<<...è siciliano. Di Naro>>

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Arrivata in stazione, salii subito sul treno senza guardarmi indietro altrimenti a casa ci sarebbero tornate solo le valige; per tutto il viaggio non feci altro che fissare quei numeri scritti sul foglietto che mi aveva dato Francesco: dovevo chiamarlo subito o aspettare? 

Chiamai casa per avvisarli del mio arrivo alla stazione di Firenze, sottolineando il fatto che in poco tempo sarei scesa alla fermata di Roma Tiburtina. Passo più o meno un'ora quando "Siamo in arrivo a Roma Tiburtina. Invitiamo i passeggeri a recuperare i loro averi per poi scendere dal treno. Grazie per aver viaggiato con noi

Presi la mia valigia e mi diressi subito verso le porte, scesi per prima e trovai sia mia sorella che mio papà ad aspettarmi a braccia aperte <<Finalmente sei tornata Gio. Allora come è andata? Sai che devi dirmi tutto? Sono così curiosa mamma mia>> mia sorella fu la prima a parlarmi ma le risposi ridendo <<Calma Sa, ti racconterò tutto, ne abbiamo di tempo>> presi di nuovo la valigia e mi diressi fuori la stazione con i miei familiari. 

Una volta arrivata sotto casa, presi le chiavi, aprii il portone ed entrai: non ci fu solo il mio gatto ad accogliermi ma anche Linda <<Oh Linda che bello trovarti qui>> la abbracciai con gioia e per un momento dimenticai la mia malinconia. Posai la valigia e mi diressi in sala e, nel prendere il telefono dalla tasca, toccai anche il bigliettino di Francesco: non ebbi subito il coraggio di parlarne alle ragazze ma, alla fine, mi dissi che forse era meglio avvisarle il prima possibile. Le chiamai facendole sedere sul divano mentre io mi sistemai in terra di fronte a loro <<Ragazze, Bologna è meravigliosa e voglio tornarci a studiare, non mi interessa se dovrò trasferirmi lì>> Linda abbassò notevolmente lo sguardo <<Però vi devo anche parlare di un'altra cosa molto importante. Un giorno, casualmente, mentre aspettavo Emma da ITIT, entrò un ragazzo che... Non so come dirvelo ma...>> raccontai loro dell'incontro con Francesco, di quando incontrai i suoi amici e anche del bigliettino <<Che aspetti? Chiamalo>> mi disse Sara tutta emozionata <<Aspetta Sarè, falla finire di parlare>> Linda capì immediatamente la situazione <<Il ragazzo in questione si chiama Francesco e non è di Bologna; è siciliano, di Naro>> Sara mi guardò con soddisfazione <<Stesso paese di Piero>> <<Già... E anche stesso cognome. È suo fratello>> dissi guardando principalmente lei. Nella stanza cadde il gelo così tirai fuori il bigliettino e lo feci vedere ad entrambe e con i vari consigli ricevuti arrivai ad una conclusione: chiamarlo in quel momento.

Composi il numero terribilmente nervosa e mi rispose quasi subito; misi il vivavoce <<Pronto... Francesco sei tu?>> <<Si sono io ma... Giorgia?>> tirai un sospiro di sollievo <<Si Fra, come stai?>> A sentirlo chiamare semplicemente Fra, le due fecero una risata soffocata <<Tutto bene, ma tu piuttosto? Arrivata?>> <<Si sono arrivata a casa da poco, purtroppo>> <<Dai una promessa l'hai mantenuta e mi hai chiamato; adesso torna il prima possibile che ti aspetto>> Sara restò a bocca aperta e Linda invece se la coprì con una mano <<Cercherò di tornare presto lo prometto>> <<Ci conto. Ora ti lascio che devo uscire. Ci sentiamo più tardi, magari dopo cena>> <<Si va bene, buona serata>> Chiusi il telefono, continuai a guardarlo per una decina di minuti e senza alzare lo sguardo dissi <<Dite qualcosa per favore>> <<Cosa dovremmo dire?>> rispose Linda <<Non so qualsiasi cosa>> ribattei <<Mi sento in imbarazzo, contenta, preoccupata... Tutto. Non so come reagire a questa situazione>> 

Decisi però di lasciar perdere la questione e andai a farmi una doccia. Una volta sistemata, trovai a casa solo Linda mentre i miei erano usciti per comprare la cena: fortuna, perché avevo davvero bisogno di parlare con lei. Ci sedemmo sul divano <<Giorgia, spiegami bene questa situazione>> <<Non so spiegarti in realtà. Seriamente, io non lo sapevo che... Era così bello quando l'ho visto quel giorno per la prima volta: il suo essere misterioso, il suo sorriso, la sua gentilezza...>> <<Ma cosa ti preoccupa allora?>> <<Quello che mi preoccupa è questo: ho paura che pensi sia solo una scusa per conoscere la sua famiglia ma ti assicuro che non è così. Certo ci sono rimasta di sasso, ma chi non lo farebbe? So che stenti a crederlo ma...>> <<Diglielo. Cosa aspetti? Mi è sembrato molto gentile e simpatico. La prossima volta che vai a Bologna, glielo dici e senza fare storie>> Sicuramente capì che stavo per controbattere e mi zittì immediatamente <<Ora...>> continuò <<Prepariamo qualche schifezza in più per la cena?>> Senza pensarci due volte, mi alzai da divano e andai in cucina a preparare qualcosa di strano quando suonarono alla porta i miei genitori.

Sara entrò in cucina, poggiando le buste sul tavolo <<Uh che fatica portare le buste per le scale. Che fate ragazze?>> <<Niente>> rispose Linda <<Volevamo preparare schifezze per cena>> <<Arrosticini stasera!!!>> Urlò papà dall'ingresso; ci mettemmo a cucinare io e Sara, mentre Linda e mio papà preparavano la tavola <<Giorgia, qualcosa non va?>> Sara capì subito che nella mia mente stavano passando fin troppi pensieri <<In effetti si>> non potevo mentirle d'altronde <<È per Francesco. Appena l'ho visto è stato come un colpo di fulmine, mi ha spiazzato completamente. Ma una volta scoperto chi era, mi sono tirata indietro dal conoscerlo più a fondo. Ho paura Sa... ho paura che pensi sia solo una scusa per arrivare a Piero>> La conversazione sembrò surreale: nominare così Piero? <<Davvero non so cosa fare>> neanche lei trovò una risposta adeguata al mio "problema", perché in fondo era una cosa davvero strana per entrambe. 

Linda cominciò ad urlare in cucina <<Chiamalo forza, invece di rimuginarci sopra!>> <<No Linda, l'ho fatto oggi, sarebbe inutile>> mia sorella accorse in soccorso di Linda <<Allora scrivigli un messaggio, di quello non devi vergognarti>> aveva ragione, un messaggio non poteva far male a nessuno: glielo mandai chiedendogli come stesse procedendo la serata ma nemmeno il tempo di inviarlo che mi arrivò la sua chiamata <<Buonasera Giorgia>> <<Fra ciao. Come è andata la serata?>> <<Direi tutto bene. Sono stato a casa di un amico a studiare ma una noia, Certo ripassare fa sempre bene, però...>> <<Tu sì che sei un topo di biblioteca poi. Ma come fai a fare tutto?>> <<Non è così difficile come sembra, ci sono dei trucchi. Scontati, ma ci sono>> <<Beh dovrai insegnarmeli allora>> Guardai Sara e Linda ed entrambe mi fissarono incuriosite <<Gio, io aspetto solo che torni, lo sai>> Quella frase, fu come un fulmine a ciel sereno <<Grazie Fra, buona cena se non hai mangiato e...>> <<Ci sentiamo domani, buona cena a te; un bacio>> chiusi il telefono con le mani tremanti, la testa cominciò a girarmi e non potei fare a meno di essere palesemente nervosa. L'effetto che mi faceva ogni volta, era quello.

Let Me Hold You || Francesco Barone ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora