Jack

6.9K 429 74
                                    

Lo stronzo di Richard mi ha buttato fuori strada e colpito alla testa mentre stavo correndo in moto da Elinor a casa di Frank e Evelyn. Se non fosse stato per Kennedy che mi ha trovato e aiutato a riprendermi, forse non sarei nemmeno qui adesso.

E mi si spezza il cuore nel vederla seduta a terra con la faccia bagnata dalle lacrime e gli occhi spaventati.

Mi rendo conto all'istante che nemmeno quando ho provato a terrorizzarla io era così spaventa a morte, quindi deduco che il pazzo maniaco le ha fatto qualcosa. E se così fosse, stavolta non avrà scampo

E lei continua a guardarmi senza riuscire a dire nulla e io inizio a guardarmi intorno sperando di trovare quel pezzo di merda di Richard e terminare il lavoro lasciato in sospeso tempo fa.

E non appena mi avvicino a lei con la rabbia e il fastidio che monta disumanamente, mi accorgo del corpo inerme di Richard sdraiato sul pavimento.
E quasi cedo per l'impatto violento che questa scena ha verso di me. Il respiro mi si mozza in gola e mi volto a guardare immediatamente Elinor che fatica a restare concentrata.
Trama in un modo assurdo e il suoi respiri sembrano per lo più delle convulsioni, ma non mi passano certamente inosservate le macchie arrossate sul suo collo, le braccia e le mani.

Inizio a fare due più due.
Il pazzo deve averla aggredita e lei ha reagito.

Mi fiondo su di lei, cadendo sulle ginocchia.
Abbasso il capo per mettermi a livello del suo viso e cerco di accarezzarle con delicatezza il viso.
E lo faccio solamente con il delicato tocco dei polpastrelli. Ho paura di spaventarla ancora dato che i suoi occhi mi guardano ma è come se non mi vedessero affatto.
«Elinor" mormoro e lei scuote la testa. Agita le mani e strizza gli occhi. Sembra uscire dal suo stato di trance.

«I-io l'ho ucciso. L'ho u-ucciso...» la sua voce è strozzata, per lo più un sibilo e i suoi occhi si incollano terrorizzati al cadavere di Richard. E a questo punto le stringo il viso, spingendo la sua fronte contro la mia e ad obbligarla a guardarmi.

«Ehi, lui ti ha fatto del male e tu hai reagito. Ti sei solamente difesa. Ma ora dobbiamo uscire da qui» le dico con calma e cerco di alzarla, ma lei si rifiuta di collaborare e intanto suo padre ci precipita alla porta.

Per poco non sviene dal sollievo non appena vede sua figlia viva, e si avvicina a noi correndo mentre la scimmia del suo autista/guardia del corpo perlustra la casa.
Ma a nessuno dei due sfugge il cadavere di Richard con un coltello da cucina conficcato nel collo.
«Tesoro mio. Stai bene? Ti ha fatto del male?» E nota i segni rossi sulla pelle di Elinor e digrigna i denti, rimandando indietro le lacrime.

Elinor annuisce muovendo la testa su e giù, ma il terrore non accenna a scomparire dal suo volto.
«Papà, perdonami. I-io non so cosa ho fatto...» la sua voce strozzata dalla paura mi fa rabbrividire.
Cerco di stringerle una mano, ma lei preferisce avvolgere le braccia intorno al collo di Kennedy.
Mi si attanaglia lo stomaco nel vedere che non riesce a provare conforto con la mia vicinanza e che si sente più protetta accanto a suo padre.
Ma cosa potevo aspettarmi?

Mi faccio da parte in silenzio, guardando la macabra scena al mio fianco.
Il gorilla di Kennedy si accerta che il pazzo sia morto e d'istinto vorrei sfilare quel coltello dalla gola di Richard e conficcarglielo altre vento volte.

«Piccola, calmati» mormora Kennedy a sua figlia «Vedrai che andrà tutto bene. L'importante è che tu sia viva e che non ti abbia fatto nulla di grave»
Ma lei singhiozza e guarda i segni sulla sua pelle, inspirando tra i denti. Devono bruciarle da morire.
«Vedrai che riusciremo a guarirle» le sorride incerto suo padre, ma tutto sommato sta cercando di tranquillizzarla.
E Elinor si nasconde sulla sua spalla. Gli stringe la giacca, sussurrandogli di non lasciarla andare.

Rapita - parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora