La Fulgentissima

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I giorni passarono velocemente; molte volte mi ritrovi sola con Mariagrazia e le sue amiche anche accompagnate da Asia e Grace; incontrai di nuovo Calogero con Luana e una sera, Andrea fu così carino da invitarci tutti a casa sua, dove trascorsi una serata in perfetto stile siciliano. Gaetano ed Eleonora furono sempre molto disponibili e cercai di ricambiare le loro attenzioni in tutti i modi possibili; nonno Pietro si rivelò un signore dal cuore grande come sua moglie, più volte mi invitarono a passare il fine settimana da loro una volta che tutti quanti lasciammo la loro casa in campagna, per tornare più in paese. Scoprii con mia grande gioia che Pietro era un personaggio molto conosciuto a Naro: un vero e proprio poeta siciliano. Mio malgrado però, non capii granché: mi accorsi che il dialetto agrigentino era ben diverso da quello messinese che sentii più volte da Linda. 

Una mattina, uscii insieme ad Eleonora e Mariagrazia ma dimenticai il telefono a casa; Francesco chiamò sua sorella per avvertirmi <<Amore, il tuo telefono è qui. Che faccio?>> gli dissi di lasciarlo da una parte, avvisandomi se ci fossero stati problemi o comunicazioni importanti. 

<<Una mattinata fra donne, non ce la toglie nessuno. Ora ti presentiamo la nostra piccola Naro>> Eleonora mi prese sottobraccio, cominciando a parlare di quel piccolo paesino così ospitale, fermandosi di tanto in tanto, a salutare varie persone. Naro "Fulgentissima" fu chiamata così da Federico II Di Svevia nell'ormai lontano 1233, dandole questo titolo nel parlamento di Messina. La particolarità del paese era il susseguirsi di stili architettonici contrastanti: da una parte, si potevano intravedere edifici gotici come il Castello di Chiaramonte, emblema di Naro dove <<...Si dice che sia abitato da un fantasma, sai? Ma io non ci credo molto>> Mariagrazia parlò ridendo poi continuai a camminare. Mi fermai però di fronte una lunga scalinata sui colori dell'oro: se quella città fu riconosciuta come anche gioiello barocco, cominciavo a capire perché <<Questa è la scalinata che porta direttamente al Duomo Normanno>> mi disse Eleonora <<Noi siamo in via Dante che è una delle principali, e se percorri tutti questi gradini arrivi lì>> effettivamente il duomo era davvero piccolo visto da lì sotto e lo guardai con ammirazione <<Non farmela fare ti prego, fa troppo caldo>> mi sussurrò Mariagrazia <<Non preoccuparti, ho caldo anche io. Non la farei mai>> ci guardammo con sguardi d'intesa <<Io e te ci capiamo>> mi prese sottobraccio fino ad arrivare ad una chiesa con una facciata molto ben decorata <<Il nostro punto forte sono le chiese. Questa è dedicata a San Francesco, ma il protettore della città è San Calogero; si festeggia il 18 Giugno>> <<Wow, è tutto molto bello qui>> l'aria che si respirava per quelle vie, era di assoluta tranquillità: la zona del centro era più affollata ma nulla in confronto alle città a cui ero abituata; mi trovavo bene nonostante tutto non amassi i paesi.

Tornate a casa, Eleonora si ritirò in cucina mentre Mariagrazia cominciò a chiacchierare con suo nonno in visita mentre Piero venne da me dicendomi <<Credo che il tuo ragazzo si sia ingelosito>> fece un cenno verso la porta della stanza e lo ringraziai. Quando entrai, trovai Francesco seduto sul letto con un libro <<Ehi amore. Che caldo che fa, mamma mia>> non alzò minimamente gli occhi dal libro mentre io mi lasciai cadere sul letto, vicino a lui <<Che leggi di interessante?>> <<Un libro per l'università>> <<Dai, sei in vacanza>> gli presi la mano e mi avvicinai a lui cercando di dargli un bacio ma si scansò. Sospirai dicendo <<Che hai?>> <<Nulla>> <<Oh non fare il bambino>> alzò gli occhi verso di me <<Ah io? Ti stanno arrivando dei messaggi da Gianluca da stamattina. Perché?>> lo guardai e cominciai a ridere <<Non ci credo. Sei geloso di Gianluca?>> <<Si e allora? Mi dà fastidio che insiste così tanto>> <<Li hai letti i messaggi?>> <<No>> <<Hai fatto male>> <<Ma il telefono è tuo>> continuò a rispondermi con nervosismo <<Sai che non ho segreti con te. Potevi leggerli senza problemi e poi lo sa che siamo insieme ora>> abbassò leggermente lo sguardo e si sistemò gli occhiali <<Scusami>> gli accarezzai i capelli <<Amore, che hai?>> <<Non lo so, ultimamente sono un po' nervoso>> <<Perché mai? Guarda che bella famiglia che hai, vivi in un paese fantastico e sei in vacanza finalmente>> chiuse il libro e lo posò da una parte, mi baciò con molta dolcezza prendendomi il viso fra le mani <<Sei la mia gioia, lo sai vero?>> gli accennai un sorriso, poi mi accarezzò la guancia passando un dito sulle mie labbra <<Vorrei non staccarmi più dalle tue labbra>> mi baciò nuovamente portandomi più verso di sé, mi guardò negli occhi sorridendo, mi rese ancora più felice di come lo ero normalmente <<Porti l'anello, piccola>> disse una volta che intrecciò la sua mano con la mia <<Certo, non lo tolgo quasi mai>> mi guardò e sembrò quasi che stesse per dire qualcosa. Pochi secondi passarono, quando mi sussurrò <<Vieni a vivere con me>> <<Fran per favore...>> <<Ti prego piccola. Sai cosa sta rendendo questa vacanza, speciale? Te. Il fatto che io possa svegliarmi la mattina e vederti, senza preoccuparmi di niente>> lo guardai con tenerezza <<Amore, lo so ma è una decisione importante e...>> <<Lo so che è una decisione difficile questa. Ma quella casa non è mai stata così vuota>> mi guardò aspettandosi una mia risposta <<Facciamo così. Finiamo la vacanza insieme prima>> <<E poi?>> <<Poi... Poi proverò a trasferirmi da te>> il suo sguardo cambiò e diventò di gioia pura <<Davvero?>> <<Davvero. Non ti assicuro niente ma ci proverò>> cominciò a baciarmi con il sorriso e non potei fare a meno di sorridere di conseguenza quando sentimmo qualcuno bussare alla porta; Mariagrazia comunicò che <<Il pranzo è pronto. Sbrigatevi, altrimenti Piero si mangia tutto>> <<Non è vero che mi mangio tutto!>> la voce di Piero risuonò in lontananza seguita da sua mamma <<Piero, u pani?  Tu nenti ni sa?>>

Let Me Hold You || Francesco Barone ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora