"Ok. Ma non è che poi, in fondo, la cosa cambi", constatai amareggiato. Era un dato di fatto che anche riuscendo a far girare la chiave non succedeva nulla. Cos'è? Ero deluso? Mi aspettavo forse di abbassare la maniglia e mettere piede a Panfilia? Sì, cavoli! Sì.
"Comunque direi che non ci sono dubbi, solo a te sono concesse alcune cose", il tono di voce del nonno ora era irriconoscibile se paragonato a quello dell'uomo che ci aveva accolto. Pensai che mi avesse letto nel pensiero e stesse cercando di consolarmi. Forse era davvero così. Forse anche lui per un attimo si era illuso.
"Nonostante quello che si dice in giro di me, non sono pazzo" ci disse con gli occhi fissi sul legno rosso. Fece addirittura un mezzo sorriso. "Ho sempre pensato" continuò "che fosse un vero peccato essere venuto a conoscenza di Panfilia senza poter condividere questa scoperta con il resto del mondo. Quindi per oggi non posso lamentarmi!" Poteva aver convinto Adam, ma quella frase e quel sorriso ai miei occhi apparvero forzati.
"Andate a casa ora, si è fatto tardi. E tornate sabato pomeriggio. Nel frattempo cercheremo tutti di riordinare le idee".
Il mio sguardo incontrò quello di Adam e capii che era chiaro per entrambi che se anche fossimo rimasti ancora lì non avremmo concluso niente. Tornammo a casa in silenzio, senza scambiare nemmeno una parola, ancora sballottati tra gli avvenimenti del pomeriggio.
E, comunque, saremmo dovuti tornare alla villa tra tre giorni: avevamo tutto il tempo per parlarne.
ORE 23.10
Non sarò più la stessa persona da oggi in poi . Non potrei neanche volendo. Ma almeno potrò dire di non essere più solo uno sfigato. Per questo mondo, almeno.
ORE 01.27
Voglio vederla di nuovo. Voglio sapere il suo nome. Voglio parlare con lei.
" Alla fine ieri non hai chiesto a tuo nonno cos' è successo davvero quando eri piccolo".
Sapevo che avrei trovato Adam fuori dalla porta di casa. Era appoggiato al cancellino d'ingresso, come solito. Lo faceva sempre quando non poteva attendere l'inizio delle lezioni per dirmi qualcosa di urgente. E di cose da dire ce n'erano parecchie.
"Ciao eh!" gli dissi incamminandomi verso la scuola.
" Guarda che sono più di dieci minuti che ti aspetto! Tu sei riuscito a dormire almeno un pò? Sai, poi non te l'ho detto, ma tuo nonno mi piace!"
"Sì, anche a me. Ma andiamo adesso, perchè altrimenti facciamo tardi. Tra l'altro c'è fisica la prima ora e non ho fatto gli esercizi."
"Tu forse, io li ho fatti stanotte, tanto non riuscivo a dormire!"
"E se entrassimo alla seconda ora?", proposi.
"Rilassati! Te ne ho fatta una copia".
"Sei un grande!" gli dissi quasi commosso.
"Sì, sì. Tu scherzi, ma faresti bene a dirmelo ogni volta che ci vediamo!"
Per il resto del tragitto scherzammo sulla sua presunta mente eccelsa, poi, l'enorme vetrata dell'ingresso spense ogni nostro entusiasmo e pressoché muti raggiungemmo l'aula con il resto della classe.
"Tutti ai vostri posti ragazzi, che devo fare un annuncio". La professoressa di fisica si fece largo tra alcune ragazze riunite intorno ad un banco in prima fila a guardare chissà cosa di così interessante. Si mise in cattedra e attese che si smorzassero i rumori delle sedie prima di continuare. Era spettinata e malvestita, come sempre. "Bene, se anche Mary giù in fondo spegne il cellulare e decide di essere dei nostri" la fulminò con lo sguardo "vorrei presentarvi Zoe Dawson. La sua famiglia resterà in città per qualche tempo, quindi cerchiamo di non farla scappare prima del dovuto!" Appoggiò entrambe le mani sulla cattedra prima di scandire un "Sono stata chiara?" che non ammetteva repliche.
Mi alzai così velocemente che la sedia dietro di me cadde sul pavimento. "Non è possibile!" dissi ad alta voce.
"Te l'avevo detto che doveva avere i capelli lunghi" mi disse piano Adam, sporgendosi dal suo banco verso il mio.
"Spero Nathan che stessi alludendo al fatto di non farla scappare, o c'è qualche cosa che ti turba e che vorresti condividere con il resto della classe?"
"N-no, certo che no, prof" dissi subito, mentre mi bersagliavano le occhiate e i sorrisetti di tutti i presenti, "Volevo solo rassicurarla", terminai stracolmo di vergogna.
Il brusio attorno a me aumentò e io capii che quella figura di merda mi avrebbe perseguitato per molto tempo.
Zoe fu fatta sedere quattro file più a destra. Dannazione! Se anche mi fossi letteralmente steso sul banco di fianco al mio non sarei riuscito a vederla bene. Dovevo assolutamente controllare se aveva la cicatrice con l'albero sul collo. Ma da quella posizione non ci sarei mai riuscito. Tuttavia mi rincuorò constatare che, se non altro, avevo la possibilità di guardala quanto volevo durante le ore successive. O almeno quel tanto che mi bastava per stabilire se fosse qualcuna che le somigliava parecchio o se era davvero lei. Quella LEI.
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SPAZIO AUTRICE
E così avete conosciuto Zoe! Eppure...

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ALTER
FantasyLui vede cose che gli altri non vedono. Lei ha un segreto, probabilmente più di uno. Lui non sa ancora di cosa è capace. Lei appare all'improvviso. Lui è reale, lei forse no. Insieme danno alla parola ALTRO un significato inaspettato.