Il compleanno [Parte 1]

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Due giorni mi speravano dal mio compleanno; invitai sia Linda che Sara a passare qualche giorno da Piero per quell' occasione ma entrambe rifiutarono l'invito per problemi che non mi spiegarono bene. Rimasi in disparte e parlai poco quei giorni, ero triste per questa cosa; Francesco cercò di tirarmi su il morale in tutti i modi possibili, mi portò al mare dove non mancarono fan alla ricerca di qualche foto. Riconobbi anche una delle ragazze che incontrai ad Agrigento e la sentii chiedere a Francesco se effettivamente eravamo solo amici e lui, girandosi verso di me, rispose di no con un gran bel sorriso. Dopo aver scattato un altro paio di foto, i gruppi di fan andarono via, mantenendo sempre un occhio verso di lui. Tornò a sedersi sulla sdraio vicino a me e sospirò <<Un po' di pace. Potevi venire anche tu>> <<E perché avrei dovuto?>> <<Così mi tieni sotto controllo>> <<Ah io a te?>> <<Certo>> si alzò dalla sdraio e si sedette sulla mia, mentre io rimasi sdraiata a guardarlo <<Ricordati gioia, io a te ti controllo sempre. Anche quando non te ne accorgi>> <<Mh stai diventando possessivo eh>> si chinò sul mio viso e mi baciò <<Sei mia, nessuno ti può portare via da me>> 

Quel giorno la spiaggia, non era molto affollata a dir la verità; tre file di ombrelloni si succedevano l'uno all'altro tutti di colori diversi. Davanti a me, vidi una bella mamma con i capelli mori giocare con sua figlia che non avrà avuto più di cinque anni, con un costumino rosa, a fare i castelli di sabbia; le fissai per un po' quando sentì Francesco dirmi <<Hai visto che bella quella bambina?>> <<Già, così piccolina e si diverte tanto con sua mamma>> sorrise e tornò a sedersi sulla mia sdraio, si accostò alla mia schiena, mi diede un bacio e mi abbracciò <<Ti piacciono i bambini?>> <<Moltissimo. Mi diverto con loro e torno bambina anche io, non ho paura di sporcarmi e farmi male. Mi diverto e basta>> <<Li adoro anche io. Per un po' di tempo sono stato animatore, avevamo diversi bambini piccoli ma anche già più grandicelli, un massimo di dodici anni. È stata una bella estate>> mi girai con il viso lo guardai <<Questo non me lo avevi mai detto>> <<Lo so, però visto? L'occasione si è comunque presentata>> gli diedi un bacio e mi strinsi di più a lui. 

Il sole lentamente calò e la spiaggia cominciò ad isolarsi: l'ora di cena era alle porte. Nel momento in cui la visuale della spiaggia fu più libera guardai intorno la costa: un enorme costone roccioso si ergeva dietro di noi ma la particolarità era che, poco più a destra rispetto a dove eravamo, si intravedeva un castello <<Quello è il Castello di Montechiaro di Cala Vincenzina, dove siamo noi. Per lo stile è simile a quello che abbiamo noi>> <<Prima che tu riesca a leggere la mia mente, riuscirò a chiederti io una cosa?>> cominciò a ridere mentre riprendeva le cose <<Dai piccola, prendiamo ste cose e andiamo>> mentre preparavo la borsa, la signora davanti a me mi sorrise mentre sua figlia mi salutò, per poi venirmi vicino <<Ciao, io mi chiamo Elena. Spero che tornerai anche domani, sei simpatica. Vedi, io abito proprio qui dietro e con la mia mamma ci mettiamo sempre qui>> <<Ciao Elena, che bel nome che hai. Io sono Giorgia; spero anche io di rivederti così domani possiamo giocare insieme. Che ne dici?>> la vidi sorridere a trentadue denti e la felicità la trasmise anche a me <<Siii allora a domani Giorgia... Arrivo mamma. Ciao>> la salutai con un sorriso, la bimba prese la mano della mamma e mi salutò un'ultima volta prima di scomparire dietro il costone; scossi la testa ridendo, mi rallegrò la giornata <<Piccola>> <<Eh dimmi Fran>> <<Hai un sorriso bellissimo>> <<Quella bambina mi ha fatto sorridere, voglio tornare anche domani. Mi porti?>> cominciò a sorridere anche lui <<Certo>> lo abbracciai, stringendolo <<Grazie grazie>> <<Gio...>> si allontanò leggermente da me e lo vidi imbarazzarsi <<Ecco... Non so se chiedertelo. Tu da più grande, cioè tra qualche anno... Vorresti avere dei figli?>> rimasi a fissarlo negli occhi, completamente immobile <<Aspetta, perché me lo chiedi?>> abbassò la testa e indietreggiò <<Scusami, non volevo. Dai fa finta di niente e finiamo di preparare le cose>> continuai a guardarlo mentre sistemò le ultime cose nella borsa e una volta preso lo zaino, si diresse direttamente in macchina; lo seguii e una volta saliti, fermai la sua mano che stava per accendere il motore <<Perché mi hai fatto quella domanda prima? Dimmi la verità>> ci pensò su un momento, poi disse <<Non lo so, ero preso dal momento. Eri dolcissima con quella bambina. Per un momento, ho pensato a noi con... Hai capito, dai>> rimasi a bocca aperta di fronte quella piccola dichiarazione da parte sua e non sapevo davvero cosa rispondere <<Dì qualcosa Gio, ti prego>> <<Io... Non so che dire. Non ci ho mai pensato a dir la verità>> mi mandò letteralmente nel panico; sospirò e mise in moto, pronti ad andare a casa. Ripensai a quella domanda tutto il tragitto e anche una volta arrivati; Mariagrazia se ne accorse subito; mi chiese cosa fosse successo più volte; dopo vani tentativi, allentò la presa e non mi chiese più nulla <<Se vorrai parlarmene, io sono qui>> <<Grazie Mary>> mangiai poco durante la cena e una volta chiusi in camera, Francesco si avvicinò a me <<Scusami. Non te lo chiederò più>> <<Sta tranquillo, non è successo nulla di grave. Solo non ci ho mai pensato, tutto qui>>

Let Me Hold You || Francesco Barone ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora