Capitolo 10

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Ritorno a casa giusto per sbarazzarmi da questo vestito e prendere qualcosa di più comodo per raggiungere Andrew e passare un'altra notte con lui in barca, ma non appena entro in camera mia una strana sensazione mi pervade facendomi rabbrividire.

L'odore e la presenza di J mi, mista ad una delicata scia di tabacco, mi travolgono e mi destabilizzano per qualche frazione di secondo, facendomi vorticare la testa.

Mi guardo per un momento intorno e noto la tenda sottile che fluttua pur non essendoci vento.

Corro alla finestra e mi sporgo sul davanzale.
Inizio a chiamare J, urlando a squarciagola.
Ma nel buio inoltrato non riesco a vedere dei movimenti visibili.

Ma sono sicura che J è stato qui!
Anzi, ne sono sicurissima.

Mi batte il cuore e inizio a sorridere come una svitata.
Questo mese passato nello sconforto più totale viene immediatamente rimpiazzato dalla speranza di rivederlo ancora.

Il cuore mi batte forte e una strana energia non mi fa smettere di essere felice.

J è stato qui!
E sta solo a significare una cosa: gli mancavo!

E senza neanche liberarmi dal vestito lungo e scomodo, recupero il mio computer e il mio cellulare.
Ancora una volta collegata ad internet a cercare quello che potrebbe essere il fatidico locale che aveva desiderato inaugurare.
Sono convinta che esiste e che da qualche parte J deve pur averlo aperto.

Ci spendo tutta la notte a cercare le nuove inaugurazioni su un motore di ricerca e su vari social.
Mi appunto ogni recapito telefonico di attività nuove e di attività passate in gestione.
Non ne voglio saltare neanche una, anche se ci metterò una vita intera.

E se poi non dovesse sbucare neanche con questi nuovi numeri, allora mi metterò a cercarlo strada per strada. Casa per casa.

Eppure credevo di essermene liberata, che non provavo più nulla per lui e invece è bastato il solo pensiero di immaginarlo arrampicarsi fino alla mia finestra per far risvegliare questo sentimento mai sepolto.

Ormai è mattino e inizio il mio giro di chiamate.

Ignoro Andrew che è stato ad aspettarmi tutta la notte e ignoro i miei che non approveranno di nuovo questo mio chiudermi in me stessa.

Ma le prime chiamate si rivelano, come sospettavo, un buco nell'acqua.

Nessuno conosce J, fin quando, all'ennesimo numero, non mi risponde la voce di una ragazza.
Una voce simpatica e socievole.
«Revolution Bar, Sono Sarah. Chi è al telefono?»

«Oh, salve. Ciao Sarah... Sto cercando J. Sai dirmi se è al locale?»
Ho il cuore che fatica a contenersi per la tensione.

«Oh, no mi dispiace. J non è qui al momento. È fuori con Ed per delle commissioni... Ma puoi dire a me e posso riferire non appena sarà di ritorno...» mi risponde con gentilezza e io quasi non casco dal letto.

Mi stendo chiudendo gli occhi e non riesco nemmeno a risponderle.
L'ho trovato! Finalmente l'ho trovato!
E deve essere per forza lui dato che è in giro con Ed!
Ed - collo tatuato, che mi ha reso impossibile la vita all'interno di quel bunker dove mi tenevano rinchiusa e che più è stato arrestato...

«Mi senti?» Continua la ragazza.

«Ehm, sì... Sono qui...» spalanco gli occhi profondamente agitata.

«Okay, allora cosa devo riferire a J?»

«Oh, beh... forse posso anche parlare con te. In pratica chiamavo per un'informazione...» cerco una scusa su due piedi.

Rapita - parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora