4. COSE NON DETTE

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"Ma quante volte te lo devo dire, non lo so.... NON-LO-SO."

"Pensaci bene, ti prego".

"Senti, te l'ho già detto, non insistere!" Era davvero irritata.

"Ok, ma dimmi almeno se quest'albero ti dice qualcosa." Le mostrai la copertina di pelle in rilievo.

"Bè, direi che è lo stesso  che c'era alla villa del nonno, sul cancello, se ben ricordo."

La naturalezza con cui aveva pronunciato la frase strideva con i miei pensieri.

"Posso andare ora? Devo finire di darmi lo smalto".

Non ci sarei mai arrivato. Non ci avevo neanche fatto caso. Nemmeno mentre lo disegnavo....

Erica stava già rientrando in camera quando: "Perché vuoi saperlo?"

"Così... mi è capitato tra le mani, non mi ricordo chi me l'ha dato e... l'ho chiesto a te... Speravo che tu potessi aiutarmi. Tutto qui..."

"Non mi incanti." Il tono era chiaramente ironico e mentre parlava aveva un fastidioso sorriso stampato in faccia. Non che fosse una novità. Anzi, quella era la tipica espressione di quando parlava con me.

"Ma se non fai che dirmi che sono disordinato, disorganizzato e tutta una serie di dis-qualcosa da riempirci un dizionario!"

"È tutto vero infatti. Sottoscrivo in pieno. Tranne per le tue cose."

Scandì così bene le ultime due parole che chiunque avrebbe capito che era meglio lasciar perdere e non continuare quel discorso.

Avevo pensato spesso che mia sorella non avesse grandi qualità o abilità particolari, ma di sicuro sapeva come mettermi a disagio. Perché era come se nelle sue parole avvertissi sempre un po' di rancore e cattiveria. E più di quello che diceva era il modo in cui lo diceva che mi faceva saltare i nervi.

Adam lo sapeva benissimo e per questo si intromise "Com'è studiare botanica all'università?"

"Ahahaha!" Erica gli scoppiò a ridere in faccia.

"Perché ridi?" continuò Adam serio "Davvero, io mi sono sempre chiesto cosa possa spingere una persona a studiare vegetali e a rinchiudersi in un laboratorio".

Lei rispose, evidentemente decisa a stare al gioco "Le piante sono più semplici delle persone e, nella loro semplicità, sanno essere molto più affascinanti..." Poi cambiando direzione e tono della voce "Non piaci al nonno e non gli farà piacere se andrai a trovarlo. E non pensarci nemmeno ad infilarti a casa sua di nascosto... Sai, fratellino" eccola, stava per affondare il colpo "sei fortunato ad avere un amico come lui: compensa tutte le tue mancanze!"

"Ce l'hai con me?" Sbottai. "È tutta la vita che mi stai addosso e mi rompi le palle! Se hai qualcosa da dirmi dimmela e basta! Che ti ho fatto? Perché sei sempre così acida?" Non avrei potuto tacere, neanche volendo. Questa volta sentivo di non essere in grado di lasciar correre, di lasciare che le sue continue frecciate mi scivolassero addosso.

"Avanti ragazzi, datevi una calmata... Non è il caso..."

"Hai ragione Adam, non è il caso... Torno a darmi lo smalto..."

"Eh no cara! Tu non vai proprio da nessuna parte." Avevo allungato il braccio mettendolo tra lei e la porta. "Sputa il rospo! E forse dopo ti sentirai meglio!" Ero incazzato. Sicuramente troppo per una situazione come quella, ma in fondo è così, perché quando ci sono cose irrisolte che fanno male, in realtà, basta veramente poco per fare uscire il peggio. Dentro ti si innesca una specie di valanga, e tutte le cose in sospeso spingono per uscire.

"... Io adoravo il nonno. Tu forse non te lo ricordi perché eri piccolo, ma è stato lui ad insegnarmi i nomi e le proprietà delle piante. A quei tempi tu andavi all'asilo e lui lavorava all'Università come biologo. Aveva un laboratorio, un'equipe che lavorava per lui, e mi spiegava tante cose..."

"Poi cos'è successo?", azzardai.

"Un pomeriggio qualcosa lo fece infuriare e ci mandò via urlando. Da allora ha cominciato a starsene sempre chiuso in casa, ha perso il lavoro e la gente ha iniziato a dire che era mezzo matto. Non ci è voluto molto e i nostri genitori ci hanno vietato ogni contatto con lui."

"E che c'entro io in tutto questo?", chiesi allibito.

"È stata colpa tua, di qualcosa che hai detto o fatto tu. Io lo so. Il nonno non è un pazzo. Ne sono sicura. Gridava, non voleva più che tu ti avvicinassi a lui. L'ho sentito con le mie orecchie. Papà ha continuato a ripetermi che si era messo ad urlare contro di te perché spinto da una qualche malattia, ma io so che doveva esserci un motivo. Lui era uno scienziato, una persona razionale, non uno squilibrato. Era nel suo studio, con te, non so di preciso cosa steste facendo, perché io ero nella serra, ma era con te quando è successo, ed era con te che stava urlando. Quindi non mi venire a dire che non sai perché c'è l'ho con te!"

"Non mi ricordo niente. Io non me lo ricordo..." dissi mortificato.

Erica richiuse sbattendo la porta dietro di sé.

Un minuto di silenzio può essere lunghissimo.

"In realtà tuo nonno è sempre stato un pò fuori di testa, anche quando lavorava all'Università. Mia madre mi ha detto che è sempre stato un pò strano. Anche più di te."

"E questo cosa c'entra?"

"Così, era per dire. Ho pensato ad alta voce... Piuttosto, credi che potremmo andare da lui e fargli delle domande?"

"Sei matto?! Non hai sentito Erica? E poi non so niente di lui. Non stavo mentendo, non me lo ricordo nemmeno."

"Bene! Allora è decisamente il momento di ricucire i rapporti. Andremo domani dopo la scuola. Te lo ricordi almeno dov'è che abita?"

"Aha aha!"

"Dai, non far caso a quell'invasata di tua sorella! Torniamo in camera tua a spulciare quei diari, magari ne viene fuori qualcosa di utile!"

Mi dispiace per Erica. Proverò a scoprire cos'è successo con il nonno. Cazzo! Cosa mai potrò aver combinato a cinque anni! Tutto questo non ha senso. Ma la cosa che non riesco a togliermi dalla testa è come posso essermi scordato completamente di un episodio così importante. Come mai non mi ricordo niente del nonno e, soprattutto, perché non ho pensato subito alla storia dell'albero? O per lo meno al fatto di averlo già visto prima da qualche parte...??????? Domande. E se il nonno avesse davvero una qualche malattia? E se anche io fossi un pò fuori di testa come lui? Adam mi direbbe che con i "se" e i "ma" non si fa la storia... Andrò a parlare con il nonno domani. Non posso fare altro.


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ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti e grazie per aver seguito ALTER fino a qui... anche perchè, vi sarete accorti, la storia, in realtà, deve ancora iniziare! :-) Ma tranquilli, già dal prossimo capitolo scopriremo qualcosa in più di Nathan e della misteriosa ragazza che solo lui vede!

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