Rio 2016, Agosto.
Sono tutti confinati al villaggio olimpico, per disputare quella che sarà l'occasione della vita...chi per la prima volta, chi per l'ultima. Procede tutto nella norma, anche se ogni tanto si sente la mancanza di casa: delle famiglie, dei cani, delle nonne, dei figli, delle mogli...anche a Filippo manca Nicole nonostante si frequentino da poco, ma si sa, gli studenti universitari a Trento vanno e vengono come ogni anno. Si sentono comunque, ogni giorno, dato che lei non ha potuto prendere neppure un giorno di vacanza in vista della sessione d'esami di settembre. L'unico che non è dispiaciuto dell'assenza di Nicole è Simone Giannelli, non perché non la consideri una brava ragazza anzi, ma perché ha iniziato a provare uno strano attaccamento verso Filippo. È il suo capitano alla Diatec, e lui è il più piccolo è ovvio che lo coccoli, non c'è niente di male.
'È il mio migliore amico', si è sempre ripetuto Simone. Fino a quando ha cominciato a guardarlo, sul serio. E ha cominciato a sentirlo...ovunque. Lo vede, e lo sente dappertutto, costantemente e allora capisce che forse a lui Filippo piace, non solo come amico. Piace e basta. Perché è Filippo e non potrebbe essere nessun altro. E lo capisce durante il ritiro prima di partire alla volta del Brasile.
Anzi ad essere precisi, lo capisce nell'ultimo giorno quello che mister Blengini chiama "il barbecue in famiglia" perché si, lui è diverso dagli altri allenatori e vuole che si sentano davvero una famiglia e così ha organizzato una grigliata con tutte le famiglie dei ragazzi perché "la passione va condivisa, senza remore per far si che si rinforzi. Bisogna crederci e solo l'amore di chi abbiamo intorno più aiutare ad alimentarla." dice sempre lui. Ed è bellissimo, è una festa... Ci sono i genitori di tutti e le mogli. Ci sono i bambini, Sasha e Victoria che sembrano nati per fare squadra, Riccardo che è diventato la mascotte del gruppo ...e c'è Nicole. Ovvio che ci sia. Merita di salutare Filippo. Procede tutto alla grande finché Simone non lo vede piú in mezzo agli altri e si gira a cercarlo. Max Colaci, che è un ragazzo persicace quando vuole, intercetta lo sguardo perso e allarmato del giovane palleggiatore e, mentre accarezza il pancino della moglie, senza neanche chiedere gli dice che lo ha visto allontanarsi con Nicole, andare verso la zona piscina. Qualcosa spinge Simone ad andare, e li vede: da soli, sdraiati su un lettino, attaccati, baciarsi. Gli si gela il sangue, non perché è scandalizzato o perché non ha mai visto un suo compagno di squadra in atteggiamenti affettuosi, ma perchè in quel momento odia Nicole mentre bacia Filippo e odia Filippo perché glielo lascia fare però più di tutti odia se stesso perché si rende davvero conto in quell'istante che vorrebbe essere al posto della ragazza. Se lo è immaginato tante troppe volte e ne prende consapevolezza così, con la terra che trema sotto i piedi, il respiro corto e i pugni stretti così forte da far male. Sono attimi di panico e l'unica cosa che vuole è scappare via. Via da quella scena melensa, via da Filippo che abbraccia quella ragazza come se fosse una cosa preziosa e delicata, via dal suo stomaco che inizia a contorcersi più del voluto. Vuole farlo, ma è come paralizzato.
E è proprio in quel momento che gli occhi di Filippo incontrano i suoi.
Non sembra sconvolto, né meravigliato.
Continua semplicemente a fissarlo con quell'aria enigmatica, quel suo solito sguardo indecifrabile che non è mai stato capace di comprendere davvero.
Simone sarebbe dovuto scappare via, ma ormai quegli occhi lo hanno incatenato definitivamente.
E cosi restarono lì a fissarsi per qualche minuto, come facevano sempre.
Simone è importante, troppo importante. È positività pura, lui e quel suo sorriso contagioso che mette tutti di buon umore. È un concentrato di vitalitá e vederlo lí triste fa sentire Filippo strano, in colpa, forse in modo egoista perché lui ha bisogno del sorriso di Simone sempre. E' il suo sole personale. Chi rinuncia al sole per delle stupide nuvole grigie? Simone è lì immobile ed e' tutto, ma lui ancora non se ne rende conto.
Quei pochi minuti, prima che scapasse via sono stati strani, intensi, quasi mistici. Ha visto Simone fissarlo, scrutare ogni centimetro della sua figura con quei suoi occhietti furbi e si è sentito stranamente bene, come connesso con lui e solo con lui. E' quello che voleva.
Vuole sentire gli occhi di Simone addosso e provare quella sensazione ancora, ancora e ancora. Ma poi un flash, un movimento impercettibile di Nicole lo fa tornare alla realtà. A lei che gli sta appiccicata addosso in modo quasi fastidioso, a Simone col suo respiro affannoso e il suo sguardo che saetta tra i due ragazzi sdraiati vicini...ed è un attimo: Simone si volta camminando via da lì il più veloce possibile, Filippo si stacca da Nicole come se fosse stato scottato e senza nemmeno rendersene conto lo segue.
È tutto automatico, si alza senza neppure scusarsi con la sua ragazza e comincia a camminare. Lo vede voltare l'angolo e accelera il passo per raggiungerlo. Gli afferra il polso per fermarlo e Simone sente una scossa partirgli da quel punto di contatto e attraversargli tutta spina dorsale. È elettricità pura. Chiude gli occhi di istinto, fa un respiro profondo e con un colpo secco si libera dalla presa del più grande. Non può cedere cosi, deve ancora prendere davvero coscienza della cosa, deve capire perché vuole Filippo così tanto, deve scendere a patti con la cosa perché gli sembra quasi ridicolo tutto quello che gli sta succedendo. Per questo deve calmarsi. Subito.
'Respira Simone, respira' si ripete mentalmente, fin quando...
«Ehi Gian!»
Oh merda, la sua voce, merda merda merda.
Si sente una ragazzina in piena crisi ormonale. La bomba è scoppiata e non sa come gestirla. Quindi respira, profondamente...per quelli che possono sembrare minuti interi. Quando sente di aver recuperato un minimo di equilibrio mentale si volta, e sfodera uno dei suoi sorrisi, quelli belli che fanno sciogliere Filippo.
«Ehi Fil»
Eh si, Filippo è lì sciolto, così affascinato da Simone che sorride, ogni volta è come vedere una magia.
«Ehi. Io...Tu...eri venuto a cercarmi?»
«Ehm. Si. Si...sai il dolce. Non potremmo mangiarne a Rio, il coach ci vuole a dieta ferrea e tu sei così affamato di dolce che...beh si. Il dolce.»
«Ah. E' che sembravi, non so...strano.»
«Strano? Nahh, io...è che...non credevo fossi in compagnia e...ecco, invece eri in compagnia e io ero li e voi eravate a fare le vostre cose e beh, chi ero io per interrompere no?! Quindi mi sono dett-»
«Shhh» Filippo interrompe questo sproloquio senza senso mettendogli l'indice sulle labbra «Stai straparlando Simo.»
Non appena quel dito sfiora le sue labbra, Simone è scosso da un brivido, quel gesto lo ha spiazzato.
Punta istintivamente i suoi enormi occhi castani verso Filippo ed è sicuro, dal modo in cui lo guarda, che le sue guance si sono tinte di un rosso deciso.
È uno spettacolo, pensa, infatti, Filippo, con quegli occhi spalancati, bloccati in un'espressione quasi terrorizzata.
È talmente tenero, e contemporaneamente bello, da farsi scappare un sorriso.
Le sue labbra, poi!
Sono morbide e delicate, proprio come sospettava che fossero. Sarebbe potuto stare tranquillamente ore a sfiorargliele, senza stancarsi.
Ha appena realizzato di star fantasticando sulle labbra si Simone Giannelli, quando la loro attenzione viene attirata da una voce familiare, con un accento particolare.
«No, Victoria, non puoi mangiare altra torta.. ne hai già mangia... oh» si interrompe Osmany, non appena si accorge di non essere solo.
«Ciao, ragazzi.» aggiunge, fissandoli stranito.
«Che state facendo?» continua, indicando i due che si staccarono immediatamente, imbarazzatissimi, e Simone inizia a trovare una serie infinita di scuse diverse per giustificare la vicinanza di Filippo e le sue dita poggiare sulle sue labbra.
Filippo rimane lì immobile, troppo sconvolto da quello che aveva pensato qualche secondo prima di rivolgere l' attenzione ad Osmany Juantorena che continua a guardarli divertito.
A smorzare la tensione ci pensa Victoria che si divincola dal padre per correre verso Simone. «Simoneee Simoooneee mio.» urla la bambina prima di gettarsi tra le braccia del palleggiatore che ride di gusto.
«Cosa ne hai fatto della mia bambina? Credevo che il discorso 'ragazzi' lo avremmo affrontato alla giusta età, tipo al suo 30simo compleanno, e invece guarda qui che a 2 anni non fa altro che parlare di 'Simone mio.' Che potere hai, Gian?» chiede stupefatto l'italo-cubano
«È quel suo sorriso lí, quello che gli fa ridere anche gli occhi vedi, è magico.»
Fu istantaneo girarsi verso chi aveva pronunciato la frase. Filippo Lanza non credeva neppure di aver parlato. Ha solo aperto bocca e le parole sono uscite, da sole. E poi, si è ritrovato 2 paia di occhi che lo fissavano straniti. Che ha detto di male?! Come se quella frase appena pronunciata fosse una qualche eresia.
«Beh? Che c'è?» dice quasi stizzito.
«Nulla, nulla» risponde con calma Osmany «è che hai parlato come se...»
«Si, beh quello che è.» lo interrompe Filippo. Sta iniziando a sentirsi osservato in un modo che gli mette ansia, ha bisogno d'aria e soprattutto di riconnettere bocca e cervello. «Vado altrimenti non troverò più nemmeno una fetta di torta. E io amo le torte della mamma del Vetto.» e così si dirige dagli altri.
Il resto della giornata trascorre in allegria, tra chiacchiere, racconti e scherzi stupidi, anche se qualcosa e' cambiato e nell'aria si sente. Arriva sera e quindi il momento dei saluti, dopo un breve ringraziamento del mister che ha ricreato il gruppo dal nulla, ha ricucito le ferite, fatto belle lavate di capo a chi ne meritava, eliminato le erbacce. Blengini ha faticato tanto per arrivare lí dove si trovavano adesso. Ancora nulla era cominciato, ma si sentiva di aver giá vinto tanto. La fiducia e il rispetto dei suoi ragazzi valevano più di ogni medaglia. E vederli cosí coesi, beh, e' commovente.
Il momento dei saluti è sempre malinconico. Ma quella sera è accompagnato da buone speranze e da in bocca al lupo. Ognuno si prende del tempo con le proprie famiglie. Anche Filippo che salutati la madre e il padre...si apparta pochi attimi con Nicole. Simone li vede mentre rassicura sua sorella Martina che non avrebbe fatto danni in Brasile. Li vede ed ai suoi occhi risultano strani. Non affiatati come al loro solito. Filippo è distante, quasi freddo e poco presente, nervoso forse...come se stesse pensando ad altro.
Ma non dá troppo peso alla cosa, impegnato com'è a torturare Martina che avrebbe rivisto solo alla fine di agosto, solo al termine di quella meravigliosa esperienza che sono le Olimpiadi.
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Come neve al sole.
Fanfiction«Eppure, non è così difficile riconoscere qualcuno di prezioso, quando lo incontri. Non brilla, riempie.» Simone e Filippo si conoscono da tempo, giocano nella stessa squadra. Stanno per partire per le Olimpiadi e qualcosa tra loro sta cambiando. L...