Dite la veritá,vi siamo mancati?! 😂😂
Ehhh la real life quando chiama non ce n'è per nessuno...e questa settimana hanno chiamato anche i Mondiali di nuoto, che non si sa mai, magari sono serviti e ne uscirá un'altra fan fiction. Chissà, chissà...
Va bien, vi lascio alla lettura che è meglio. (Si spera!)
Enjoy!✳✳✳✳✳✳✳✳✳✳✳
Passano un paio d'ore su sulla spiaggia, prima che cominci ad affollarsi, passeggiando sul bagnasciuga nel punto in cui le onde del mare si infrangono contro la sabbia. Sono entrambi silenziosi, immersi nei loro pensieri.
La vacanza sta per giungere al termine ed entrambi non hanno la minima idea di cosa fare d'ora in avanti, ma nonostante ciò sembra procedere senza intoppi.
Simone ha mantenuto la sua promessa, e le cose tra i due sembrano tornate quelle di una volta, nonostante Filippo continui a ripetergli che quello che c'è hanno fatto è stato bellissimo, ma allo stesso tempo troppo precipitoso.
«Eravamo ubriachi» ha detto Filippo quella mattina,
«e l'alcol ci ha reso troppo...impulsivi.»
Simone concorda con lui, perché non hanno pensato alle conseguenze che i loro gesti avrebbero potuto avere sul loro rapporto, con tutte le questioni da ancora da risolvere. Non hanno pensato che avrebbero potuto rovinare tutto.
Non lo hanno fatto per una sola, semplice motivazione: perchè è stato semplice, inevitabile, bellissimo.
Il desiderio che avevano l'uno dell'altro, represso per troppo tempo, era ormai incontrollabile.
«Non saremmo mai finiti a letto insieme se quei drink di troppo non avessero offuscato le nostre inibizioni. Con questo non rinnego nulla e non mi pento di nulla, lo sai.» ha aggiunto, poi, Filippo.
E Simone non ha potuto fare altro che dargli ragione. Di nuovo.
«Si, forse è stata la cosa giusta al momento sbagliato.»
Così, da quella mattina, le cose tra di loro sono cambiate.
Sembra non esserci più tensione, anche se ormai il loro continuo guardarsi, sfiorasi...baciarsi si sta trasformando quasi in un'abitudine. Una di quelle belle, che ti fanno iniziare bene anche la giornata più cupa.
Si, perché per loro scambiarsi qualche bacio è diventata una cosa automatica, naturale.
Si avvicinano e fanno incontrare le labbra, per qualche breve istante, di continuo.
Senza rendersene nemmeno conto.
Come quella volta quando, passando di fronte ad una bancarella di souvenir, Simone si precipita a compare dei semplici bracciali di pelle marrone.
«Mettilo, così ogni volta che lo guarderai ti verrà da ridere pensando a questa assurda vacanza. E a me.» dice, sorridendo, in tutta la sua irresistibile semplicità.
Ed è istintivo...e normale per Filippo allungarsi e lasciargli un tenero bacio sulle labbra, di fronte agli occhi della proprietaria della bancarella.
«Siete bellissimi insieme» commenta la donna, poi, beccandosi le occhiate stranite dei due ragazzi.
Il tempo trascorre incessantemente, mentre continuano a viversi ogni momento a pieno.
La sera del loro penultimo giorno di vacanza tornano in hotel distrutti, soprattutto Simone, che non appena mette piede in camera si butta sfinito sul letto, portandosi le mani alle tempie.
«Che mal di testa. Riesco a stento a tenere gli occhi aperti» dice, attirando subito l'attenzione di Filippo, che si avvicina a lui preoccupato.
Gli prende il viso fra le mani, gli tocca la fronte, inizia ad accarezzarlo con cura, preoccupato del suo stato di salute, ma il più piccolo si allontana velocemente.
«Non farlo, mi dà fastidio.»
«Ma volevo...»
«Non sono un bambino, Fil.» lo interrompe
«Sto bene, avrò solo preso un po' troppo sole. È caldissimo oggi.»
«Ok» risponde, deluso, il più grande.
«Va a lavarti, tranquillo, che stasera dobbiamo andare in quel posto spettacolare che abbiamo visto ieri» dice, Simone, ammiccando.
Filippo arrossisce e poi, si avvia verso il bagno.
Impiega meno di mezz'ora a prepararsi, non vuole perdere altro tempo chiuso in quelle quattro mura che sono la loro stanza.
Quando esce vede Simone steso su un lato, con gli occhi chiusi.
«Ehi» cerca di richiamarlo ma il più piccolo non accenna a muoversi, così si avvicina al letto.
«Simo, dormi?» domanda, ma tutto ciò che riceve in cambio è un mormorio indistinto.
Sale e gli si posiziona accanto. Resta qualche istante a guardarlo e poi riprova: «Simo? Che fai dormi? Dobbiamo uscire. Il posto spettacolare...ricordi?!» gli dice sfiorandogli il braccio con le dita. Sente il più piccolo rabbrividire sotto il suo tocco. Ancora non se ne capacita, è strano per lui provocare certe reazioni a qualcuno che non sia una ragazza. È affascinante in qualche modo.
«Se non ti alzi entro 5 secondi scatta il mio diritto a torturati con il solletico. 1, 2...»
«Mhhh un momento»
«3..»
«Solo un attimo»
«...5» comincia a solleticargli i fianchi.
«NOOOOO, basta, basta!!!» urla il palleggiatore mentre si dimena.
«Ti avevo avvisato» ribatte il più grande in sua difesa.
Simone cerca di allontanare lo schiacciatore da sè con le mani, che però gli vengono prontamente bloccate sopra la testa.
Hanno entrambi il respiro affannoso, gli occhi incatenati gli uni negli altri.
Filippo sta per sciogliere la presa quando si rende conto che non è lasciarlo andare quello che vuole. Gli piace vedere Simone sotto di lui, con la bocca semi aperta e i capelli arruffati. Gli si avvicina lentamente, senza staccare gli occhi da quelli dell'altro. Vede le sue pupille dilatarsi non sa esattamente per cosa, magari per l'eccitazione...la stessa che sta privando lui ora. Sposta il suo sguardo alla bocca del più piccolo per poi tornare alla posizione di pochi istanti prima.
Quel movimento quasi impercettibile dà a Simone la forza per sollevare leggermente la testa e baciarlo.
Filippo ci mette mezzo secondo ad accoglierlo nella sua bocca, come se non aspettasse altro. Questa è una situazione diversa da quelle vissute finora: sono consapevoli di quello che stanno facendo, non c'è l'alcol da incolpare. Non è uno di quei piccoli baci a fior di labbra diventati abitudinari. È studiato, voluto, profondo. È sincero.
«Sei un pessimo carceriere Lanza. Facilmente corruttibile.» lo prende in giro Simone non appena si staccano, indicando con un movimento degli occhi le sue mani ancora bloccate.
«No. È il mio prigioniero che è irresistibile.» risponde poggiando il viso nell'incavo del collo di Giannelli.
Queste frasi dette di getto, rendono difficile al palleggiatore mantenere l'equilibrio...sia mentale che fisico.
«Filippo...»
«Scusa. Io...»
«Lo so.» afferma il palleggiatore, ma in realtà crede di non sapere più un bel niente.
«Che ne dici adesso di smettere di...di...Insomma, spostati così posso andare a darmi una sistemata, va bene?» continua per smorzare la tensione.
«Ok, sbrigati però.»
«È colpa tua Lanza, è colpa tua!»
Di tutta risposta riceve una pacca sul sedere.
«Ehi!»
«Scusa, ma hai un culo che...»
«Cretino!» lo apostrofa Simone.
Lo schiacciatore sorride quando si accorge che Simone invece di proseguire, a metá strada, si volta tornando a dirigersi verso di lui.
«Vaffanculo» sussurra il palleggiatore, lanciandosi addosso a Filippo.
Gli si avvicina velocemente, senza mai smettere di baciarlo, e poi gli si siede in braccio, facendo aderire i completamente loro toraci.
Filippo ricambia senza pensarci su un attimo.
'Alla faccia del proviamo a stare lontani per il bene del nostro rapporto' pensa Simone.
Si baciano furiosamente. Sono totalmente senza controllo...e sono soprattutto sobri.
Filippo perde completamente la testa quando Simone gli sfila via la maglia ed inizia lasciargli una scia di baci sul collo.
Allora lo afferra per la t-shirt facendolo stendere su di lui, perché il suo odore e i suoi baci, lo stanno facendo impazzire.
Vuole sentire le sue mani sfiorarlo, le sua labbra baciarlo e il suo corpo reagire ai tocchi del più piccolo.
Simone geme nella sua bocca quando la mano dell'altro si fa spazio fra i suoi pantaloni ed inizia a sfiorarlo delicatamente.
«Cazzo» sussurra, ora che i movimenti si fanno più veloci
«Io...cazzo, non ce la faccio più!» aggiunge, prima di spostare le mani sui fianchi dello schiacciatore, iniziando ad armeggiare con la cerniera dei pantaloni.
Filippo si incanta nel vedere l'urgenza con cui Simone prova, con dei movimenti confusionari, a togliergli gli ultimi vestiti.
E la voglia di lui diventa sempre piu forte.
Nel frattempo il palleggiatore è talmente affannato da non riuscire ad aprire quella dannata zip, il cervello gli si è annebbiato del tutto.
«Simo...» dice, con un tono di voce estremamente rauco, Filippo. «Cristo, datti una mossa.» aggiunge, chiudendo gli occhi.
«È.. è bloccata!» risponde Simone, continuando a sfiorarlo inconsapevolmente.
Filippo sta per esplodere.
«Dai, cazzo, ti sbrighi a togliermi questi dannati pantaloni?! Ti voglio, adesso! Sto andando fuori di testa!» esclama frustrato.
Sentendo quelle parole, i gesti di Simone diventano ancora più confusi e frettolosi. Si sente patetico, perché ha talmente tanta voglia di lui che non riesce nemmeno a toglierli i vestiti.
«Ci sto provando!»
In tutta quella ridicola lotta, non si rendono conto di essersi avvicinati troppo al bordo del letto.
Così quando Filippo si solleva con un movimento brusco, provando a prendere le redini della situazione ed aprire quella maledetta lampo, cadono entrambi sul pavimento.
«Stai bene?»
«Starei meglio, se un idiota di 1.98 non mi fosse finito addosso!»
Dopo essersi guardati per l'ennesima volta negli occhi, scoppiano a ridere contemporaneamente per l'assurdità della scena.
«Questo è un segno» afferma Filippo, alzandosi in piedi. «Un segno inviatoci dall'alto che serve a ricordarci che non dobbiamo lasciarci andare» aggiunge, allungando la mano a Simone per far rialzare anche lui.
«Forse hai ragione» risponde, dandogli un bacio sulla guancia, prima di sparire ed iniziare a mettersi in ordine.
In pochi minuti sono fuori dall'hotel. La brezza fresca che gli scompiglia i capelli, o meglio che scompiglia quelli di Simone, il profumo di mare che entra nei loro polmoni. È una bellissima serata, c'è un tramonto mozzafiato. Sembra come se la Sicilia sappesse che quella sarà una delle loro ultime notti lí. Scattano tante foto: al panorama, a loro stessi...sia prima, che durante, che dopo la cena.
Alcune di queste resteranno private, solo per loro. Altre, come è giusto che sia per due ragazzi giovani, finiscono sui loro profili social. Sono belli come pochi, e la miriade di commenti che ricevono entrambi ne è la conferma.
Si sentono bene, vorrebbero restare per sempre in questa nuova dimensione che hanno trovato, ma non possono. Sanno che la vita vera è pronta a far scoppiare la bolla in cui hanno vissuto l'ultima settimana in un niente.
La prima avvisaglia è data dal cellulare di Filippo, che lo avverte dell'arrivo di un messaggio.
«Chi è?» chiede Simone, mentre sono seduti al tavolino di un bar
«Matteo» cerca di liquidare subito il più grande
«Ah. Cosa vuole?»
«Ma niente, sai com'è. Se non spara qualche cazzata delle sue non è in pace.»
«Dai, voglio sapere. Fammi leggere.»
«Non è importante, non pensarci.»
«No, voglio sapere! Dammi!»
«Sim-» non fa in tempo a terminare che l'altro ha già preso possesso del suo telefono.
Il palleggiatore armeggia per qualche secondo e poi si ferma sulla conversazione con Piano.
“Quanto ve la state GODENDO? Onestamente, il ragazzino delle meraviglie è degno del suo titolo? Non mentirmi pippolanza, ricorda che io so tutto”
«Che significa?» domanda Simone
«Niente?»
«Mi stai rispondendo con una domanda? Che cosa gli hai detto?»
«No e nulla.»
«Si, certo. Come no.»
«Ma cosa vuoi che gli abbia detto scusa? Sai com'è Matteo. Viaggia con la fantasia e vede cose che non ci sono.»
«Giusto. Perché non c'è niente. Non c'è stato niente.»
«Non volevo dire questo. È che...dai non puoi prendertela davvero per una cosa simile!»
«Non stai migliorando la tua posizione...» gli fa sapere il più piccolo.
«Ma non ho fatto niente. Non l'ho nemmeno risposto! Sei paranoico, quando l'unico che si dovrebbe fare problemi a riguardo dovrei essere io.»
«Ovvio, tu sei l'unica vittima della situazione. 'Simone Giannelli che si approfitta del capitano Filippo Lanza' magari gliela hai raccontata cosí al tuo amico Matteo Piano per quello che ne posso sapere, visto ciò che ha scritto.» dice con freddezza, mentre si alza e comincia ad allontanarsi dal locale.
«Senti Simone, io non so come dirt- Dove vai?»
«A farmi un giro.» chiosa il palleggiatore lasciando il veronese lí da solo.
'Bella penultima sera di merda' dice tra sé e sé Filippo, prima di rispondere al messaggio di Matteo:
“Piano hai un tempismo del cazzo per le tue battute infelici. Dovrei venire a Modena e ucciderti, se non fossi troppo impegnato a rincorrere il mio ragazzo chissà dove!”
digita frettolosamente senza nemmeno rendersi conto di quello che ha scritto.
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Come neve al sole.
Fanfiction«Eppure, non è così difficile riconoscere qualcuno di prezioso, quando lo incontri. Non brilla, riempie.» Simone e Filippo si conoscono da tempo, giocano nella stessa squadra. Stanno per partire per le Olimpiadi e qualcosa tra loro sta cambiando. L...