Iblis aveva visto qualcosa scendere dal cielo, e senza voltarsi a guardare, pregò che non fosse un Angelo. Non doveva in nessun modo farsi vedere. Fino a quel giorno erano rimasti nascosti, nessuno era venuto a sapere dei loro spostamenti, nè che andavano e venivano liberamente dagli Inferi. Guardò il paesaggio sottostante, cercando crepacci in cui nascondersi. Nessun Angelo era in grado di sentire l'Aura di un demone. Se fosse riuscito a nascondersi avrebbe evitato uno scontro diretto. Perchè se si fosse scontrato, avrebbe dovuto trovare un modo per uccidere qualsiasi Angelo gli si fosse parato di fronte. E non era certo che le sue armi funzionassero.
Trovò quello che cercava, una fenditura profonda del terreno, probabilmente provocata da qualche terremoto. Scese in picchiata, senza stare a pensarci troppo, e si nascose all'interno, protetto dall'oscurità della notte. Il colore scuro della sua pelle avrebbe contribuito a nasconderlo. Ma se avesse dovuto combattere, lo avrebbe fatto. Senza pensarci due volte. Sfiorò con la mano la sua spada, forgiata tra le fiamme dell'inferno. Poi, di rimando, toccò la lama di cristallo nero che aveva preso dalle mani di Abele, morto a terra. I morti non avevano bisogno di armi.
Quell'arma era in grado di intrappolare l'anima di un Angelo, e costringerla a reincarnarsi. Era una punizione esemplare per ogni Angelo. Solo una mente contorta poteva averla partorita, come quella di Metatron. Non aveva mai avuto modo di scontrarsi con lui, o di conoscerlo, ma quello che aveva ascoltato su di lui gli bastava. Accarezzò ancora la lama della lancia di cristallo nero, assicurata dietro la schiena. Quella era la sua unica possibilità contro un Angelo.
I Demoni si ripetevano spesso che non erano inferiori agli Angeli del Paradiso, ma la realtà era ben diversa. Se una lama di cristallo brandita da un Angelo poteva uccidere un Demone, lo stesso non era per le spade di questi ultimi. Potevano solo uccidersi tra di loro. Non importava con quale lama si affrontassero, se un Demone veniva colpito al cuore o gli veniva tagliava la testa, era un Demone morto. Era quello che li rendeva inferiori.
Strinse ancora di più l'asta della lancia, completamente d'oro. Se fosse stato necessario, avrebbe combattuto. Riuscì a sentire i pesanti stivali atterrare sulla terra arida e secca, erano più di uno. Poi sentì i passi. Se lo avessero trovato avrebbe potuto abbatterne uno, o due, a seconda della loro gerarchia, ma se fossero stati di più sapeva bene a cosa sarebbe andato incontro. Non poteva morire lì, aveva ancora molto da fare. Ma non poteva nemmeno condurli dal popolo Nomade.
Se avesse tentato di raggiungere Ertha, probabilmente loro lo avrebbero seguito, e non solo avrebbero sterminato i Lupi, ma sarebbero arrivati a Caino. Strinse ancora di più le armi nelle mani. No, non poteva assolutamente farlo. Caino era molto importante per i piani di Lilith. Ma non poteva nemmeno mettere a repentaglio la vita di Iris e Naamah. Lilith lo avrebbe ucciso se fosse successo qualcosa a loro.
Una sola era la soluzione, seppure pazza, sconsiderata ed impossibile. Nemmeno un Angelo avrebbe potuto volare ininterrottamente per tutti quei kilometri. Ma doveva tentare, volare il più velocemente possibile verso sud, verso gli immensi ghiacciai, dove la porta dell'Inferno si sarebbe aperta per lui, e avrebbe potuto batterli di sicuro. Doveva solo sperare di resistere, ed era già stanco per il lungo viaggio in cui aveva portato Iris dal suo fratellastro. Ma non aveva altra scelta che tentare.
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La Stirpe Di Lilith - Il Marchio Di Caino #Wattys2017
ParanormalSequel di La Stirpe di Lilith - Genesis, vincitore nella categoria debutto ai Wattys 2016. Ringrazio @skadegladje per la copertina e i banner! Caino, primogenito di Eva, è davvero figlio di Adham? O in lui si cela un oscuro segreto? Sarà in grado di...