Ormai è finita.
Tutto gettato nella spazzatura.
Non si ritorna indietro.J mi accompagna alla mia macchina e neanche una misera parola esce dalle nostre bocche.
Ma come si fa a non avere più nulla da dire dopo essersi tanto amati?
E resta comunque il fatto che neanche la più dolce delle parole riuscirebbe a risollevare il nostro rapporto.
È tutto finito. Tutto stramaledettamente finito.
E mi siedo in macchina, aspettando invano che dica qualcosa. Ma mi lascia fare e continua ad ignorarmi, con le mani nelle tasche dei jeans a guardare in qualsiasi direzione tranne che nella mia.
Prendo un profondo respiro non appena mi sistemo davanti al volante e sento lo stomaco contrarsi dal dolore.
Quanto fa male veder crollare tutto quello in cui si credeva, vederlo spazzare via senza poter fare nulla... E sentirsi inutili e nulli davanti a tutto questo dolore che ci opprime.
Ma J mi fa sobbalzare non appena si avvicina mentre sto per chiudere la portiera, e me lo ritrovo vicino che si abbassa verso di me.
«Scusami! Scusami per tutto. Io non voglio vederti andare via in questo modo ma è complicato»
Certo. È complicato lasciarsi andare. È complicato amarmi per davvero. È complicato dimenticarsi di una ragazza che non esiste neanche più.
«Ho capito, J... non serve giustificarti» ormai non so più cosa dire, e trovo perfino difficile guardarlo negli occhi.
Adesso ci vedo solamente tanta menzogna, falsità e presa in giro.«Elinor, io voglio solo farti capire che mi dispiace. Non meritavi tutto questo... Ma per quanto ci ho provato, io non posso renderti felice. Non ci riesco...»
E gli costa parlare in questo modo, lo so bene. Lui non esterna mai i propri pensieri e i propri sentimenti, ma ora mi sta solo uccidendo.
«Okay, ho detto di aver capito» sbotto con un tono brusco senza neanche rendermene conto. Ma è troppa la rabbia e la delusione che provo perché lui mi ha resa più che felice! È stato capace di farmi toccare il cielo con un dito e farmi volare con un semplice sguardo intenso.
Ma lui questo non l'ha capito. E per quanto l'abbia amato, lui non è stato felice con me.Stringo le mani sul volante e non riesco più a tollerare la sua presenza.
Ogni parola che dice è per me una coltellata al petto e sospiro chiudendo leggermente gli occhi, desiderando di scappare il più in fretta possibile.Lo sento annuire e si allontana dalla mia auto «A casa tua sarai al sicuro...» aggiunge, ma io non gli rispondo. Chiudo la portiera e avvio il motore.
J non aggiunge più nulla e io mi allontano da lui, uscendo dal garage e immettendomi sulla strada.
E fa uno strano effetto andarsene via così, con il peso del fallimento sulle spalle e una ferita aperta tra le costole, perché è questo che si sente quando un amore finisce: sensazioni opprimenti e dolorose ferite.
E con J credo di aver collezionato un bel po' di lesioni soprattutto in questi ultimi due giorni con tutti i suoi silenzi e le rivelazioni scioccanti. Be', dovevo anche saperlo che Amy non avrebbe perso tempo a sbattermi in faccia la realtà. In fondo quello che ha sempre voluto è vedermi soffrire, no? E ci è anche riuscita con quell'aria da finta amica.Ah, che stupida sono stata a perdere la testa per un ragazzo che mi ha rapita solamente per vendetta. L'ha anche ammesso! Lui voleva uccidermi sotto gli occhi di Andrew e io invece pensavo solamente a quello che mi provocavano le sue mani sulla mia pelle. Pensavo solamente a voler vivere un'avventura con un ragazzo diverso, a voler conoscere con insistenza ogni dettaglio del suo passato e aiutarlo a superare il tutto donandogli tutto quello che non ha mai avuto.
Dovevo farmi gli affaracci miei. Andare via anziché restare. Voltare lo sguardo anziché perdermi nei suoi occhi. Odiarlo anziché amarlo...
E cerco di non piangere mentre percorro la strada che mi riporta a casa, e metto in carica il telefono per avvisare i miei. E lo stomaco si stringe in una morsa nel pensare di dover raccontare che con J è andata male, che avevano ragione loro e che aveva soprattutto ragione Brenda nel dirmi che per me non ha mai provato amore.
E gli occhi diventano lucidi. Ora non riesco ad impedire alle mie lacrime di fuoriuscire, e sono costretta a fermarmi per non provocare anche un incidente.
Accosto in una stazione di servizio, ma ancora non sono del tutto lontana da J. Ma ho bisogno di qualche minuto per riprendermi e per trovare le forze di chiamare a casa.
Con il telefono ancora in carica e con la batteria al 6%, digito il numero di mia madre che risponde subito dopo il primo squillo.
«Elinor, stai bene? Mi hai chiamata finalmente...» colgo il sollievo nelle sue parole.
«Ciao, mamma. Sì, sto bene e sto tornando a casa» ma ovviamente il mio tono di voce non trapela alcun tipo di entusiasmo.
«Che bella notizia! Ti farò trovare un buon pranzo e ti preparò un bel bagno caldo...»
«Non è necessario, mamma. Mangerò qualcosa al volo per strada...»
«Non se ne parla proprio. Mangeremo tutti insieme e...» ma si blocca come se si fossa appena resa conto di qualcosa «Ma sicuro che stai bene? J ti ha fatto qualcosa?» E il suo tono di voce perde l'euforia iniziale per diventare preoccupato.
E mi servo di qualche secondo per rispondere «No... Ma non ha funzionato» e prima che possa dire qualcosa, aggiungo «Avevi ragione. Avrei dovuto ascoltarti»
«Stai tranquilla, tesoro. Pensa solamente a tornare qui in fretta e ne parleremo, va bene?»
«Okay, mamma» sospiro e riattacco ma non mi rimetto subito alla guida, preferisco entrare nella caffetteria qui, dentro la stazione di servizio, e bere un bel caffè fumante.
Attendo qualche minuto che il telefono si ricarichi ancora un po' e poi spengo il motore per raggiungere la caffetteria.
Mi siedo ad un tavolo e leggo alcuni messaggi che durante questo periodo di scellerata avventura con J ho deliberatamente ignorato. E trovo una dozzina di messaggi da parte di Brenda, un paio da Walter e uno da Andrew.
Leggo per prima quelli di Brenda e rispondo solamente a quello più recente dove mi implora di farle sapere qualche notizia su di me e come sta andando la storia con J. Le rispondo con un secco Sto tornando a casa e parliamo da vicino. Poi leggo quelli di Walter in cui si preoccupa per me e spera che stia andando tutto bene tra me e J, e che abbia trovato la mia felicità. Sorrido alle sue parole e mi rincuora sapere che tiene a me e a quello che mi rende felice. Infine è la volta di Andrew.
Prendo un profondo respiro prima di aprire il suo messaggio e leggo solamente una parola: Manchi.Metto via il cellulare e mi massaggio gli occhi.
Forse dovrei liberarmi di tutti per un po' e starmene un po' da sola a meditare su tutta questa storia, e dimenticarmene una volta per tutte.Sbuffo e la cameriera mi porta una tazza di caffè con un pezzetto di torta nel piattino e la forchettina.
Stringo la tazza tra le mani sentendo il tepore del caffè che mi accarezza i palmi e faccio un sorso per poi sospirare ancora.
Ma come faccio a dimenticarmi di tutto quello che è successo tra me e J?
Per lui può anche essere stata una cosa da nulla, ma per me è stato tutto. Con lui ho amato, ho riso, ho sognato, ho volato e ho vissuto emozioni uniche e irripetibili. Emozioni che non potrei mai cancellare.Ed ecco che le lacrime minacciano ancora una volta di arrivare ma mi fiondo a bere il caffè, strizzando gli occhi, prima che mi rigano il viso, e quando li riapro una sagoma troppo familiare che varca la soglia della caffetteria mia fa sobbalzare.
Il tizio misterioso che ha sempre seguito me e J in tutto questo periodo è appena entrato, e sembra essere diretto proprio al mio tavolo.
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Rapita - parte 2
Mistério / SuspenseSEQUEL DI RAPITA!! Si consiglia di leggere prima "Rapita - Quando ami chi dovresti temere" e poi "Rapita - Innamorata di un criminale" E se quel ragazzo a cui hai dato la vita e rischiato il tutto e per tutto per salvarlo all'improvviso si sveglia...