Rapita - parte 2

Capitolo 15

Io e Sarah entriamo al bar e ci prepariamo per la giornata di lavoro, anche se sono davvero provata dalla notizia bomba che ha sganciato.
J e Sharon? Può mai essere?
Intanto si sono chiusi nella stanza sul retro e io mi venderei addirittura un rene per sapere quello che cavolo stanno dicendo o facendo.

Tendo sempre l'orecchio per capire se stiano commettendo qualche atto osceno, ma non capto neanche un sospiro.

Inizio ad innervosirmi.

Non ci posso credere che tutto questo silenzio e il volere a tutti costi che me ne tornassi a casa fosse dovuto al fatto di una probabile fidanzata... bleah!
Potrei vomitare!

Ma comunque cerco di concentrarmi sul lavoro.
Se voglio rimanere qui -per J- devo comportarmi come una persona normale e guadagnarmi da mangiare lavorando.

Ma oggi purtroppo non eccello.
Sarah se ne accorge.
«Dio, la gelosia ti sta rosicchiando viva» commenta ironica.

Ma io non rido.
«Vorrei sapere cosa stanno facendo» sbotto.

«Fanno sempre così: a volte restano chiusi lì dentro anche per mezza giornata»
Le sue parole peggiorano il mio umore.

«Ma io devo sapere con sicurezza se stanno insieme!» mi fermo difronte a lei davvero disperata.

Mi guarda con gli occhi spalancati, comprendendo solamente adesso quanto io sua fuori di testa per J.
«Io non voglio farti stare male, okay? Ma pare di sì, cioè non lo so, ma potrebbe essere»

«Che diavolo significa?» mi irrito.

«Senti, noi non abbiamo mai visto J e Sharon scambiarsi effusioni o fare delle cose sconce in pubblico... Si limitano solamente a vedersi in disparte, e questo ci fa incuriosire molto a noi che lavoriamo qui... Perfino Ed rimane in disparte...»

E lo vedo, collo tatuato, che è rimasto fuori dalla porta a mo' di buttafuori, mentre J e Sharon restano ancora chiusi lì dentro.

Passo e spasso davanti ad Ed che ad un certo punto inizia a guardarmi sospettoso.

Sono tentata di chiedergli se sappia qualcosa di quello che J sta facendo, ma poi mi vergogno e ritorno alla mia postazione per servire ai tavoli.

«Tanto non ti dirà nulla. È inutile che gli giri intorno...» mi avvisa Sarah «E poi credo che nemmeno lui sia a conoscenza di quello che fanno lì dentro» aggiunge poi arrestandosi di colpo.
«Scusa, ma ora devo andare» si liscia il grembiule, si sistema i capelli dietro l'orecchio e sorride.

La guardo perplessa e poi capisco il perché di questa sua euforia: è appena entrato un ragazzo decisamente figo, e credo proprio che Sarah se ne sia invaghita.

Scuoto la testa e mi avvicino a Jessi per ritirare la colazione del tavolo 6.
«Ora ti toccherà lavorare un po' da sola» mi comunica la barista mentre smanetta con caffè e pancake.

«Perché?»

«Sarah resterà per un bel po' appiccicata a Diego...»

E mi volto a guardarla completamente immersa negli occhi scuri di quel fascinoso latino americano, anche se ha un non so che di pericoloso.
Sarà sicuramente qualche trafficante... Dio! Ma in che razza di posto mi sono avventurata per capire il cervello di J?

Un brivido mi scuote e mi ridesta dopodiché mi rimetto a servire ai tavoli.

E solamente due ore dopo, Sharon decide di uscire dalla stanza sul retro.