#Four

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Salve peps!
Prima di lasciarvi al capitolo, volevo chiedervi di dare un'occhiata a "Kiss me hard before you go" il nuovo racconto di una ragazza che è di grande supporto a questa storia, ItsRoose_ :)
Spero vi piaccia, tanto quanto è piaciuto a me.
Beh, buona lettura... e commentate questa 4° parte mi raccomando! ;)
Enjoy.
xxx

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«Chi è?» chiede Simone, leggermente infastidito, vedendo l'amico strabuzzare gli occhi dopo aver dato uno sguardo al display del cellulare.
«Nessuno» controbatte Filippo puntando di nuovo alle labbra del più piccolo che però lo blocca non lasciandolo avvicinare.
«E 'nessuno' ti cerca con cosí tanta insistenza? Per favore rispondi, sta diventando snervante.» lo intima, Simone, che nonostante si sia tirato indietro, muore dalla voglia di continuare da dove si erano lasciati poco prima.
E sa che lo vuole anche lui, lo vede dal modo in cui lo guarda, dal modo in cui continua a stringergli forte i fianchi.
Ma Filippo ha quasi paura a rispondere.
È consapevole che basterebbe anche solo nominare Nicole in quel momento per far scappare via Simone.
E lui non vuole che scappi. Perché non gli è affatto bastato il contatto di poco prima. Ne vuole ancora.
Il cellulare,però, continua a squillare, non la smette.
«Filippo ti giuro che se non rispondi ora a quell'affare, lo faccio io.»
«Ok» mormora, «ma tu non ti muovere» aggiunge, allontanandosi un po' per poter prendere il cellulare dalla tasca dei pantaloni.
Prima di accettare la chiamata, fa un respiro profondo.
"Ciao!" dice appena si porta il telefono all'orecchio "Ah, l'hanno trasmessa in diretta? Si, si..è stato incredibile giocare questa partita" continua, e Giannelli non ha idea di chi possa essere all'altro capo dell'apparecchio. "Grazie dei complimenti, ma è stato davvero un lavoro di squadra. Siamo stati una potenza tutti ed è stata una sensazione stupenda prenderne coscienza, un'emozione che..non ho parole davvero."
Si blocca per alcuni minuti facendo fare il solito monologo a Nicole, mentre lui si perde a guardare Simone come non ha mai fatto prima. "Si, è bellissimo...non hai idea di quanto lo sia" dice, con voce lasciva continuando a guardarlo, mettendolo un po' anche in soggezione. Da poi alla ragazza una serie di risposte brevi e vaghe, sperando che chiuda presto la chiamata. Invece Nicole continua a parlare e parlare e parlare e lui, infondo, non la sta ascoltando davvero.
Vorrebbe solo gettare il telefono lontano e lanciarsi di nuovo sulle labbra di Simone.
Ed è per questo motivo che resta spiazzato quando sente la voce della ragazza dirgli teneramente "vorrei tanto essere lì con te"
E Filippo inizia ad impanicarsi perchè non vuole farlo scappare, ma non vuole nemmeno che la ragazza inizi a sospettare qualcosa.
Così agisce d'impulso e si schiaccia addosso al ragazzo, intrappolandolo tra sè e il muro, impedendogli qualsiasi movimento.
In questo modo non sarebbe riuscito ad andarsene nemmeno volendo.
«Che diavolo fai, sei impa..» tenta di domandare, spiazzato, Simone prima che il piú grande gli poggi un dito sulle labbra, per zittirlo.
E approfitta della sua immobilità per rispondere alla ragazza. "Anche io vorrei che tu fossi qui con me, in questo momento"
E allora Simone capisce.
È Nicole, che lo ha chiamato.
E Filippo le ha appena detto che la vorrebbe con lui a Rio. In quel preciso istante. Lo ha appena spinto contro il muro e baciato, ma lui vuole comunque lei.
Ed inizia a sentirsi piccolo, sporco e vuole solo andarsene.
Realizza, poi, di essere intrappolato contro il muro ed
inizia repentinamente a dimenarsi, per sfuggire alla sua presa ferrea.
Ma Filippo lo blocca col braccio libero, costringendolo a stare ancora più fermo.
«Tu non ti muovi» gli sussurra.
«Non abbiamo finito, col cazzo che te ne vai» aggiunge, come per rafforzare il concetto.
E Simone quasi diventa verde dalla rabbia. Se ha tutta quella voglia di Nicole, in quel momento, non ha senso continuare un bel niente e non ha senso nemmeno costringerlo a restare lì e ascoltare la loro conversazione.
Tra l'altro davvero crede che facendogli gli occhi dolci, lo convinca a restare lì? Davvero crede di avere un tale controllo su di lui?
'Illuso' pensa, Simone, continuando a cercare una scappatoia inutilmente.
"Ti ho pensata molto, lo sai?" dice Filippo, alla ragazza, parlandole come se nulla fosse e la rabbia di Simone diventa incontrollabile. Vuole andarsene di lì, è deciso, e se dimenandosi non riuscirà a staccarsi da lui, allora dovrà provarci con altri mezzi.
E ha in mente giusto un paio di cosette che lo costringerebbero a chiudere la telefonata.
O a lasciarlo andare.
Così, senza pensarci due volte, comincia ad accarezzargli una guancia e avvicina il viso a quello dello schiacciatore. Sorride, facendo credere a Filippo che rimarrà tranquillo ad aspettare la fine della chiamata.
E lui cade diritto nella trappola.
Infatti, qualche istante dopo, Simone gli si avvicina ancora, lo guarda negli occhi e lasciandogli un bacio poco più sopra delle sue labbra.
Filippo si irrigidisce all'istante e gli lancia uno sguardo terrorizzato, capendo subito le intenzioni di Simone.
Nicole, nel frattempo, continua a fargli mille domande.
E nonostante il suo cervello si sia disconnesso non appena le labbra del ragazzo lo hanno toccato, prova lo stesso a mettere insieme qualche parola confusa.
"Si! Non appena torno in camera ti chiamo di nuovo e ti racco..." però il resto della frase gli muore in gola, divenendo quasi un gemito strozzato, quando Simone gliene lascia altro di bacio.
Filippo alza immediatante gli occhi su di lui, come se lo stesse pregando di smettere.
Ma Simone risponde con uno sguardo provocatorio e malizioso. Che lo incatena lí.
É talmente vicino, da sentire anche la voce squillante e fastidiosa di Nicole dall'altro lato del telefono.
"Fil, sei ancora lì? Filippo? Pronto?" ripete la ragazza mentre lui sogghigna divertito, senza mai distogliere lo sguardo da quello sconvolto di Filippo.
"Si. Ci sono." risponde, "è che a volte la linea è disturbata" È deciso a continuare la conversazione, non puó riagganciare ora, lei è una tipa sveglia, capirebbe che c'é qualcosa che non quadra.
Ma Simone non sembra demordere. Vuole vederlo perdere il controllo, mentre ancora é al telefono con lei.
Non per cattiveria, ma semplicemente per fargli capire chi é che comanda. Per fargli capire che é lui a tenerlo in pugno e non il contrario.
'Cosí la prossima volta impara a trattenermi contro la mia volontà.' pensa, divertito.
E non appena Filippo riprende parlare, infatti, inizia a lasciargli una serie di piccoli baci, dal contorno delle labbra fino all'orecchio.
Poi gli sfiora la guancia con la punta denl naso, muovendosi con estrema lentezza, come se gli facesse le fusa.
Filippo sussulta, scosso da un brivido, ma sorpendentemente, non accenna a chiudere la telefonata.
O a lasciare andare Simone, anzi, rafforza ancora di più la presa su di lui.
Non vuole lasciarlo andare.
"Si, c-certo" risponde, poco dopo, con la voce che gli trema, ad una domanda di Nicole.
"certo cosa? Ti ho chiesto cosa farete stasera.. Dio, Pippo mi stai ascoltando?" la sente dire, Simone, che non riesce a trattenere una risatina quasi malefica.
"Ah giá, scusa" ribatte, dandogli uno strattone mentre l'altro continua a ridacchiare senza contegno.
"Mi ero un secondo distratto" aggiunge, guardandolo arcigno.
Lo sta provocando, Simone.
Vuole che ceda alle sue moine, ormai lo ha capito.
Ma lui non vuole dargliela vinta e continua a tenerlo stretto e a parlare con Nicole, solo per fargli un dispetto ormai.
"Comunque non abbiamo ancora deciso cosa fare, tesoro" dice, sottolineando l'ultima parola, guardando Simone negli occhi.
Crede che chiamare la ragazza in quel modo lo avrebbe fatto allontanare.
Invece ottiene l'effetto contrario.
Simone gli si avvicina di nuovo, iniziando a lasciargli una scia di baci sul collo.
La reazione di Filippo gli fa perdere qualche battito.
"Oh dio" geme, mentre chiude gli occhi e piega leggermente il capo all'indietro in modo da dargli ancora più spazio su cui poter poggiare le labbra.
È talmente bello da lasciarlo totalmente senza fiato.
Simone, di conseguenza, affonda d'istinto le mani nei suoi capelli e continua baciargli il collo, a leccarlo, a lasciargli dei piccoli morsi senza curarsi minimamente dei segni che sicuramente gli sta lasciando.
Filippo continua ad emettere degli impercettibili gemiti dimenticandosi di essere ancora a telefono con Nicole.
Lo sente, Simone, che sta per lasciarsi andare: il suo respiro è accelerato, il battito velocizzato.
E trema all'idea che è lui a provocargli quelle reazioni.
Tra l'altro è anche sorpreso, Simone, dal fatto che l'amico si lasci baciare, arrendevole.
Come se tutto quello fosse normale.
Allora capisce che deve impegnarsi si più, se vuole farlo cedere.
Cosi, si ferma per un attimo a riflettere sul da farsi.
Filippo, invece, approfitta della tenporanea pausa di Simone per rispondere, o almeno provare a rispondere, ad una domanda di Nicole.
"Certo che ti chiamerò una volta tornato in camer-ODDIO" esclama, aumentando leggermente il tono di voce, quando Simone si fionda di nuovo sul suo collo. Solo che invece di baciarlo, si limita a tenere la testa poggiata lì, immobile.
«Che diamine fai?» chiede, con la voce tremante, Filippo, spostando di poco il cellulare da lui.
Simone alza la testa, lo guarda negli occhi e poi avvicina il viso al suo orecchio per mormorargli
«Nulla, solo... mi piace il tuo profumo» mormora prima di lasciargli un piccolo morso sul lobo dell'orecchio e tornare a baciargli il collo.
«Oh cazzo. Cazzo. Cazzo.» esclama lo schiacciatore prima di sussultare, di nuovo.
Quel ragazzino dall'aria tanto ingenua lo sta facendo impazzire ed lui... è arrivato al limite.
Non riesce continuare quella telefonata, con Simone Giannelli attaccato al suo collo, senza poter ricambiare, senza poter rispondere.
Così, lo spinge via, allontanandolo da lui, solo per poter chiudere velocemente la chiamata.
Simone si allontana in fretta, gongolando, felice che la sua missione sia riuscita.
«Ho vinto» gli dice, fiero.
«Vaffanculo» gli risponde il maggiore, quasi urlando.
Ed in quel momento che si ricorda che Nicole è ancora al telefono.
L'ha dimenticata totalmente.
Merda.
"Fil, chi c'è con te?" riprende, infastidita.
"Ma chi vuoi che ci sia?"
"con chi parlavi prima?"
Filippo inizia a rifilarle delle scuse veramente stupide mentre Simone gli dá un'ultima occhiata prima di andare via.
E lo sente, il veronese che per prendere il controllo.
Non vuole che vada via, soprattutto dopo averlo fatto impazzire in quel modo, prima.
E senza nemmeno rendersene conto, chiude la chiamata con la ragazza "Scusa Nicole, ti ho detto che non arriva bene il segnale. Ci sentiamo eh."
Non le lascia nemmeno il tempo di rispondere che ripone il telefono in tasca ed inizia ad inseguire Simone.
Impiega una manciata di secondi per raggiungere il corridoio, ma di Simone già non c'è più traccia. Si domanda dove può essere andato. Prova a cercarlo in palestra, nella sua camera, nella hall ma nulla. Prova a chiamarlo al cellulare, che però lo rimanda immediatamente alla segreteria. Sta facendo il giro del parco che circonda il residence, quando finalmente lo vede seduto su una panchina appartata con gli auricolari alle orecchie. Sorride spontaneamente mentre gli si avvicina.
Simone ha gli occhi chiusi, non si accorge della presenza di Filippo fin quando questi non gli sfila una delle cuffie.
«Ma ti pare il modo?» chiede Simone
«E a te pare il modo di andartene cosí!?»
«Mi hai mandato a quel paese, se non ricordo male» dice piccato il palleggiatore
«Sei incredibile»
«Che avrei dovuto fare?»
«Saresti dovuto rimanere lí»
«No, grazie. Lo spettacolo a cui ho assistito non è stato di mio gradimento. Ho aspettato fin troppo.»
«Tu mi hai detto di rispondere» gli dice Filippo con ovvietà.
«Hai ragione. Colpa mia.» risponde sarcastico Simone
«Non fare il coglione, dai»
«Ah, io! Sei tu lo stronzo che mi ha trattenuto con la forza mentre parlava al telefono con la fidanzata»
«Non è la mia fidanzata»
«Sti cazzi»
«Sapevo saresti scappato se non ti avessi trattenuto. Non potevi andare via.»
«E chi me lo vietava?»
«Io»
«Si, certo. Dovresti rivedere i tuoi metodi allora.» ride nervosamente Giannelli.
«Sei tu che hai iniziato a fare quelle 'cose' ed io...»
«Di che parli? Tu cosa Filippo?»
«Hai cominciato a fare praticamente le fusa e io sentivo caldo ovunque, non potevo trattenerti ancora immobilizzandoti quando volevo le mie mani su di te, su altre parti di te e...»
«Ma ti rendi conto di quello che mi stai dicendo? Cinque minuti fa le confessavi di volerla con te. Al mio posto!» urla stizzito il più piccolo
«Sei geloso?» chiede di getto Filippo
«No.»
«Non è la mia fidanzata.» ribatte il più grande, capendo che chiaramente quella che gli è appena arrivata alle orecchie non è la verità.
«Non me ne frega niente» grida Simone alzandosi dalla panca, iniziando a camminare.
«Non urlare.» dice Pippo raggiungendolo e prendendolo per un polso.
«Mi guardi?»
ma Giannelli non accenna a muoversi.
«Simo?» continua l'altro accarezzandogli con il pollice il dorso della mano «per favore?»
Finalmente si ritrovano faccia a faccia, occhi negli occhi.
«Non è la mia fidanzata» ribadisce il più grande
«Allora perché le hai detto quelle cose?» gli domanda quasi implorandolo mentre si sta perdendo nell'oscurità delle sue iridi.
«Perchè mi stavi facendo impazzire e non sapevo che fare. Perché l'unico modo era ripagarti con la tua stessa moneta. Perché dovevo.» ammette sinceramente Filippo, mentre vede l'altro abbassare lo sguardo. «Guardami»
Il palleggiatore lo sente avvicinarsi ancora di più. I loro respiri si infrangono l'uno contro l'altro. Alza il capo e di nuovo, si sente perso. Confuso. Scombussolato.
«Non è la mia fid-» sta per ripetere per l'ennesima volta lo schiacciatore, quando le labbra di Simone si posano sulle sue e interrompono quella nenia.
«Va bene, ho afferrato il concetto» risponde il più piccolo, quando si stacca.
Filippo lo vede lì a due passi da lui con lo sguardo vivace, le labbra leggermente arrossate e si muove quasi in automatico. Gli mette una mano nei capelli, per sistemargli quel ciuffo biondo che non vuole saperne di stare in ordine. Con l'altra gli sfiora la guancia, il collo, il braccio, il fianco...fino a posarsi alla base della schiena.
Lo guarda ancora, come a chiedergli il permesso, prima di far incontrare di nuovo le loro bocche.
Non sa con quale coraggio stia facendo quello che sta facendo, ma volere Simone è una cosa che va al di lá di ogni logica. Non può essere razionale. Non ce la fa. Sta iniziando a comprendere come potrebbe essere e non è disposto a rinunciare.
Sente le labbra del più piccolo schiudersi, e si distacca leggermente.
'fanculo' borbotta, prima di riprendere a baciare Simone.
E stavolta è un bacio vero, voluto, desiderato. Uno di quelli tutto morsi e lingua. Non è per niente romantico. È urgente e pieno di quell'attesa a cui hanno finalmente messo fine. È caldo e bagnato. È una droga. Non riescono a smettere.
Si staccano solo per riprendere fiato. Si sfiorano i nasi, come gli eschimesi. Entrambi si ritrovano a pensare che sia un gesto dolce, ed è loro.
«Simone, io» comincia a dire Filippo, ma viene zittito subito.
«Shh. Non dire niente. Ti prego. Non ora.» parla Simone, prima di continuare a lasciargli piccoli baci un po' ovunque sul viso.
Sono ancora lí fuori, all'impiedi, avvolti nella bolla che si sono creati attorno quando entrambi i loro cellulari li avvisano dell'arrivo di un messaggio. Si staccano controvoglia l'uno dall'altro per leggere. Sui display compare il nome del gruppo whatsapp della squadra "DREAMTEAM" (ah, Piano e la sua fantasia!) in cui compare una notifica di Toto Rossini:
"amici ANNUNCIAZIONE, ANNUNCIAZIONE. Dalla regia mi hanno appena comunicato che...STASERA SI SBOCCIAAAA. Un afterino per festeggiare come si deve ce lo meritiamo. Ci si vede tutti al "Poco Loco" il ciringuito sulla spiaggia, uhmm diciamo dall'1.00 in poi. Non fate i vecchi andando a chiudervi in camera. Vi voglio belli svegli! Non mancate e soprattutto non fatemi sfigurare. Portiamo alto il nome dell'Italia!"
«Beh mi sa che ci tocca andare.» dice Simone
«Credo proprio di si. Non voglio perdermi questo delirio, e poi ha ragione Ross, ci meritiamo di far festa.» risponde Filippo, ammiccando.
«Idiota» lo spinge via il più piccolo, sorridendo e passandogli avanti.
«Simone» lo richiama Pippo, facendolo girare e raggiungendolo, rubandogli un altro paio di baci. «ci vediamo tra poco?» domanda mentre sono ancora quasi bocca contro bocca.
«Andiamo assieme?»
«Andiamo assieme» conferma il più grande.
Dopo circa un'ora sono pronti a raggiungere gli altri. Si incantano a guardarsi attraverso lo specchio dell'ascensore.
«Siamo belli?» dice Filippo scherzando e aggiustando si per la milionesima volta i capelli nel giro di 5 minuti.
«Io sono carino. Tu sei fantastico» risponde Simone
«Sta zitto» termina lo schiacciatore alzando gli occhi al cielo.
Arrivano al locale intorno alle 2. È pienissimo, ma subito riescono ad individuare il loro gruppo. Sono tutti super euforici...e super ubriachi. In me che non si dica anchè loro si ritrovano con un drink in mano. Mentre interagiscono con gli altri non smettono un secondo di guardarsi, di studiarsi. Stanno trascorrendo una serata fantastica, che lo diventa ancora di più quando riescono a ritrovarsi un momento loro due da soli.
Filippo è appoggiato ad una delle palizzate del molo del locale quando Simone lo raggiunge.
«Ciao»
«Ciao»
Si sorridono.
«Finalmente soli» ammette il palleggiatore girando il suo drink con la cannuccia per poi abbandonarlo chissà dove.
«Ti sono mancato?»
«No.»
«Gian, lo sai vero che non credo nemmeno ad uno dei tuoi NO?!»
Simone non risponde, ma gli si avvicina fino a quando sorride sulle sua labbra.
Filippo inizia a baciarlo di nuovo, con più foga.
Perdono entrambi il controllo, poi, quando le loro lingue si incontrano ancora una volta per trasformare quel bacio in qualcosa di ancora più urgente, rude e disperato.
Filippo afferra con forza i capelli dell'altro e se lo tira ancora di più a se.
Vuole sentirlo ancora più vicino.
Vuole sentirlo ovunque.
E di rimando, Simone, artiglia le sue mani sulla schiena dello schiacciatore, come se fosse il suo unico appiglio alla realtà.
Gliela accarezza lentamente, senza mai smettere di baciarlo, scendendo sempre più giù, fino a trovare il bordo della maglia ed iniziare piano a sollevargliela.
Il cervello di Filippo va in tilt, poi, sentendo Simone gemere non appena le sua mani si infilano sotto la maglia e gli toccano la schiena nuda.
Voleva farlo dalla prima volta che aveva incontrato, si trova ad ammettere il più piccolo, ed è la sensazione più bella mia provata.
Filippo viene poi scosso da un brivido e sente un forte calore attraversargli tutto il corpo non appena sente le mani dell'altro muoversi dall'alto verso il basso, dalle spalle fino alla vita, con movimenti lenti e delicati.
«cazzo» mormora, ad occhi chiusi, staccandosi per un secondo dal bacio mentre realizza che basta un solo e leggero tocco di Simone per farlo andare fuori di testa.
Quasi se ne vergogna, ma non riesce a trattenersi.
Quello è il bacio più vero che abbia mai dato in vita sua e si sente... stravolto.
E vuole far provare anche a Simone almeno la metà delle cose che prova lui in quel momento quando si sposta a baciargli il collo, mentre con le mani continua a tenergli stretti i capelli.
Lo bacia, languidamente, sfiorandogli ogni centimetro della sua pelle.
E a Simone piace.
Tanto, troppo, a giudicare dal modo in cui sussulta di conseguenza.
"Fil...Fil..." , mormora, senza rendersene nemmeno conto.
E Filippo, sentendo quelle parole, perde totalmente la ragione.
Spinge Simone con forza contro la superficie a cui era appoggiato lui, ribaltando le loro posizioni, per poi iniziare a baciarlo come mai prima d'ora.
E non si sarebbe fermato, avrebbe voluto di più, se solo non avesse sentito la voce di Luca Vettori chiamarli a gran voce.
«Oh... siete qui» dice, capendo di aver interrotto qualcosa.
I due si staccano immediatamente, cercando di darsi un contegno.
«Ma ci ha visti?» farfuglia Simone.
«Tu che dici?» controbatte Filippo, poggiandosi anche lui alla palizzata
«Scusami»
«Per?»
«Per questo. Per Luca che ci ha beccati. Per tutto. Loro, tutti credo, sanno di me, sospettavano che io...che tu...che hai un certo ascendente su di me. Ma non è un problema, le battutine le incasso bene. Però non volevo si sapesse di te...»
«Non sapranno di me perché non c'è niente da sapere. Non è successo niente. E non preoccuparti, con Vettori ci parlo io, OK? »
'Non è successo niente' Simone è ancora fermo a quella frase, mentre annuisce al compagno che si allontana per andare alla ricerca del modenese. Non porterà a nulla di buono, se lo sente.
Filippo rientra nel locale e riesce ad intercettare quasi subito Luca, grazie a quel grattacielo vivente che ha per fidanzato.
«Vetto!» lo richiama
«Lanza, mi spieghi quando ti è nato questo amore folle per il mio ragazzo? Cos'è Giannelli non ti soddisfa? Lui è proprietá privata.» interviene Piano biascicando le parole, mentre continua a tracannare alcool. «PRI-V-»
«Taci Matteo.» parla a quel punto Luca, vedendo il cambiamento dell'espressione del veronese al solo sentire nominare Simone.
«Ma amor-» cerca di continuare Teo, ma viene trascinato via e messo a sedere su uno dei divanetti del privè.
Filippo li vede parlottare e scambiarsi qualche bacio, prima che Vettori cominci a dirigersi verso di lui.
«Scusalo, non sa quello che dice. Non regge neppure due drink. A volte mi chiedo come sia possibile, vista la stazza.» comincia Luca per rompere il ghiaccio.
Pippo sorride, perché in fondo ha ragione. «Tranquillo»
«Allora?»
Lanza non accenna a rispondere, anzi si volta per ordirare qualcosa da bere. Butta giù più di mezzo cocktail tutto in una volta, prima di parlare.
«È tutto un casino, Vetto.»
«Spiegati.»
«Ci hai visti?»
«Vuoi la verità?» si guardano per un momento «potrei dirti di no, così ti farei tirare un sospiro di sollievo, ma si, vi ho visti. Eccome se vi ho visti.»
«Merda»
«Ero solo, non preoccuparti. La tua corazza da macho man è salva.»
Filippo gli fa un'occhiataccia.
«È vero che sospettate di Simone?»
«Sospettiamo? Oh no. No, noi lo sappiamo con certezza che ti muore dietro da sempre. Da prima che se ne accorgesse lui stesso. È un libro aperto quel ragazzo, non ha filtri. A dire il vero, anche tu sei parecchio palese amico.»
«Io...»
«Come è stato?»
«Eccitante.»
«Wow» fa meravigliato Luca «mi aspettavo un 'bello', 'naturale', 'strano' ma di certo non questo.»
«Non è stato per niente strano. Anche se avrebbe dovuto esserlo. Io non mi sono mai sentito cosí Luca.»
«Cosí come?»
«Bene.» confessa «Cosí talmente bene che non riuscivo a smettere e ne volevo sempre di più. Ne voglio di più ogni secondo che passa. Mi sento come sotto effetto di una qualche droga. Oddio, sono drogato di Simone Giannelli»
«Non pensavo ti piacesse così tanto.»
«Te l'ho detto che è un casino. Non riesco a smettere, poi però mi ricordo di Nicole che ha cominciato ad essere di nuovo insistente, per non parlare del fatto che siano qui. Dovrei essere concentrato, focalizzato sulla finale e invece..»
«Devi prenderti il tuo tempo, Filippo. Lo capisco. È tutto nuovo, e questa cosa ti è capitata in un momento delicato. Parlarne con Simone, non è stupido. Anzi immagino si sia già scusato con te per averti messo in questa situazione, conoscendolo.»
«Infatti»
«Confrontatevi. Affrontate una cosa per volta. Ma fatelo insieme.»
«Se la mia coscienza avesse una voce, sarebbe la tua.» dice Filippo
«ahahahah simpatico»
«Ti voglio bene Vetto»
«Non ci provare Pippo. Sono impegnato. Molto impegnato.» la butta sul ridere Luca «ma lo sai che anche io te ne voglio» conclude poi, mentre gli tira uno scalpellotto dietro la nuca in segno d'affetto.

Come neve al sole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora