L'incontro

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La scusa che cercai, mi si palesò davanti gli occhi prima del previsto. Tornai a casa posando tutto dove capitava e mi misi nel letto, addormentandomi subito.

La mattina seguente, non persi tempo a parlare con mio padre di quello che era successo il giorno prima: gli raccontai delle sensazioni, della spensieratezza nello girare per le vie senza preoccuparmi di accendere il navigatore o fermarmi più volte a girarmi la cartina stradale fra le mani. 

Gli feci notare specialmente la passione che mi travolse una volta arrivata nel quartiere universitario e proprio alla fine della mia accurata descrizione della via, gli dissi <<Papà, voglio tornare lì. Voglio studiare a Bologna; ricominciare l'università lì a Settembre>> mi chiese più volte se la mia decisione potesse cambiare da un momento all'altro, mi mise di fronte diverse problematiche ma lo rassicurai ogni volta, dicendogli che avrei trovato un modo per risolvere qualsiasi questione. La mia testardaggine prese il sopravvento e non tardai a mettermi al computer per ricercare ogni possibile corso di laurea da poter intraprendere. Trovai varie cose ma mi soffermai sulla facoltà di Lingue e Letterature, Traduzioni e Interpretazioni, nello specifico <<Lingue e Letterature Straniere. La sede sta pure a Via Zamboni e so come arrivarci>> mio padre reagì in modo strano: all'inizio saltò di gioia nel sentirmi parlare di studio ma un attimo dopo tornò serio dicendomi <<Vai lì. Cerca tutti i dépliant possibili e immaginabili, informati... Hai un'amica a Bologna o sbaglio?>>

Quella volta andai a Bologna sola, senza alcun timore. Arrivai anche stavolta la mattina presto, scesi dalla stazione verso le nove e mezza e non tardai a prendere il telefono in mano per chiamare la mia amica di Bologna: io ed Emma ci conoscevamo da anni (fu un social a farci "incontrare"); 25 anni di Bologna, da sempre con la passione per l'architettura. 

Non ci sentivamo spesso ma quando la chiamai, per fortuna, si ricordò subito di me <<Pronto, Emma? Sono Giorgia>> <<Giorgia, ciao! Che piacere sentirti, come stai?>> le spiegai in breve che ero a Bologna per interessi universitari e che avrei soggiornato lì per qualche giorno; le chiesi principalmente aiuto per muovermi proprio all'interno dell'Università. Non esitò due volte ad incontrarmi, mi disse che di lì a poco sarebbe arrivata e mi diede tutte le coordinate per trovare il luogo d'incontro <<Vediamoci da ITIT, sta ad una piccola traversa di Via Zamboni. Non puoi sbagliarti, ci sono tutti studenti>> ero ancora sotto la Statua del Nettuno: guardai la statua ergersi fiera al centro dell'omonima piazza insieme alla Basilica di San Petronio che, alle sue spalle, la guardava con attenzione. 

Mi spostai verso le Torri per poi cominciare a percorrere la via universitaria fermandomi prima nel negozio di fumetti. Arrivai da ITIT facilmente, seguendo un gruppo di ragazzi: entrai accodandomi a loro ed ordinai qualcosa sia da bere che da mangiare: il posto era gremito di studenti che ripassavano per gli esami o che semplicemente si stavano prendendo un attimo di pausa tra una lezione e l'altra; il tutto continuò a darmi una sensazione di tranquillità. Passavo in rassegna ogni ragazzo che entrava nella caffetteria in quanto l'unico posto che trovai, era poco visibile dall'entrata, nella speranza di vedere la mia amica.

In quel momento però entrò un ragazzo alto dai capelli neri e arruffati dal vento con barba e baffi che rendevano il suo sguardo molto misterioso; il suo viso era incorniciato da un paio di occhiali marroni. Lo fissai tutto il tempo: si avvicinò al bancone chiedendo un cappuccino macchiato e un cornetto per poi sedersi al tavolo di fronte al mio: mi sentii improvvisamente girare la testa e il cuore battere forte. Si accorse del mio sguardo e mi guardò di conseguenza accennando un sorriso ma non ebbi il coraggio di rispondere a quel gesto, abbassai la testa e continuai a bere nervosamente il mio caffè cercando di non guardarlo ulteriormente. Sentii però la commessa urlare un nome "Francesco", il ragazzo misterioso si alzò per prendere il suo ordine e tornò a sedersi, accennando di nuovo quel sorriso. 

Fortunatamente, Emma arrivò poco dopo e le feci cenno con la mano di raggiungermi; si districò fra i ragazzi che si fermarono davanti l'entrata e quando arrivò da me, con enorme sorpresa, salutò quel ragazzo che intuì chiamarsi Francesco, per poi sedersi, dandogli le spalle <<Scusami se ho fatto tardi, problemi al lavoro. Ma quanto tempo che non ci vediamo... Come stai?>> La aggiornai sulle ultime novità, le raccontai di tutte le cose successe e lei fece lo stesso con me <<Ma dimmi Giorgia, come mai sei qui?>> <<Sono solo di passaggio. Devo informarmi per bene su un corso di laurea in particolare, sono intenzionata a riprendere gli studi qui a Bologna ma avrei bisogno di una persona fidata che conosce l'ambiente. Ti va di aiutarmi?>> Saltò quasi dalla sedia a questa notizia e si mostrò felicissima di aiutarmi. Le mostrai gli appunti che avevo preso vedendo il sito dell'Università e del corso stesso e mentre lei scrutò ogni dettaglio aggiungendo anche qualche appunto, io alzai lo sguardo e guardai oltre la sua spalla: quel ragazzo era ancora lì, intento a leggere un libro con le cuffie alle orecchie mentre con la mano batteva il ritmo sul tavolo. 

Non riuscii proprio a staccargli gli occhi di dosso, aveva un fascino incredibile; alzò la testa e mi ritirai subito ma riuscì comunque a vederlo sorridere <<Hai scelto un buon corso, sai?>> Emma mi risvegliò <<Ma mi stai ascoltando?>> Le feci cenno di sì con la testa ma non era la verità: quel ragazzo se ne stava andando e di nuovo la mia testa lo seguì fino all'uscita. Gli sorrisi imbarazzata quando fu di spalle ma prima di mettere piede fuori la caffetteria, si girò e mi fece un occhiolino. Qualcosa però dentro di me, mi fece notare di conoscere già quel ragazzo. Lo vidi sì, ma dove?

Emma nel frattempo continuò a parlare, cercò di spiegarmi dove poter trovare alloggio con affitti minimi, dove stampare eventuali dispense, le tasse universitarie... <<Emma, ti ringrazio. Sei gentilissima ma per ora voglio solo tastare il terreno. Voglio guardarmi intorno e vedere questa città con gli occhi di una futura studentessa>> accennò un sorriso <<Non te ne pentirai, te lo garantisco>>

Let Me Hold You || Francesco Barone ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora