso, il collo e le braccia, per rinfrescarsi. Il silenzio cresceva, ma non ci badò più di tanto. Riempì la borraccia e si alzò, guardandosi attorno.

La Stirpe Di Lilith - Il Marchio Di Caino #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora