J si passa una mano nei capelli e sospira. Io resto a guardarlo, senza sapere cos'altro aggiungere.
E di nuovo annego nella vastità delle cose che vorrei dirgli. Di nuovo resto in silenzio a vedere che scende dal letto per infilarsi qualcosa addosso.«Okay, allora andiamo via di qua» mi dice allungandomi una mano per aiutarmi a scendere dal letto.
Mi infilo un jeans e una felpa da sopra la canotta che già indosso e seguo J verso la sua moto.
Ancora che lo seguo. Ancora che gli do la mano. Ancora che mi fido di lui.
E mi lascio guidare, nel buio della notte, in sella alla sua moto, portandomi dietro i miei dubbi, le mie incertezze, le mie paure e l'amore che ancora provo per lui.
Riuscirò mai a liberarmene?
Riuscirò mai a vivere senza di lui?Devo affrontare la situazione, ma non ho proprio idea di come fare. O forse non voglio?
Sarà che ho paura di una sua conferma ai miei dubbi? Ho paura di sentirmi dire che non mi ama e che non mi ha mai amata?
Sì, probabilmente sì. Ho paura che tutto quell'amore provato svanisca nel nulla come se non fosse mai esistito. Come se tutte le belle sensazione provate fossero solamente un vecchio sogno.Sono davvero pronta a perdere tutto?
Ma J non lo sa. Non sa cosa sto pensando. Non sa cosa c'è adesso nella mia testa, come me che non ho mai capito cosa c'è nella sua.
E adesso mi sembra di non conoscerlo affatto. E questa cosa mi terrorizza parecchio.J mi porta in quel piccolo e angusto appartamento dove siamo stati la prima sera che sono arrivata in questo posto.
È notte fonda.
Sulle rampe di scale, è forte la puzza di piscio e con questa nausea che mi ritrovo temo di poter vomitare su questi gradini da un momento all'altro. Mi copro il naso con la felpa e scorgo un tipo moribondo sdraiato sulle scale. Una coppia che limona indecentemente mentre scende e va via, e un tizio che esce da una porta ci viene in contro non appena riconosce J.«J, mi presti qualche dollaro? Sono al verde, dammi una mano» dice grattandosi continuamente i gomiti e il tono della voce che ha mi fa intuire che sia anche parecchio ubriaco, o addirittura strafatto.
«Trovati un lavoro» risponde secco J, stringendo la mi mano per portarmi nel piccolo appartamento.
Tutto è rimasto come lo avevamo lasciato, anche se nuovi dubbi si insinuano nella mia testa: anche qui è stato con Maddy? Ha dei ricordi con lei anche qui dentro?
«Ti senti più al sicuro qui?» mi chiede non appena chiude la porta con due mandate e il chiavistello.
Asserisco solamente con la testa e mi siedo sul bordo del letto con le mani incrociate tra le gambe, chiusa in me stessa. Ma in realtà mi sento fuori posto anche qui, in tutto l'intero paese e perfino accanto a J.
E lui inizia a rendersi conto.
Sono consapevole di essere troppo strana stasera. Non parlo, non mi muovo, a stento lo guardo. Ho un groppo in gola e il cuore che fa male ad ogni battito.
J si siede accanto a me. Prende una mia mano e la stringe tra le sue.«Ma che ti prende, Elinor?» mi chiede perplesso e preoccupato.
Sento i suoi occhi fissi su di me, ma io continuo a tenere basso lo sguardo.
«Elinor, mi dici cosa ti sta succedendo? Hai paura che quell'uomo possa farci qualcosa? Perché se è così posso garantirti che non ci farà nulla di male. Devi credermi...» continua, stringendo ancora la mia mano nel calore delle sue.
Asserisco con la testa, ma continuo a non rispondere. E allora mi posa un braccio sulle spalle e mi tira verso di lui, sul suo petto, per abbracciarmi forte. Ma questa volta non glielo lascio fare.
Con una mano sul petto lo allontano leggermente, voltandomi poi col capo dalla parta opposta al suo viso. Ma prontamente mi afferra il mento e rigira il mio viso verso il suo.
«Posso capire cos'hai?» sbotta.Tiro leggermente il capo all'indietro per fargli lasciare la presa, ma me lo impedisce e stringe ancora di più.
«Ti decidi a parlare?» sbotta ancora, leggermente infastidito.«Ho bisogno di capire, J!» sbotto a mia volta e lui si acciglia.
«Cosa? Cosa devi capire?»
Deglutisco e lo guardo negli occhi. «Se ho fatto la scelta giusta» dico tristemente e lui si acciglia ancora di più.
«Intendi con me? Di stare qui?» e mi lascia andare immediatamente mentre io mi servo di qualche secondo per annuire.
Si alza sospirando e passandosi una mano tra i capelli. Fa un giro della piccola stanza e poi si ferma difronte a me, ma questa volta non troppo vicino. «Okay, cosa vuoi fare allora?» allarga le braccia e resta a guardarmi mentre io alzo le spalle e poso di nuovo le mani tra le cosce, stringendomi in me stessa.
«Cosa vuoi fare, Elinor?» alza di poco il tono e io sobbalzo.
«Non lo so. Non lo so, J» sbotto lievemente irritata, ma a lui non sembra piacere questa mia risposta senza senso.
Sbuffa e rifà il giro tormentandosi i capelli con quelle mani tatuate.
«Posso capire cosa diavolo è successo oggi da farti venire questi dubbi? Io non capisco, Elinor. E gradirei una risposta vera e completa» cerca di mantenere la calma.«Non è successo niente. Ho solamente pensato, J. Ho pensato a noi e a questa storia che stiamo vivendo, a quello che fai tu ogni giorno e a quello che... quello che sono diventata io...» mi si incrina la voce sull'ultima frase e continuo a guardare le mie mani soppresse tra le gambe.
Ma J non risponde nulla. Sospira, poi sbuffa e completa il terzo giro dell'appartamento.
Io non so più cosa dire e ho il cuore che martella incessante nel petto, provocandomi un dolore atroce al petto.
Riesco a trattenere a stento le lacrime e vorrei che lui adesso si avvicinasse, mi consolasse, rassicurasse proprio come ha fatto prima per tranquillizzarmi della presenza di quell'uomo.
Ma J adesso non si muove.Si avvicina alla porta e toglie il chiavistello.
«Allora pensaci bene e cerca di capire cosa vuoi fare il più in fretta possibile» sbotta andando via, lasciando cadere completamente il discorso prima ancora di averlo cominciato.Sbatte la porta e mi lascia sola con le mie paure, paranoie, dubbi e incertezze.
J non mi ha capita, o non vuole capirmi. O semplicemente non vuole parlare con me di questo perché non sa cosa dire, non sa cosa rispondere, non sa cosa fare e non sa come spiegarmi che non mi ama, che non mi ha mai amata e che mai sarà in grado di farlo.E il dolore che provo nel petto è talmente grande da farmi mancare il respiro.
Ho bisogno di stendermi e rannicchiarmi in me stessa, abbandonandomi alle conseguenze di questa mia decisione di correre qui, o al destino che la vita ha in serbo per me.****
Scusatemi se non ho risposto ai commenti del capitolo precedente, ma sappiate che li ho letti tutti e vi ringrazio infinitamente per la frequenza con la quale seguite la mia storia e per tutto il tempo che mi dedicate.Per chi temeva che J avrebbe alzato le mani su Elinor, be' con questo capitolo abbiamo sfatato questo pensiero.
Ovviamente dovete preparavi psicologicamente a qualcosa di ben peggiore 😏
*immaginatemi seduta su una poltrona con le mani unite stile signor Burns con lo sguardo da psicopatica*Buonanotte 😘
E sappiate che siete delle lettrici meravigliose e vi abbraccio tutte ❤️(Ovviamente non rileggo i capitoli e quindi scusatemi per gli errori)
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Rapita - parte 2
Mistero / ThrillerSEQUEL DI RAPITA!! Si consiglia di leggere prima "Rapita - Quando ami chi dovresti temere" e poi "Rapita - Innamorata di un criminale" E se quel ragazzo a cui hai dato la vita e rischiato il tutto e per tutto per salvarlo all'improvviso si sveglia...