17. Iris

316 39 41
                                    

Ogni volta rimaneva stupita di quello che era diventata, soprattutto quando suo fratello gli porgeva il polso e lei si incantava a guardare le linee verdognole delle vene

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ogni volta rimaneva stupita di quello che era diventata, soprattutto quando suo fratello gli porgeva il polso e lei si incantava a guardare le linee verdognole delle vene. Certo, avrebbe preferito il collo. Ma lui non voleva. Una volta ci aveva provato, in preda alla frenesia del sangue, ma lui, nonostante lei avesse già bevuto parecchio dalle sue vene, la fermò, bloccandola con forza sovrumana.

Certo, lui aveva l'aspetto di un essere umano, ma non lo era affatto. Come lei, in condizioni normali poteva sembrare umana, ma era tutt'altro. E non aveva ancora compreso del tutto la sua natura. Naamah aveva cercato di spiegarglielo qualche giorno prima, ma lei aveva davvero faticato a mettere insieme i pezzi.

Avevano la stessa madre, anche se lui era nato più di un anno dopo di lei, successivamente alla separazione delle due Lilith. Quindi, questo faceva di lei la sorella maggiore, anche se, in realtà, lui sembrava un uomo fatto e lei una ragazzina. Ma avevano ereditato entrambi i poteri della Dea. Si chiedeva spesso se questo non facesse di loro dei semi Dei.

Lui però aveva ereditato anche quelli del primo Angelo mai creato, Sathaniel. Le bastava stare vicino a suo fratello per sentire il potere vibrare intorno a lui. Anzi, fratellastro. Lei aveva avuto un altro padre, Uriel, l'Arcangelo della Morte. Chissà se per il Paradiso lui ricoprisse ancora quella carica? Magari lo avevano rimpiazzato dopo averlo condannato a reincarnarsi.

Ogni volta che pensava al destino che aveva avuto suo padre, la rabbia diventava quasi incontrollabile. Faceva parte del dono che aveva ricevuto con la sua morte, non avere il pieno controllo sulle sue emozioni. Strinse di più il polso di suo fratello senza accorgersene, fin quando non lo sentì gemere. Allora allentò la presa dei denti.

Naamah era nato immortale, a differenza sua, che lo era diventata solo dopo essere morta, e come vampiro, costretta a nutrirsi di sangue. Era una fortuna che non ci fossero umani nei paraggi, ma nel caso, non sapeva se fosse stata in grado di resistere. Non era nemmeno sicura di voler resistere.

Non sapeva se era per via della natura di suo fratello, ma bere sangue le dava una sensazione che in tutta la sua vita non aveva mai provato. Quella sensazione di potere, forza ed invincibilità, legata alla vita che sentiva scorrerle nelle vene. Il piacere di prendere quel liquido pieno di essenza vitale da qualcun'altro. No, era certa che non si sarebbe fatta scrupoli se mai si fosse trovata di fronte un umano.

Qualche giorno dopo il suo arrivo, Naamah aveva insistito perché parlassero, anche se lei non se la sentiva molto. Ma lui doveva spiegarle molte cose. E così era venuta a conoscenza che sua madre era lo stesso mostro sanguinario che aveva sterminato gli adulti del suo villaggio. Questo era avvenuto prima che la Dea Lilith ne perdesse le tracce. Fino a quel momento era stata in grado di percepire la sua presenza ovunque si trovasse.

Naamah la spinse leggermente indietro. Era il segnale che poteva bastare così. Si scostò dal suo polso, un po' imbronciata. Ne avrebbe bevuto ancora, ne voleva ancora, la sua sete di sangue era insaziabile, e con tutti quei demoni a disposizione, si chiedeva come mai dovesse bere solo da lui. Si pulì la bocca con la mano, sorridendo comunque. Se lui non si fosse offerto di nutrirla, giorno dopo giorno, chissà cosa sarebbe stato di lei.

La Stirpe Di Lilith - Il Marchio Di Caino #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora