Non era certo la prima volta che Iblis metteva piede sulla Terra. L'aveva già fatto molte altre volte, con l'incarico da parte di Sathaniel di trovare un buon riparo per la sua gente. E quello era solo l'inizio, il primo gruppo di tanti altri che sarebbero seguiti. Certo, aveva espresso la sua perplessità, quando il Re degli Inferi, gli aveva comunicato la decisione di spedirlo insieme al gruppo di coloni in modo permanente. Aveva ribattuto, dicendo che lui era un comandante, che il suo posto era ad Assiah nella regione di Geenna, per servire la sua patria e comandare le truppe.
Ma Sathaniel aveva altri programmi in mente per lui. Si era sentito offeso, degradato dal suo ruolo di capo, ma non c'era stato niente da fare.
-Trova la donna che ami.-
Gli aveva detto. La ricordava benissimo, non aveva mai dimenticato il suo volto, la sua voce, anche se non l'aveva più vista per anni. Non era una semplice umana, se ne era accorto già dalla prima volta che l'aveva vista, intenta a cercare erbe per i suoi incantesimi di guarigione. Se ne stava in piedi, sul ciglio di una scogliera, ad occhi chiusi, con il vento che tirava indietro prepotentemente i suoi capelli diafani, così chiari che il sole brillava tra le ciocche scomposte.
-Fermati!-
Aveva urlato, credendo che si sarebbe buttata. Lei sobbalzò per la paura e la sorpresa, credeva di essere da sola, e quando lo vide avvicinarsi, mise male un piede e scivolò giù. Se Iblis non avesse mantenuto la sua forma di demone, probabilmente non avrebbe fatto in tempo a spiegare le sue ali e salvarla. Si precipitò giù, inseguendola nel vuoto, e la afferrò prima che si schiantasse sugli scogli sottostanti, dove le onde si rifrangevano creando mille piccoli cristalli che svanivano all'aria.
Lei urlava e si dibatteva tra le sue braccia, ma lui era più forte di lei e l'aveva bloccata. Era ovvio che fosse spaventata. Non aveva pensato minimante di nascondere la sua natura, certo che li non ci fosse nessuno, nessun villaggio umano nelle vicinanze. Il suo aspetto, agli occhi di quella donna doveva essere brutale. Un essere alto quasi due metri, la muscolatura era il doppio di quella degli esseri umani, le mani erano grandi in modo innaturale, con dei piccoli artigli al posto delle unghie, così come i piedi. La sua pelle era di un viola scurissimo, i capelli bianchi e le iridi di un grigio-viola molto chiaro.
Doveva aver provato un terrore inimmaginabile, nonostante lui cercasse di calmarla.
-Calmati, ti prego calmati, non voglio farti del male, non farti ingannare dal mio aspetto così diverso dal tuo.-
Recitò a voce bassa l'incantesimo che gli avrebbe conferito un aspetto umano, nascondendo i suoi tratti demoniaci ai suoi occhi. Senza cambiare la sua statura, la sua pelle divenne di un color ambrato più naturale, gli occhi rimasero grigio-viola e i capelli divennero biondi. Li portava corti, così come ci si aspettava da un soldato.
Allora la donna si calmò, e ricominciò a respirare normalmente.
-Sei sola?-
Lei annuì, senza parlare.
-Hai bisogno di aiuto?-
Scosse la testa, ma ancora non proferiva parola. Iblis sospirò, la donna non si fidava, naturalmente.
-Io mi chiamo Iblis. Tu ce l'hai un nome?-
La donna esitò. Era comprensibile, forse avrebbe dovuto semplicemente andarsene e lasciarla in pace, ma in lei vedeva qualcosa che la rendeva speciale. Inoltre, aveva bisogno di trovare un buon posto per la sua gente, forse lei avrebbe potuto aiutarlo.
-Ertha. Io mi chiamo Ertha.-
-Bene, il suono della tua voce è così bello che non dovresti temere di usarla.-
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La Stirpe Di Lilith - Il Marchio Di Caino #Wattys2017
ParanormalneSequel di La Stirpe di Lilith - Genesis, vincitore nella categoria debutto ai Wattys 2016. Ringrazio @skadegladje per la copertina e i banner! Caino, primogenito di Eva, è davvero figlio di Adham? O in lui si cela un oscuro segreto? Sarà in grado di...