#Eleven

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Quando Filippo torna a casa è scosso dalle parole di Nicole.
Ha quasi paura di quello che potrebbe fare, perché sa benissimo quanto può essere pericolosa una Nicole fuori controllo. Subito il suo pensiero va a Simone.
Deve avvertirlo, prima che lei faccia qualche follia e trascini anche lui nel baratro. Afferra il telefono e inizia lo chiama ripetutamente, senza avere mai nessuna risposta.
Alla sesta telefonata inizia a preoccuparsi, ma proprio mentre sta per fare un altro tentativo, il telefono squilla.
È un numero non registrato in rubrica.
'Magari è lui, che prova a contattarmi con un altro cellulare' pensa, affrettandosi a rispondere.
«Pronto? Simone, sei tu?» chiede, allarmato, non appena risponde.
«Ehm, no.. sono Martina»
«Oh, ciao» dice, deluso. «Tutto bene?»
«Si, si...» risponde, imbarazzata.
«Senti, non è che per caso hai sentito Simone? È tutto il pomeriggio che provo a chiamarlo, ma non da segni di vita»
«No» risponde Filippo, con il cuore che sembra fermarsi «Ho provato anche io, ma.. ma.. nulla» aggiunge, con la voce che gli trema.
«Oh..»
«Dove cazzo si è cacciato?!» sbotta, nervoso. «Scusami... è che sono preoccupato.»
«Stai tranquillo, Pippo, magari gli si è solo scaricato il cellulare»
Filippo non parla, per qualche secondo resta in silenzio.
Non può essere un caso che Simone sparisca proprio quando
Nicole ha scoperto di loro.
«Pippo? Sei ancora lì?»
«Si, si.. senti, Marti.. vado a vedere se lo trovo a casa, va bene?»
«D'accordo, ciao.»
«Ciao»
Il tempo di chiudere la chiamata, prendere le chiavi dell'auto, che Filippo è già sulla strada per casa di Simone.
È preoccupato oltre l'immaginabile.
Probabilmente Nicole gli avrà di detto di averli beccati e Dio solo sa cosa.
La paura lo sta divorando, quando realizza di essere arrivato. Bussa alla porta.
Lì per lì sembra che non ci sia nessuno, poi d'un tratto sente una vocina flebile: «È aperto»
Lo schiacciatore poggia la mano sulla maniglia ed entra, meravigliandosi che uno come preciso come Simone abbia lasciato la porta di casa aperta.
«Simo?!» lo chiama allarmato, vedendolo rannicchiato ai piedi del letto con le ginocchia strette fra le braccia, il viso rivolto leggermente verso il basso e la bocca che sembra bloccata in una smorfia di dolore.
Lo stomaco gli si stringe a quell'immagine.
Sembra così piccolo, fragile e.. stravolto.
Ringrazia il cielo di non riuscire a guardarlo negli occhi, quello lo avrebbe di sicuro fatto sentire male. Veramente male.
Cosa gli ha fatto Nicole per averlo ridotto in quello stato?
Perché, ne è certo, c'entra lei in quella storia.
«Che hai?» chiede, poi, inginocchiandosi di fronte a lui.
Ma Simone non reagisce. Non lo guarda, non si muove. Si comporta come se non lo sentisse.
«Simo, ti prego, dimmi cos'hai» mormora, provando ad accarezzargli la guancia.
«Non toccarmi.» gli risponde quasi ringhiando, mentre gli sposta la mano dal viso, con forza, come se quel contatto gli provocasse un dolore fisico.
È come ricevere un pugno all'addome, per Filippo.
Il tono di voce, la cattiveria con cui gli ha impedito di toccarlo, il fatto che non riesce nemmeno a guardarlo...gli fa male. E lo preoccupa.
'E se Nicole gli avesse detto.. no.' pensa, pregando che non l'abbia fatto davvero.
«Simo..mi guardi? Per favore.» lo supplica.
Non appena Simone alza lo sguardo su di lui e i suoi occhi incontrano quelli color nocciola dell'altro, Filippo si sente quasi morire.
Sono gonfi, pieni di lacrime... e di rabbia.
Ha pianto, e tanto anche. Si sente lo stomaco sottosopra al pensiero che possa essere stato male per colpa sua.
«Perché non me lo hai detto?» chiede, piano, Simone.
«Cosa?» risponde, spaventato dalla possibile risposta.
«Di Nicole e...» fa una pausa «...della gravidanza.» aggiunge, borbottando quella parola con un un tono di voce simile ad un rantolo.
Come se solo dirla a voce alta lo facesse stare malissimo. Il veronese spalanca subito gli occhi, esterrefatto.
Non credeva che Nicole potesse farlo davvero, che potesse essere tanto crudele.
Una pugnalata allo stomaco probabilmente gli avrebbe fatto meno male.
Sente il respiro mancargli e la terra tremargli sotto ai piedi.
«C-come lo sai?»
«Nicole» risponde, guardandolo truce. «Perché non me lo hai detto, Fil? Perché?» domanda, non riuscendo trattenere le lacrime.
Filippo gli asciuga il viso, mentre Simone continua a guardarlo negli occhi.
Vuole una risposta, ma lui non è in grado di dargliela.
Non lo sa cosa lo ha spinto a non dirgli niente.
Non lo sa.
«Hai la minima idea di come mi sia sentito?» butta fuori, interrompendo il silenzio.
Il più grande nega con la testa.
«È arrivata a casa mia, infuriata, mentre io ero solo, esposto, impreparato... mi ha lanciato addosso questa bomba con una tale cattiveria da lasciarmi totalmente senza fiato» continua, nonostante avesse il magone.
«Simone, io non so...»
«Mi sono sentito... tradito, svuotato; come se qualcuno mi avesse strappato via non solo il cuore, ma anche le speranze e.. e i sogni.»
Filippo sente quasi di svenire, mentre si figura quella scena nella sua mente.
Immagina i sentimenti si Simone distruggersi poco a poco, e si ritrova ad odiare Nicole, ma soprattutto ad odiare se stesso.
Perché la colpa di tutto questo è solo ed esclusivamente sua.
«Mi.. mi dispiace» mormora, afferrandogli le mani.
«No, non è vero» risponde, infuriato.
«Non avrei dovuto permetterle di distruggerti in quel modo.» dice, ignorando il commento di poco prima «Avrei dovuto parlarti prima io...»
«Ma non lo hai fatto!» urla, prima di alzarsi e iniziare a girare nervoso per casa. «Sei stato con me stamattina! Mi hai parlato, mi hai.. baciato, cazzo! Come diavolo hai fatto a baciarmi, a guardarmi negli occhi, ed essere tanto insensibile da non dirmi niente?» aggiunge, fronteggiandolo, con la voce rotta dal pianto.
Filippo sta male.
Per lui, ogni volta che dalla bocca del piú piccolo esce una parola, è come ricevere un colpo mortale.
Tra l'altro non riesce nemmeno a guardarlo in faccia, non riesce a guardare quel viso stravolto e leggerci tutta la sofferenza che prova per colpa sua.
«er quale motivo non lo hai fatto?» incalza Simone.
«Io.. non lo so»
«Non lo sai?»
«Ero sconvolto, non sapevo che fare e.. avevo paura. Ho paura»
«Paura di cosa? Se me lo avessi detto avremmo potuto provar affrontare tutto insieme, Fil.»
«Non questo.»
«Perché?»
«È incinta, Simo.. aspetta un bambino.»
«Lo so! Credi che sia stupido?!» urla «Ma se me lo avessi detto mi sarei infuriato. Probabilmente ti avrei anche ignorato. Ma col tempo, parlandone, discutendone insieme, lo avrei superato.. e accettato.»
«Si?» domanda lo schiacciatore speranzoso
«Si, ma ora.. ora non lo so se ci riuscirei.»
«Perché?»
«Perché?! Sei serio? Per quanto abbia fatto un male cane sapere che il ragazzo di cui sono innamorato aspetta un figlio dalla sua ex psicopatica, e credimi... mi ha fatto molto male» dice, fissandolo. «Mi ha ferito molto di più sapere che se non me lo avesse detto lei.. tu mi avresti tenuto allo scuro di tutto per chissà quanto tempo! Forse per sempre.»
«Tu...sei innamorato di me?» questa confessione buttata lí in un momento di rabbia ha sconvolto ancora di più il veronese.
«Non ha importanza adesso.»
«Te lo avrei detto, comunque»
«Seh, certo.. " risponde Simone, scettico.
«Io.. avevo bisogno di tempo»
«Tu hai bisogno sempre di tempo.» mormora Giannelli, portandosi le mani alle tempie.
Filippo lo osserva per qualche secondo. Non ce la fa più a vederlo tanto nervoso e triste.
Vorrebbe farlo stare meglio e togliergli quella espressione affranta dal viso.
Non riesce a trattenersi: gli porta entrambe le mani sulle spalle, lo spinge velocemente contro il muro e lo bacia.
Simone si dimena, prova a non ricambiare, ma non ce la fa e alla fine si lascia baciare, per qualche minuto, ricominciando a piangere.
Le mani di Filippo lo sfiorano ovunque, delicatamente, ma.. tutto quello gli sembra tremendamente sbagliato, così improvvisamente, lo allontana.
«No!» grida «non voglio, lasciami stare, Fil!» aggiunge provando a liberarsi.
Ma invece di lasciarlo andare, Filippo gli afferra il viso con le mani.
«No, no per favore. Guardami» dice mentre li lascia piccoli baci su tutto il viso «ne ho bisogno, ne abbiamo bisogno. Simo, per favore...devi sentirlo, lasciami entrare dentro di te, ti prego»
Il più piccolo ha la mente talmente pesante a causa del pianto, che neanche si accorge di assecondare il veronese. Sta facendo l'amore, anzi no, sta facendo sesso con Filippo e non è mai stato peggio. Si sente sporco. Percepisce gli ansiti dello schiacciatore, lo sente raggiungere l'apice. Lo vede avvicinarsi verso le sue labbra, ma ha la prontezza di riflessi per spostarsi. Sta malissimo, in quel momento crede di riuscire a comprendere quanto si possano sentire sfruttate le prostitute, perché crede che è così che Filippo lo ha sempre visto: uno facile con cui divertirsi. È così nauseato che riesce per poco ad arrivare in bagno e vomitare la rabbia, la delusione, il dolore.
Filippo osserva la scena. È in panico. Lo segue come un automa e non sa dove trova la forza per parlare:
«Simo, guardami» dice, con la voce tremante. «Guardami!» ripete, notando che Simone continua a non dargli ascolto.
«Andrà tutto bene, noi siamo forti! Insieme.. riusciremo a superare anche questo! Lo hai detto anche tu!» continua, scuotendolo leggermente.
«Non c'è nessun noi» risponde Simone.. e il cuore di Filippo si ferma.
«Cosa?»
«C'è stato un 'noi', in queste settimane. O almeno credevo ci fosse.»
«Ma tu hai rovinato tutto» aggiunge non riuscendo più a trattenersi.
«Non.. non piangere» risponde il compagno, mentre sente lo stomaco contorcersi.
«Non parlarmi, non sono la tua puttanella, anche se è come mi sento al momento»
Gli fa male il petto, non riesce a respirare e il suo corpo sembra essere scosso da un brivido.
Gli occhi gli bruciano e deve stringere forte il pugno per non iniziare a piangere anche lui.
'Dio, i suoi singhiozzi.. mi tormenteranno' pensa, mentre gli sposta una ciocca di capelli dal viso.
«Non mi devi toccare. Vaffanculo» gli urla contro il più piccolo
«Ho bisogno di te, Simo» dice, mentre riprende ad accarezzarlo.
Simone, però, gli scosta di nuovo le mani.
«Vaffanculo, vaffanculo.Vattene» dice iniziando a colpirlo e spintonarlo
«No . No, non me ne vado.»
L'espressione sul viso di Simone si è trasformata da triste, distrutta, è diventata quasi feroce.
«Vattene! Ho chiuso con te. Mi fai schifo.» gli parla ma senza guardarlo in faccia.
Filippo capisce che continuare ad insistere sarebbe inutile.
Deve andare via, per lasciargli i suoi spazi.
Così, gli si avvicina, piano, e cerca di baciarlo sulla guancia
«Non provarci neppure. Non osare avvicinarti mai piú a me. MAI PIÚ. Esci. Adesso.»
Lo schiacciatore è sconvolto dalla situazione. È rotto in mille pezzi. È impotente, per questo mormora un «Come vuoi» prima di andare via e crollare anche lui.
Non appena sente la macchina del più grande allontanarsi, Simone prende il cellulare e chiama Martina.
«Marti, ti prego, devi venire qui.» dice con la voce rotta, prima di iniziare di nuovo a piangere.
Martina si precipita da lui, la voce di Simone gli è sembrata troppo strana al telefono.
Infatti quando le apre la porta di casa, la ragazza si trova di fronte il fratello con gli occhi pieni di lacrime e pallido come un lenzuolo, che quasi non sembra lui.
«Ehi» dice, preoccupata.
«Marti..» mormora e non appena la vede, e scoppia subito a piangere.
«Oh, nano..» dice, abbracciandolo forte. «Che è successo?»
«Filippo... noi... è finita.» risponde il palleggiatore, fra un singhiozzo ed un altro.
La ragazza non crede alle sue orecchie, perché aveva sentito Simone parlare dell'inizio loro storia , con gli occhi pieni di gioia, solo qualche giorno prima e le sembrava felice, come non era da tempo.
«Su, andiamo dentro.. così me ne parli» interviene, sorridendo, mentre gli dà una pacca amichevole sulla spalla ed entra con lui dentro casa.
Simone le racconta tutto: di Nicole, della gravidanza, di quanto si sia sentito tradito nel sapere che glielo ha tenuto nascosto di proposito e quanto sia stato male di fronte alla sua incapacità fornirgli una giustificazione sensata al suo silenzio.
Gli racconta anche della loro discussione... e del tragico modo in cui si è conclusa.
«La mia mentre era come... disconnessa dalla realtà, Marti» si lamenta
«Non riuscivo a respirare, figuriamoci a ragionare lucidamente. Mi sentivo...ero completamente in balia dei suoi gesti e... è stato terribile, non mi sono mai sentito così.» aggiunge, tristemente.
Martina è totalmente senza parole.
Gli si stringe il cuore a vedere suo fratello tanto distrutto e sentire il suo racconto ha fatto male anche a lei.
«Nano, mi dispiace tantissimo» dice, senza mai smettere di coccolarlo.
Simone le sorride, ma è un sorriso amaro, dal quale si evince tutto il suo tormento interiore.
«Che ne pensi?» le chiede.
«Di cosa?»
«Di Filippo, di tutto..»
«Vuoi la verità?»
«Si»
Martina gli prende le mani e lo guarda, intenerita
«Penso che si sia comportato da stronzo» dice, tranquilla. «Ma io sono convinta che lui provi qualcosa di molto forte per te, Simo.»
«No, non credo»
«L'ho visto, Simo, l'ho visto come ti guarda! Gli brillano gli occhi quando sei con lui... nessuno guarda in quel modo qualcuno che non ama»
«Hmm» borbotta scettico.
«È così, fidati»
«Lo credevo anche io, ma perché mi ha fatto questo?»
«È difficile, per lui.. ha dovuto affrontare la scoperta della sua sessualità e la notizia della gravidanza di Nicole in meno di un mese.. pensi che sia facile?»
«No»
«Credo che lui non abbia saputo reggere il peso di questa situazione e sia andato completamente nel panico» dice, d'un fiato. «Questo non giustifica il suo comportamento del cazzo, però, avrebbe dovuto mostrarsi più maturo ... è tutto un gran casino.» aggiunge compfensiva.
Simone si porta le mani sul viso, frustrato.
Lo sa che la sorella ha ragione, ma lui è troppo sconvolto per fare o pensare, qualcosa.
«Non ce la faccio»
«Lo so, è dura.. ma credimi, ci tiene davvero a te»
«Ma non abbastanza! Io ci ho messo tutto me stesso in questa cosa.. e lui non vuole farsi vedere in giro con me , lui.. non si è nemmeno fidato abbastanza per dirmi di Nicole» cantilena
«Hai ragio-»
«Io sono innamorato di lui, cazzo!» esclama, interrompendo la ragazza, mentre le lacrime gli scendono inesorabilmente.
«Davvero?»
Annuisce per poi lanciarsi ad abbracciarla.
«Fratellino...» mormora, mentre lo stringe.
Non sa bene che dire, Martina.
È una situazione delicata, qualsiasi parola potrebbe essere di troppo, potrebbbe farlo stare peggio.
Così preferisce continuare a stare lì, a trasmettergli quanto più amore possibile. È l'unica cosa di cui hai veramente bisogno.
«Marti, vorresti restare qui, stanotte?»
«E c'era bisogno di chiederlo? Ovvio che rimango, nano» risponde, mettendoli in disordine i capelli. «anzi, ti preparo anche uno dei miei manicaretti.. sperando che non dia fuoco alla cucina, prima..» ironizza, provando a farlo ridere.
«Che scema..» risponde, con un accenno di sorriso.
Passano il resto della serata insieme, fino a quando Simone non si addormenta fra le sue braccia.

Come neve al sole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora