"Dove cazzo credi di andare?" Le strinsi il braccio fino a farla lamentare dal dolore, ma non potevo accettare il fatto che lei volesse tornare da lui. Da quel coglione di Andrew Baker.
Eppure avevamo passato una bella serata.
Avevamo bevuto, scherzato e riso insieme ai nostri amici di sempre.
Avevo pensato che la storia della scappatella con Andrew fosse stata dimenticata e che lei avesse scelto di stare con me e con la banda una volta per tutte, e invece stava architettando di andarsene di nuovo. E questo mi mandava completamente in bestia."I-io.." balbettò, ma il dolore che le stavo procurando al braccio le impediva di aggiungere altro.
"Tu non vai da nessuna parte. Sono stato chiaro?" Le urlai in faccia e potevo vedere chiaramente la paura che si ramificava nelle sue iridi chiare.
E non mi interessava di quelli che stavano assistendo allo spettacolo, io non potevo permettermi di perderla per un fighettino incravattato.
"Tu sei mia! E non vai da nessuna parte, cazzo. Non te lo permetto" ringhiai a pochi millimetri dal suo viso. E solo Dio sa quanto avrei voluto tirarle uno schiaffo dritto su quella faccia da finto angioletto che si ritrovava.
E i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Sapeva bene che ero fuori di me e che sarei stato perfino capace di spiccicargliela per davvero la mano sulla guancia, ma non lo feci.Non l'avevo mai colpita con violenza e non avrei iniziato certamente quel giorno.
Ma sapere che continuava a preferire il bene materiale e le finte promesse di uno sporco banchiere invece che me dopo tutto quello che avevamo passato e superato insieme, mi imbestialiva come non mai.
E infatti delirai di brutto.
E non bastarono le sue lacrime e le sue grida spaventate per fermarmi. Quella sera giurai sulla mia stessa vita di non volerla più vedere.
E cacciai tutti fuori di casa, compresa lei. Sfogai la mia rabbia su ogni oggetto che mi capitava sottomano, facendo ad essi quello che avrei voluto fare a lei. Diedi perfino un pugno allo specchio in bagno che mi costò sei punti di sutura sulla mano destra.
E quando la mia ira si calmò, mi sedetti a bere una birra sul porticato ad aspettare il suo ritorno.Ma le ore passavano... e lei non tornava.
Eppure la immaginavo che si sarebbe avvicinata silenziosamente a me, che avrebbe appoggiato una mano sulla mia spalla e che mi avrebbe sfilato la birra dalle mani per farne un sorso...E una mano si posa adesso sulla mia spalla.
Piano l'afferro e la tiro verso di me.Ma la ragazza che cade sulle mie gambe non è Maddy... È Amy.
Mi ridesto dall'ennesimo salto nel passato e lei avvolge le sue braccia intorno al mio collo.
«Ehi. Non sapevo che avresti sentito così tanto la mia mancanza» Mi sussurra con la sua solita voce carica di promesse e malizia, mentre fa scorrere qualche dito tra i miei capelli.
Mi scosto per non farla avvicinare troppo con le labbra alle mie e la spingo per farla scendere dalle mie gambe.
«Invece non mi sei mancata per niente» rispondo impassibile e prendo la mi birra da sopra al tavolino, mentre lei si accomoda difronte a me.Al bar è rimasta solamente Jessi che sta pulendo il bancone, un ubriacone mezzo addormentato nell'angolo in fondo e io qui seduto con Amy che non vedo da parecchio.
«Certo... So bene che non ti sono mancata dato che stai passando il tuo tempo con quella viziatella» e fa cenno a Jessi di farsi stappare una birra.
«Ma... dov'è adesso?» si guarda intorno.
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Rapita - parte 2
Mystery / ThrillerSEQUEL DI RAPITA!! Si consiglia di leggere prima "Rapita - Quando ami chi dovresti temere" e poi "Rapita - Innamorata di un criminale" E se quel ragazzo a cui hai dato la vita e rischiato il tutto e per tutto per salvarlo all'improvviso si sveglia...