#Nine

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3000 views, nuova parte...piú lunga rispetto alle precedenti, ma c'è un motivo...
Ve la devo, per la costanza e per l'attesa! ;)
PS: VOGLIO LE VOSTRE REAZIONI E SENSAZIONI SUBITO. Devo capire.
Enjoy.

✳✳✳✳✳✳✳✳✳✳

Il mattino dopo, è Simone a svegliarsi per primo.
Resta per qualche secondo con gli occhi chiusi, a bearsi della brezza marina, fino a quando un rumore quasi impercettibile lo riporta alla realtà.
Apre lentamente gli occhi e, voltandosi verso destra, trova il viso di Filippo poggiato sul suo petto e il suo respiro caldo a solleticargli la pelle. Lo tiene stretto a se, avvolgendolo con un braccio, saldamente ancorato al suo fianco.
Quando poi prova a muoversi, Filippo rafforza involontariamente la presa su lui, come se volesse sentirlo ancora più vicino e non lasciarlo andare. E Simone sorride, perché è estremamente piacevole starsene accoccolato fra le braccia dello schiacciatore.
Lo fa sentire protetto, al sicuro, in pace e non vorrebbe essere in nessun altro posto, in quel momento.
Abbassa di nuovo lo sguardo su di lui e non riesce a non pensare a quanto sia incredibilmente affascinavate, anche mentre dorme.
'È perfetto' pensa, prima di lanciarsi e baciarlo con delicatezza.
Filippo sospira nel sonno e trema leggermente, non appena sente il tocco della labbra di Simone sulle sue. Il palleggiatore non riesce a trattenere una leggera risata e senza rendersene conto inizia ad accarezzargli la schiena, con dei movimenti estremamente lenti e delicati, continuando a lasciargli baci leggeri sul viso.
Filippo, dal canto suo, emette una serie di gemiti soffocati e graffiati che lo spingono ad avvicinarsi ancora di più all'altro.
Simone ride di nuovo e il suono della sua risata, questa volta, spinge il veronese ad aprire leggermente gli occhi.
«Ehi» esclama Simone, divertito, non appena vede quegli occhi, scuri e assonnati, puntati su di lui.
Filippo sorride e sposta per un attimo il braccio dal suo fianco, soltanto per accarezzarlo a sua volta e chiedergli a voce bassa
«Me lo dai un altro bacio?»
Simone ovviamente non resiste un secondo, gli afferra velocemente il mento e lo bacia.
È un bacio lento, caldo, desiderato, di quelli che sembrano farti fuoriuscire il cuore dalla cassa toracica, tanto che batte forte.
Poi, d'un tratto, Filippo lo abbraccia, chiude gli occhi e sembra addormentarsi di nuovo.
Simone lo stringe ancora un po' a se e qualche minuto dopo, poi, allunga il braccio per afferrare il cellulare e controllare l'ora.
«Cazzo, è tardissimo!» dice Simone, provando a mettersi a sedere «Fil, Fil svegliati!» aggiunge, scuotendolo leggermente, provando a svegliarlo.
«Hmm» gli risponde, ignorandolo totalmente; evidentemente non ha la minima intenzione di alzarsi.
«Filippo, svegliati!» ripete, dandogli dei colpetti sul viso.
«Hmm, un altro po'...»
«Fil, andiamo, non fare il bambino... finiremo per perdere il volo!» esclama, spingendolo.
Ma nemmeno l'impatto con la sabbia riesce a smuoverlo, così a Simone non resta che un solo modo per provare a svegliarlo: salire a calvacioni su di lui, gli poggiargli le mani sul petto, e poi fiondarsi a baciargli il collo.
Lo bacia ovunque, lo morde e sente il corpo di Filippo irrigidirsi subito sotto il tocco delle sue labbra.
«Che fai?»
«Ti sveglio»
«Si?» chiede, inclinando la testa in modo da lasciare più spazio al ragazzino, «mi sa che in questo modo stai ottenendo l'effetto contrario, però.. è incredibilmente rilassante, sai?» aggiunge, ridacchiando, mentre chiude di nuovo gli occhi.
«Vedremo» risponde Simone, sfiorandogli leggermente le labbra.
Si china poi verso il basso, lasciandogli un morso sulla spalla, prima di continuare a baciarlo sul petto, mentre Filippo continua a sospirare senza controllo. È convinto che continuando a torturarlo in quel modo, lo avrebbe costretto a ricambiare e di conseguenza a svegliarsi.
Invece il più grande non molla, continua a lasciarsi baciare, docile, senza nemmeno aprire gli occhi.
Simone, muovendosi su di lui, sente che tutto quello non gli è affatto indifferente... anzi.
E non capisce come faccia a trattenersi in quel modo.
'Vuoi la guerra, hm? ti accontento subito' pensa, guardandolo maliziosamente, prima di sfilargli via i pantaloni e abbassarsi lentamente fra le sue gambe.
«Oh Cazzo!» esclama Filippo, spalancando gli occhi, quando sente la bocca del palleggiatore muoversi lungo il suo membro.
Non era preparato a questo.
«Simo.. è... è bellissimo» mormora, mentre continua a dimenarsi, seguendo i momenti dell'altro.
«Oddio sei.. sei.. ahh» geme, non riuscendo a mettere insieme nemmeno una frase di senso compiuto.
E quando sente le mani di Simone afferrargli con forza i fianchi e iniziare a leccarlo con più urgenza che sposta velocemente una mano fra i suoi capelli biondi mentre con l'altra stringe, frustrato, la coperta sulla quale sono poggiato.
È consapevole ormai, di essere quasi arrivato al limite e si sente avvampare, tanto che è imbarazzato, perché mai, prima d'ora, lo aveva raggiunto così velocemente.
Proprio in quel momento, però, il piú piccolo si allontana da lui, distruggendo l'atmosfera.
«Cosa? Non puoi fermarti adesso!» afferma, contrariato, provando a sollevare il busto.
Simone, però, lo spinge di nuovo giù, con forza.
Poi gli blocca le mani sulla sabbia.. ai lati della sua testa, guardandolo fisso negli occhi.
«Avevo detto che sarei riuscito a svegliarti, no?» dice, sogghignando, prima si abbassarsi e baciarlo lentamente.
«Ti odio» risponde, frustrato, Filippo, non riuscendo però a non ricambiare i baci del più piccolo.
«Basta» dice Simone, staccandosi dalle sue labbra «dobbiamo andare, si sta facendo veramente tardi» aggiunge, dandogli una pacca sulla spalla.
Ma Filippo, prima l'altro potesse anche solo provare a muoversi, afferra la sua mano e se la porta velocemente sulla sua erezione.
«Non posso andare da nessuna parte in questo stato» dice, quasi ringhiando dalla frustrazione «quindi ti prego... fa qualcosa se non vuoi restare qui fino all'ora di pranzo»
Simone scoppia in una fragorosa risata e quando sposta di nuovo lo sguardo su di lui, guardando le sue guance rosse, i capelli in disordine e quelle labbra socchiuse, incredibilmente invitanti, manda subito all'aria la sua idea di lasciarlo a bocca asciutta.
«Dio, quanto sei bello» mormora, prima di lanciarsi sulle labbra e baciarlo mentre inizia a muovere in fretta la mano che Filippo aveva prontamente sistemato nella posizione perfetta, poco prima.
Bastano poche spinte e qualche bacio profondo e passionale, per farli venire.. entrambi.
Qualche ora dopo, Filippo è seduto sul letto della loro camera d'albergo.
Mentre aspetta che Simone finisca di prepararsi, sente il suo cellulare vibrare.
Lo sfila subito della tasca e sbuffa quando vede il nome sul display: Nicole.
Rifiuta la chiamata senza pensarci due volte e nemmeno tre secondi dopo gli arriva un messaggio.
"Filippo, ho bisogno di parlarti. È urgente, quindi evita di ignorarmi se puoi."
Non appena finisce di leggere, lancia il cellulare sul letto e si porta le mani sul viso, avvilito.
Non è ancora pronto ad affrontare la vita reale e tutti i problemi ad essa legati.
E non è pronto ad affrontarla.
La preoccupazione lo sta divorando, quando Giannelli esce dal bagno sorridendo. Sospira, quasi incantato, e tutte le sue preoccupazioni sembrano quasi svanire nel nulla di fronte a quel sorriso raggiante.
Non riesce, però, a nascondere il suo nervosismo e Simone, che lo conosce benissimo, se ne accorge subito, ma non vuole farglielo notare, perché sa che probabilmente è spaventato da quello che potrebbe succedere una volta tornati a casa e sa che sarebbe inutile, ora, ripetergli che tutto andrà bene.
Preferisce trovare un altro modo per fargli tornare il sorriso.
Così gli si siede accanto, poggiandogli una mano sulla spalla.
«Fil?»
«Dimmi»
«Grazie»
«Per cosa?»
«Per tutto» dice, afferrargli una mano «Se tu non avessi insistito non sarei mai venuto in Sicilia e.. noi non.. non avremo mai capito quanto ci apparteniamo»
«Ma dai, Simo...»
«Noi due siamo come il sole e la luna, lo yin e lo yang... siamo due metà imprescindibili, l'una non può esistere senza l'altra. Per questo motivo voglio che tu sappia che, qualsiasi cosa succeda una volta tornati a casa, io non andrò da nessuna parte... ci sarò sempre, va bene?» domanda, guardandolo negli occhi.
Filippo in quel momento avrebbe voluto gridargli quanto gli vuole bene, ma si limita a baciarlo con più urgenza del solito, per poi finire di prepararsi e lasciare l'hotel.
Durante il viaggio in taxi, verso l'aeroporto, Simone continua ad osservare Filippo.
È silenzioso, sfuggente e, cosa più grave, evita il suo sguardo.
È molto più nervoso di quanto pensasse, dal momento che il suo discorso non è bastato a calmarlo.
Non ce la fa più a vederlo in quello stato, vuole sapere cosa lo preoccupa.
«Fil, é tutto il giorno che ti vedo turbato. Per favore, dimmi cos'hai.»
«Simo, sto b-»
«Non dirmi che stai bene perché non è così!» sbotta, nervoso. Filippo non vorrebbe fargli sapere di quel messaggio, che toglierebbe di sicuro il buonumore anche a lui, ma tenerlo allo scuro di tutto, lo farebbe stare anche peggio.
«Mi ha scritto Nicole» butta fuori.
Simone si sente mancare il terreno sotto ai piedi, mentre un brivido gli percorre la schiena.
Perché ora?
Perché sparire per tutta la settimana e riapparire come un fantasma tornato per tormentarlo, proprio in quel momento?
Simone ha quasi paura, ma prova a non farlo a vedere, per non far preoccupare Filippo ancora di più.
«Cosa ti ha scritto?»
«Che vuole parlarmi urgentemente,ma io non le ho ancora dato una risposta.»
«Perché?»
«Perché non voglio...»
«Lo so... ma purtroppo ignorarla non servirà a nulla» dice, provando a mostrarsi tranquillo e diplomatico. «Dovresti risponderle all'sms, chiedile cosa vuole.»
«Dici?»
«Prova» lo incita
Lanza lo ascolta subito, prende il cellulare e digita.
"Cosa devi dirmi di tanto urgente?„
Sorprendentemente la risposta di Nicole arriva subito dopo.
"Devo parlarti di persona. Vediamoci da me, quando torni.„
Filippo dopo avergli mostrato l'sms, guarda Simone, provando a capire cosa ne pensa dall'espressione del suo viso.
Ma il palleggiatore è immobile, con uno sguardo indecifrabile fisso nel vuoto.
Non vuole che la incontri, il solo immaginarli insieme, nella stessa stanza, lo terrorizza.
Perché infondo lo sa che Nicole è l'unica che potrebbe portarglielo via. Trema, al pensiero.
«Probabilmente vorrà parlare di noi due..» dice Filippo, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. «Nel caso in cui decidessi di andare... cosa dovrei dirle?» aggiunge, guardando Simone.
«La verità» risponde, piano, il ragazzino. «È sempre la cosa migliore da dire, Fil... per quanto possa fare male» continua, provando a sorridere e a nascondere il suo turbamento.
«Dovrei dirle che ho preso una cotta irrimediabile per il wonderboy della nazionale di volley?» chiede, provando a sdrammatizzare, Filippo.
«Non sei simpatico»
«Ma è la verità» risponde, spintonandolo per la spalla. «Scherzi a parte, non voglio dirle di noi.. in realtà non voglio dirlo a nessuno.»
«Perché no?»
«Per ora è meglio così, secondo me. Non voglio condividere col mondo questa cosa meravigliosa che abbiamo, finirebbero per... inquinarla. Voglio che sia una cosa solo nostra, per ora» dice, fissandolo negli occhi
Simone ricambia lo sguardo, intenerito, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
Ma invece Filippo lo sorprende: gli afferra il mento e lo bacia sulle labbra, con urgenza, non curandosi minimamente dell'autista.
Il palleggiatore lo guarda, ammirato, poi riprende il discorso.
«Comunque per 'verità' intendevo che dovresti dirle che ti dispiace, ma purtroppo non provi più niente per lei.. o qualcosa del genere»
«Uhm» fa imbarazzato, Filippo. «Hai ragione, come sempre.»
«Grazie»
«Allora quando arriveremo passerò da lei e.. le parlerò»
«Ok» risponde, Simone, mentre si passa continuamente la mano fra i capelli.
Filippo sorride, perché Simone inizia a torturarsi i capelli solo quando è molto nervoso.
Lo ha capito che quella situazione non gli piace affatto.
Non vuole che si incontrino, anzi.. probabilmente non vuole nemmeno che parlino.
E nonostante ciò, riesce a distribuire ottimi consigli e mostrarsi calmo, tranquillo, e.. maturo.
Come al suo solito.
«Simo, devi stare tranquillo.» interviene, stringendogli entrambe le mani. «Andrò da Nicole, parleremo... ma non succederà nulla che possa rovinare il nostro rapporto, te lo prometto.»
«Come fai ad esserne tanto sicuro?»
«Sono sicuro di come sto con te, Simone. È qualcosa di inaspettato, forte e.. bello. E sono certo che, qualsiasi cosa mi dica Nicole, non cambierà questo» dice, accarezzandogli teneramente una guancia. «Poi l'hai detto anche tu.. siamo come lo yin e lo yang, non ci possono separare, no?» aggiunse, strusciando il naso contro il suo.
Simone continua a farsi accarezzare per qualche secondo, lasciandogli anche qualche bacio veloce sul viso.
«Fil, devi promettermi che andrà tutto bene» dice, interrompendo il momento. «perché io ormai sono irrimediabilmente preso da questo, da... noi due. E se questa storia dovesse andare male, io-» conclude con la voce tremante, il palleggiatore.
«Ti fidi di me?»
Il più piccolo annuisce
«Allora sta tranquillo, perché io non permetterò a nessuno, e sottolineo nessuno, di mettersi tra di noi e rovinare quello che abbiamo...che potremmo avere.» chiarisce, baciandolo si nuovo. Cosí Simone, almeno in quel momento, si sente più sereno.
Arrivati in aeroporto, passa qualche ora prima che possano imbarcarsi.
Il viaggio procede con tranquillità, con qualche bacio e qualche carezza improvvisa.
Dopo circa 90 minuti di volo atterrano a Trento.
Simone, in attesa dei bagagli, accende il cellulare ed invia un messaggio alla sorella:
"Marti„
"Nano, siete arrivati?„
"Si, siamo in aeroporto. Senti...non è che potresti venire qui con la macchina?„
"Certo, vi scarrozzo io, dammi un quarto d'ora!„
"No. No. Tu vieni qui, poi ti inventi un impegno improvviso, e scendi dove ti pare. Filippo lo accompagno io.„
"Stai scherzando spero! Io non ti lascio guidare la mia auto, sei un pericolo per la comunità.„
"Non essere ridicola!„
"No.„
"Martina, ti prego.„
"Come scusa? Non credo di aver letto bene.„
"Ti prego. Poi faccio tutto quello che vuoi.„
"Tutto dici...uhmm...si può fare.„
"Grazie, sorellona!!!„
"Non mi compri così. Non farete sconcezze sui sedili della mia piccolina.„
"Martina!!! Sei impazzita?! Dio tu...solo fa finta di niente e lasciami la macchina.„
"Quanto sei scontroso, era per dire...ok, ok...a dopo signor acidità!„
"Ciao„
«Prese le borse?» chiede poi al veronese una volta riposto il cellulare in tasca.
«Signor si, signore!»
«Idiota! Ma che avete tutti oggi contro di me?» chiede retoricamente il più piccolo
«Tutti?» domanda in tutta risposta Filippo «devo essere geloso?»
Simone lo guarda per qualche secondo, come se non si rendesse conto che a parlare è stato proprio il compagno.
«Tu e mia sorella. Sta venendo con la macchina.» spiega Giannelli «e comunque si, dovresti essere geloso. Lo sai che vad-» non riesce a terminare che lo schiacciatore lo trascina in un angolo nascosto della zona in cui si trovano e si fionda sulle sue labbra.
«Non ti azzardare a finire quello che stavi per dire.» gli dice. «Se qualcuno prova solo ad avvicinarsi a te, io- questa è un'opzione che non esiste. Tu sei mio.»
Al piú piccolo scappa una risatina incredula, è stupito da questo slancio da parte dell'altro.
'Forse vuole davvero provarci' pensa tra sé e sé, mentre appoggia la fronte sulla spalla del più grande e insinua le mani sotto la sua t-shirt.
«Gian...» si sente chiamare
«Mhh»
«Piantala.»
«Che?» chiede alzando di scatto la testa
«Toglimi le mani da dosso.»
«Ma io-» prova a ribattere allarmato
«Simone non puoi continuare farmelo venire duro senza poi fare nulla. Stamattina non hai imparato niente?!»
«Ah» sospira più rilassato «Credevo già non mi volessi più.»
«Che assurtitá! Non dire cazzate.»
«...e tu scegli bene le parole d'ora in poi.»
«Non posso non volerti Simo. Chiaro?»
«Chiaro» risponde prima di riprenderlo a baciare nuovamente. Si stanno esplorando lentamente, quando il cellulare del palleggiatore squilla.
Si stacca un momento da Lanza per prenderlo «è Martina» commenta.
Risponde mentre il veronese è passato a torturargli dolcemente il collo.
«Pronto? Si, OK. Si si. Io...noi...si eccoci.» dice cercando di darsi un contegno.
«Andiamo, è vicino l'uscita principale» afferma rivolgendosi allo schiacciatore.
«Fil» lo minaccia scherzosamente «se mi hai lasciato qualche segno giuro che ti uccido!»
Martina è fuori dall'auto che li aspetta sorridente...e forse un po' troppo euforica. Li saluta da lontano con la mano non appena li vede e poi una volta vicini parla:
«Ciao nano!» dice fondandosi sul fratello, abbracciandolo... «Ciao anche a te, splendore!» si rivolge poi a Pippo. A questa frase seguono due sguardi, quello perplesso di Lanza e quello inceneritore di Simone.
«Va bene» sputa fuori tossicchiando dall'imbarazzo «riponete le vostre cose nel bagagliaio e salite su.»
Sono in viaggio da poco più di quindici minuti, quando il palleggiatore le fa segno che è giunto il momento di evaporare.
«Simone, accompagni tu quindi Pippo? Io...io ho appuntamento dall'estetista. Si, ecco. L'estetista.»
«Si, certo. Fermati quando sei arrivata che poi procedo io, tranquilla»
«Tranquilla un corno, è la mia macchina questa!» borbotta cercando di non farsi sentire dagli altri due passeggeri.
«Io sono arrivata.» annuncia dopo un po' di tempo.
«Ok, perfetto.» le dice il più piccolo.
«Ci vediamo a casa.» risponde lei.
«Si, a stasera»
«Ciao, eh. Ciao Filippo»
«Ciao Martina...e grazie per il passaggio!» si sorridono cordialmente.
Sono di nuovo in marcia stavolta con Simone al posto di guida, una leggera musica di sottofondo e il venticello che entra dai finestrini aperti. Stanno bene. Stanno più che bene.
«Nano!?» domanda improvvisamente ridacchiando Filippo.
«Oh taci. Odio quando mi chiama cosí, cioè praticamente sempre e da sempre.»
«Invece è affettuoso»
«Per favore. Solo perché ha un paio d'anni più di me...sono 30 cm più alto di lei. Non ha senso!»
«È carino. Mi piace. Ti chiamerò anch'io così d'ora in poi...nano.»
«Ma non ti permettete proprio.» lo guarda fintamente risentito.
«Eddai, abbiamo bisogno di un nomignolo» gli dice il moro passandogli una mano tra i capelli «tutte le coppie si chiamano con strani nomi stupidi»
Il palleggiatore decelera per via del traffico e lo guarda sottecchi, in silenzio. Avrebbe voluto chiedergli se per lui sono davvero una coppia, soprattutto su che basi visto che non vuole dirlo a nessuno, non vuole che si sappia... 'perché per ora meglio così' gli ha ripetuto fino allo sfinimento. Ma non lo fa. Invece gli risponde «Proponi qualcosa di migliore, e potrò prenderlo in considerazione.»
Manca poco perché arrivino sotto casa di Filippo e il moro avverte la tensione del più piccolo, sa anche a cosa è dovuta. Del resto anche lui stesso non ha nessuna voglia di affrontare Nicole.
«Sta calmo»
«Lo sono»
«Non è vero. Pensi ancora che possa cambiare qualcosa il fatto che debba vedermi con lei?»
Nessuna risposta.
«Non cambierà niente. È un capitolo chiuso. Da tanto tempo. Da prima che noi...»
«È che non mi è mai piaciuta.»
«Neanche a me»
«Non prendermi in giro, Fil.» ribatte il palleggiatore mentre spegne la vettura una volta a destinazione.
«Sono serio.»
«Ci sei andato a letto.»
«Ho fatto sesso con tante ragazze, ma ho fatto l'amore con una sola persona»
Il veronese vede il più piccolo sciogliersi davanti ai suoi occhi, come neve al sole.
«Sono serio. Anche adesso.»
«Davvero?»
«Davvero.»
Si salutano con uno di quei baci profondi ma leggeri allo stesso tempo, quelli che permettono ad entrambi di imprimere nella mente ogni millimetro della bocca dell'altro, come se a quel punto fosse veramente necessario.
«Scendi da qui prima che ti rapisca e i tuoi, preoccupati, vadano a denunciare la tua scomparsa.»
dice Simone, sentendo il più grande scoppiare a ridere. Poi aggiunge: «mi chiami...dopo?»
«Non devi neppure chiederlo» risponde lo schiacciatore dandogli un altro bacio a fior di labbra per poi scendere ed avviarsi verso il portone del suo palazzo.
«Fil» sente il suo nome da dietro le spalle, mentre gira le chiavi nella toppa. Si volta e vede Giannelli con la testa fuori il finestrino. «già mi manchi»
«Anche tu» gli dice sorridendogli per poi chiudersi la porta alle spalle.
Entra nel suo appartamento, svuota le valige e prima di darsi unad sistemata manda un messaggio a Nicole, breve e conciso.
"Sono arrivato da poco. Ci vediamo tra un'ora nella caffetteria sotto casa tua.„
Spera che questa situazione si archivi una volta e per tutte con questo incontro.
Anche Simone finalmente rientra a casa. Sovrappensiero si incammina attraverso il corridoio che conduce in camera sua, non accorgendosi della presenza della sorella.
«Giannelli Simone!» urla lei, vedendolo sobbalzare per lo spavento.
«Ma sei stupida??? Dio mio, che paura! Maledetta!» gli risponde appoggiandosi al muro per riprendersi.
«Non eri dall'estetista? Credevo di essere solo.»
«Non è mai esistita nessuna estetista, nano. Capisco i tuoi segnali e quello era il momento di svignarmela.»
«Almeno questo» sussurra il più piccolo.
«Quindi questa vacanza? Mi devi un favore, hai detto 'faccio tutto quello che vuoi' ricordi? Beh ecco qui. Racconta.»
«È stata la piú bella della mia vita, probabilmente»
«Come darti torto. Filippo Lanza invece di me, mamma e papá... »
Il palleggiatore sorvola l'allusione della sorella e continua.
«È partita non come mi aspettavo. Eravamo nervosi, e ne risentivamo di tutto. Poi però col passare del tempo, abbiamo lasciato le cose fare il loro corso...ed è stato meglio di come potessi immaginare.» dice facendo capire che hanno risolto i loro problemi.
«Vi siete baciati di nuovo?» chiede a quel punto curiosa e speranzosa Martina. Vede il fratello sorridere con gli occhi che brillano, ma non rispondere.
«Vi...vi siete più che baciati?» lo sprona
«Noi...» sospira, indeciso se parlare o meno, ma ormai è li «...abbiamo fatto l'amore»
«Oddio!»
«Lo sapevo che non dovevo dirtelo»
«No, no. È che...hai detto "abbiamo fatto l'amore" e non "abbiamo fatto sesso" o "siamo andati a letto insieme" »
«E allora?»
«Ti sei innamorato di lui?»
«No...non lo so. Forse.»
«Simone»
«Io non lo so che si prova ad essere innamorati, Marti. Ma Filippo...mi ha travolto. È il mio pezzo mancante, come in un puzzle. Siamo complementari, ci apparteniamo. Io, non sarei io senza di lui..esisterei a metá. Ha senso?»
«Vieni qui.» dice tirandoselo a sé «Certo che ha senso, Simo, ha perfettamente senso. Te ne renderai conto prima di quanto tu creda. Il mio bambino sta crescendo» termina mentre lo abbraccia.
Nel frattempo Filippo esce per dirigersi al bar dove incontrerà Nicole. Parcheggia e la vede già seduta ad uno dei tavolini che danno sulla strada. Le si avvicina.
«Ciao» le dice freddo.
«Ciao» gli si avvicina per un bacio casto, ma il veronese si scansa facendo poggiare le labbra della ragazza sulla sua guancia.
«Tutto bene?» gli chiede
«Si. Tutto ok.» il disagio tra i due è palpabile. «Prendi qualcosa? Un aperitivo, un cocktail...»
«Dell'acqua andrà bene.»
«Dell'acqua?»
«Io...non posso bere alcolici.»
«D'accordo.» Va al banco a prendere un drink per lui e l'acqua come gli è stato chiesto.
Passano tanto tempo in silenzio, senza parlarsi.
«Non è...ti spiace se saliamo in casa a parlare?» esordisce lei quando vede che Pippo ha quasi finito la sua consumazione.
«Perchè?»
«Non è il caso qui»
«Ma perché?»
«Mi sembra di non averti mai chiesto nulla fin'ora. Andiamo.» dice risoluta
«Non sei nella posizione di pretendere niente» controbatte il ragazzo seguendola all'interno dell'abitazione.
«Cos'è la vacanza con il tuo amichetto del cuore non è andata bene?» sbotta Nicole con tono acido
«Mi dispiace deludenti, ma ha decisamente superato le mie aspettative. E non parlare di Simone, non lo conosci nemmeno. Non te puoi permettere.»
I toni si stanno alzando e la giovane cerca di attenuarli, provando ad apparire più calma.
«Che ti succede Filippo? Sei strano.»
«In che senso?»
«Sei distante. Sei freddo. Non vuoi che ti tocchi...»
«Mi sembrava inopportuno prima, visto come ci siamo lasciati a Zevio» spiega lo schiacciatore.
I toni pacati però durano meno del previsto.
«Come ci siamo lasciati? Tu mi hai praticamente cacciata da casa tua facendomi tornare qui!»
«Nessuno ti aveva invitata dai miei. Tu...sei opprimente e assillante. Mi sono sentito soffocare.»
«Mi tradisci?» chiede lei d'un tratto.
«Io..» Filippo viene colto di sorpresa, non sa che dire. Effettivamente l'ha tradita...ma Simone...lui non merita di essere considerato l'altro.
Lei è l'altra, quella di troppo. È sempre stato così nella sua testa anche se non lo ha ammesso. Non fino ad adesso.
«Hai un'altra?» incalza « per una volta in vita tua, abbi le palle di rispondere ad una domanda » urla. «C'è un'altra ragazza qui? In Sicilia? A Zevio?»
«No. No. Non ho un'altra» il che è vero. Non c'è nessun'altra ragazza nella sua vita.
«Allora perché mi respingi?»
«Sono stato chiaro fin dall'inizio con te. Dopo Anita non ho voluto legarmi a nessuno. Ci sono stato di merda per mesi, non posso permettere a nessun altro di spezzarmi, di farmi male.» le urla tutto in faccia Lanza «C'è in ballo troppo. Tutto. La pallavolo, me stesso, i miei sentimenti. Ne sto uscendo solo ora grazie a-» prova a prendere fiato «ne sto uscendo solo ora.»
«Certo. Il povero cucciolo che deve leccarsi le ferite.» esclama sarcastica
«Perchè mi hai fatto venire qui?»
«Per chiarire, per capire cosa ci è successo. Cosa ti è successo.»
«Vuoi chiarire? Beh eccoti il chiarimento: mi sei piaciuta, sei carina, sei intelligente. Abbiamo fatto del buon sesso. Ci siamo divertiti finché è durato. È stato bello. Ma è finita. Da un pezzo. Non andiamo piú d'accordo, è inutile continuare a torturarci. Sinceramente non capisco tutto questo Nicole, in fondo io sono stato sempre onesto nel dirti di non volere legami, nel dirti che-»
«Dovevi pensarci prima coglione! Ora il legame ce l'hai e non puoi mandare tutto a fanculo quando e come cazzo ti pare!» dice la ragazza ormai in lacrime, disperata.
«Ma che stai dicendo? Che vuol dire?»
«Vuol dire che sono incinta. Questo vuol dire!»

Come neve al sole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora