Rimangono così abbracciati per un tempo non ben definito.
Sono stretti l'uno all'altro: i toraci attaccati, le braccia di Filippo allacciate alla parte bassa della schiena di Simone e quelle di Simone che cingono il collo del piú grande. Il veronese sente il respiro del più piccolo su di lui, il suo ciuffo di capelli che gli solletica la pelle e il suo naso che continua a tracciare il percorso dalla spalla all'orecchio come se non potesse far altro che quello. Filippo sente il sorriso di Simone su di sé e non può che sorridere di rimando. Quando si staccano, entrambi sono soddisfatti e felici.
«Dai, raccogliamo tutto e torniamo al residence, prima che qualcuno ci dia per dispersi e chiami una troupe di 'Chi l'ha visto?'»
Simone ride, ma sa che l'amico ha ragione quindi senza perdersi in ulteriori indugi raccattano le loro cose e si avviano verso l'hotel. Camminano in silenzio, guardandosi di sfuggita, sfiorandosi, gustandosi la leggera brezza di quella notte d'estate brasiliana. Giunti a destinazione, decidono di prendere l'ascensore, ed è Filippo a rompere il silenzio:
«Allora...siamo apposto?»
«Si. Si. Certo che siamo apposto. Siamo più che apposto.» risponde Simone con un sorriso splendente.
«Bene, ottimo.»
L'ascensore arriva al piano su cui si trova la stanza del palleggiatore.
«Quindi...io sarei arrivato.» esordisce mentre aspetta che le porte si aprano.
«Cristo Gian, adesso rubi le battute da primo appuntamento a quegli stupidi teen drama americani? Cosa sei una ragazzina?»
«Ti sembro una ragazzina?» risponde, ma non sente l'altro parlare. «Non farmi pentire di averti dato una seconda possibilità così in fretta, eh Lanza.»
Detto questo si dirige verso la sua camera, ma dopo pochi metri sente delle mani prenderlo per le spalle e girarlo. Filippo lo avvolge in un abbraccio e poi parla:
«Non te ne pentirai di avermi perdonato, ho imparato la lezione. Fidati.» dice sorridendo lo schiacciatore «E no, non mi sembri una ragazzina. Non mi sembri affatto una ragazzina.» afferma osservando ogni minimo dettagli del giovane di fronte a sé con attenzione.
«Meglio per te.»
«Mi sono mancate le tue minacce velate. Mi sei mancato.»
«Anche tu.» dice lasciandogli l'ennesimo bacio sulla guancia e sciogliendo l'abbraccio.
«Buonanotte.»
«Buonanotte Fil.»
In questo modo si salutano, staccandosi per l'ennesima volta l'uno dall'altro e non accorgendosi che da lontano, il compagno di stanza di Giannelli, ha assistito a tutta la scena.
Una volta arrivato in camera Simone poggia quella stupida candelina a forma di leone sul comodino, come promemoria per ricordare il miglior compleanno di sempre. Poi comincia a svestirsi e si mette a letto. Prima di dormire però prende il cellulare e digita un messaggio...
Filippo arriva in camera sorridente e trova Max che dorme. Dopo poco anche lui è a letto, quasi addormentato, quando sente vibrare il telefono.
- - Sono stato benissimo stasera. Grazie.
- La smetti di ringraziarmi?
- - Uhmmm....No?!
- Simone.
- - Filippo.
- Daaaai. Alle volte sei esasperante.
- - Da che pulpito.
- Che vorresti dire?
- - Niente.
- Sappi che questa conversazione è solo archiviata, mio caro!
- - Ecco, appunto :)
- Buonanotte Simo.
- - Buonanotte.
- - Filippo?
- Che c'è?
- - Ti voglio bene.
- Anche io.La mattina seguente prima di scendere a far colazione, Colaci vuole accertarsi che la situazione tra i suoi due compagni di squadra si è rasserenata.
«Allora, come è andata ieri?»
«Direi bene. Anzi benissimo, inaspettatamente. Simone ha capito che non è un periodo facile e lo stress che abbiamo tutti addosso per la competizione non aiuta. Mi ha concesso del tempo, ma sa che appena avrò le idee chiare sarà il primo da cui andrò. Glielo devo. A volte mi sembra lui il più grande dei due.»
«Lo è. Di testa è più grande di molti di noi.» dice il libero mentre raggiunge gli altri al tavolo.
Da quel giorno tutto procede nel migliore dei modi: si allenano, a volte riescono a vedere qualche gara di altre discipline, tutto sommato si divertono restando però sempre con la testa proiettata verso le gare.Il clima si è tranquillizzato e tutto il gruppo ha notato che le cose tra Filippo e Simone si sono risolte al meglio. Non tutti però danno troppo peso alle azioni che compiono inconsapevolmente: si gravitano attorno, non perdono occasione per isolarsi, per sussurrarsi cose all'orecchio, si sfiorano perché sentono come l'esigenza di toccarsi, di respirarsi, di immergersi uno negli occhi dell'altro, di sorridersi. La maggior parte del dei ragazzi non ci presta troppa attenzione, ma alcuni di loro lo hanno notato eccome.

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Come neve al sole.
Fanfiction«Eppure, non è così difficile riconoscere qualcuno di prezioso, quando lo incontri. Non brilla, riempie.» Simone e Filippo si conoscono da tempo, giocano nella stessa squadra. Stanno per partire per le Olimpiadi e qualcosa tra loro sta cambiando. L...