20. Madre

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Erano caduti tutti, uno alla volta

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Erano caduti tutti, uno alla volta. Non importava con quante lance la colpissero, lei si rialzava sempre, più furiosa di prima. Quando ebbe finito, intorno a lei rimanevano solo corpi mutilati.

Ursula aveva assistito impotente a quello spettacolo. Si chiese cosa fosse accaduto ad Iris, anche se le doveva la vita. Quando l'aveva vista prepararsi per attaccare, aveva creduto di morire. Invece lei era scattata in avanti, assalendo i suoi inseguitori.

Insieme a quel massacro, Ursula vedeva la fine di tutti i suoi problemi. Non riusciva a provare pena o dolore, anche mentre osservava Iris china sull'ultimo uomo ancora vivo. Poteva vederne solo la schiena, il volto coperto dai capelli, ma sentiva chiaramene il rumore che produceva mentre succhiava via il sangue dal collo di quell'essere umano.

Un suono che le faceva accapponare la pelle.

Rimase ad osservarla, anche quando lei, lentamente dopo aver finito, lasciò ricadere il corpo esanime a terra e si alzò in piedi. Per alcuni istanti continuò a darle la schiena, poi si voltò, mostrando il suo volto pieno di sangue. Eppure, nonostante dovesse essere la cosa più spaventosa che avesse mai visto in vita sua, le sorrise, sicura che sotto quell'apparenza, c'era ancora la sua amica d'infanzia.

Iris rispose al sorriso, mostrando i canini, felice che Ursula non si fosse spaventata nel vederla in quel modo.

<<Iris, sono così felice di vederti!>>

Corse, gettando le braccia al collo della sua amica. Si strinsero per alcuni istanti, poi Iris la scansò violentemente.

<<Ti prego... il tuo sangue...>>

Voltò la testa per evitare di guardarla, deglutendo a fatica. Respirò profondamente per riprendere il controllo di se stessa. Aveva assaporato il sangue umano, finalmente. Certo, aveva bevuto anche quello di Abele, ma non era lo stesso, perché lui non era del tutto umano. Doveva ammettere che preferiva quello dei Nephlim, solo perché oltre a donarle vitalità, le donava molto più potere di quanto quello umano pareva fare. Anche se, il sapore ferroso di quest'ultimo non le dispiaceva.

Non sapeva però quanto influisse su di lei il sangue degli esseri umani. Sentiva che una parte del suo essere vampiro ne traeva forza, più che con quello di suo fratello. Non la sua parte di Nephlim, però.

Tornò a guardare Ursula, che era rimasta ferma, osservando la sua lotta contro la sete di sangue.

<<Devo portarti al villaggio.>>

La lancia era ancora conficcata nel suo fianco, ma Iris, senza alcuno sforzo, la estrasse, costringendo l'altra ragazza ad urlare. Anche se sarebbe guarita più in fretta di un normale essere umano, aveva comunque bisogno di cure, e non era certo immune al dolore.

La prese in braccio, correndo velocemente alla ricerca di Imahel. Non esistevano guaritori tra i demoni, ma lei aveva le conoscenze adatte per prendersi cura delle ferite di Ursula. Dopo tutto, era stata una Sacerdotessa, e aveva molte conoscenze riguardo alle arti curative. 

La Stirpe Di Lilith - Il Marchio Di Caino #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora