¡Hola! ❤
Ne è passato di tempo, I know, però...fatemi sapere se ne è valsa la pena 😅
GRAZIE per la pazienza. Sempre.
Enjoy.✳✳✳✳✳✳✳✳✳✳
ll mattino seguente, quando Filippo apre gli occhi, si sente stranamente rilassato e dopo essersi guardato intorno, capisce di essere sul divano.
E di non essere solo.
C'è Simone, accoccolato fra le sue braccia, con la testa poggiata sul suo petto e le mani intrecciate alle sue.
Sorride e d'istinto lo stringe ancora di più a sé, lasciandogli un bacio tra i capelli, poi chiude gli occhi e si lascia scappare un sospiro, beandosi della sensazione di percepire di nuovo la sua pelle contro la propria, di sentire il suo odore ovunque.
«Oh Simo...» mormora a voce bassissima, mentre gli sfiora piano una guancia.
Gli è mancato troppo in quei giorni e il pensiero di averlo di nuovo tutto per sé lo fa sentire leggero... felice.
Si rende conto di stare bene in quel momento, con Simone rannicchiato su di lui.
Sta spaventosamente bene e tutto il suo corpo viene improvvisamente scosso da un brivido.
Il suo cuore batte fortissimo, gli fa quasi male.
Le gambe gli tremano e sente lo stomaco completamente sottosopra.
Ma nonostante ciò...è contento e non vorrebbe essere da nessuna altra parte al mondo.
E con nessun altra persona al mondo.
È una sensazione strana, non è mai stato tanto felice e in pace in tutta la sua vita.
Non si è mai sentito così.
Prova a dare mille spiegazioni diverse a quelle emozioni, ma c'è ne solo una che continua inconsapevolmente a tornargli alla mente.
'Non posso esserlo' pensa. 'Non posso assolutamente essere innamorato di..di lui'
«Fil?»
Il suono della voce di Simone lo distoglie dai suoi pensieri e lo riporta alla realtà.
Il palleggiatore ha gli occhi leggermente aperti e si guarda intorno, confuso.
Inizia a strofinarseli, come un bambino, per poi voltarsi verso Filippo e il suo cuore perde un battito.
«Hey» risponde, alzandogli il mento con un dito.
«Noi.. abbiamo dormito qui?» chiede, stranito, Simone.
Il moro annuisce, ma il più piccolo invece di rispondergli arriccia il naso, assonnato, ed inizia a muoversi inconsapevolmente su di lui, per sistemarsi meglio sul divano.
E visto lo spazio ristretto in cui si ritrovano, il corpo di Filippo reagisce all'istante.
'Oh merda' impreca mentalmente, in panico, cercando in tutti i modi di contenersi.
Ma gli risulta difficile, molto difficile.
Infatti Simone, che è ancora poggiato su di lui, sposta improvvisamente lo sguardo verso il basso, notando il rigonfiamento dei suoi pantaloni, e la sua bocca si incurva subito in una smorfia che è a metà fra il malizioso e il divertito.
«Davvero?» gli domanda facendosi scappare una risatina.
«Scusa» dice il veronese, mentre il suo viso si tinge di rosso «Io.. io non riesco a controllarmi, scusami.» aggiunge, imbarazzato come mai prima d'ora, perché gli ha promesso di comportarsi come un amico ma è bastato che lo sfiorasse per reagire in quel modo.
Simone si scioglie in una vera risata e invece di allontanarsi, si avvicina sempre di più, fino a salire quasi a cavalcioni su di lui.
Filippo non riesce a respirare, come può contenersi se lui fa quelle cose?
Come se non bastasse gli afferra una mano e senza distogliere lo sguardo, gliela solleva all'altezza del petto ed intreccia nuovamente le dita alle sue.
Il più grande spalanca subito gli occhi, sorpreso da quel gesto improvviso, e trema, poi, quando incontra gli occhi dell'altro.
Tutte le sensazioni provate poco prima tornano prepotenti e lo invadono...completamente.
Ha lo stomaco sottosopra e non riesce a fermare il battito impazzito del suo cuore.
Lo guarda: ha i capelli in disordine e le labbra contratte e riesce soltanto a pensare a quanto voglia baciarlo; a quanto voglia sentire quelle labbra su di lui, su ogni parte di lui, e a quanto vorrebbe farlo suo, su quel divano.
Ma no,non è per niente innamorato
D'un tratto Simone lo spinge delicatamente contro il bracciolo del divano. Sono vicini. Molto, molto vicini.
Stanno per baciarsi, quando suona la sveglia... e l'idillio si interrompe.
Simone toglie la mano dalla sua, come scottato, e si allontana velocemente.
«Fil, io.. non so cosa mi è preso» dice, nervoso. «Dovevamo comportarci come degli amici e lo volevo davvero, ma tu eri.. avevi.. e io.. non ho reistito... scusami» aggiunge, continuano a gesticolare senza sosta.
«N- non importa» risponde Filippo, provando a regolarizzare il suo respiro.
«Sicuro?»
«Stai tranquillo, Simo» dice, mentre gli sfiora delicatamente la spalla.
Lui lo guarda per qualche altro secondo, e poi scatta in piedi.
«Posso... posso fare una doccia?» chiede, timido, mentre si passa una mano nei capelli.
«Certo» gli risponde fissandolo divertito il moro «gli asciugamani sono nel secondo cassetto dell'armadietto.» aggiunge.
Simone arrossisce e poi scappa via in bagno.
'È imbarazzante non riuscire a sapersi contenere' pensa il palleggiatore mentre è sotto il getto gelido della doccia.
Eppure un tempo ci riusciva benissimo. Sospira.
Esce dalla stanza appena finito di vestirsi. Passa per il corridoio e rimane inchiodato fuori la porta della camera del veronese. È di spalle, intento vestirsi, con la schiena nuda e un paio di skinny jeans che...
«Gian?»
«Simone!»
«Mhh?» borbotta finalmente quando sembra tornare sulla Terra.
«Ti sei incantato?»
«Si. No. No.» risponde scuotendo la testa.
Filippo non sa bene come uscire da quella situazione, fortunatamente il compagno continua «Vado a casa a prendere le mie cose. Ci vediamo al palaTrento.»
«Ok, a dopo!»
«Ciao»
«Non fare tardi!» gli urla lo schiacciatore
Il più piccolo semplicemente gli fa una linguaccia prima di uscire.
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Come neve al sole.
Fanfiction«Eppure, non è così difficile riconoscere qualcuno di prezioso, quando lo incontri. Non brilla, riempie.» Simone e Filippo si conoscono da tempo, giocano nella stessa squadra. Stanno per partire per le Olimpiadi e qualcosa tra loro sta cambiando. L...