#Twelve 2.0

1K 26 17
                                    

Vi ho detto che sarebbe arrivata presto, ed eccola qui.
Parte 2 di 2: ✔
Grazie per le 5.000 views non ho parole, davvero...e grazie per portare pazienza 😅
Vi lascio alla lettura.
Enjoy.

✳✳✳✳✳✳✳✳✳✳

Quel pomeriggio, mentre Simone ripensa a quanto successo nelle ore precedenti, riceve un messaggio.
È Filippo:
- Simo.. devo parlarti.
Ma lui non risponde e poco dopo gliene arriva un altro.
- Gian, ti prego, non ignorarmi. Dobbiamo risolvere questa situazione, non ce la faccio più...
Gli si stringe lo stomaco.
Infondo, anche lui non ne può più, anche per questo decide di assecondare l'idea del compagno.
--Vediamoci al solito bar, alle 4.
Sente squillare il telefono più volte, quando si prepara. Appena finito lo prende e controlla gli sms.
Uno è di Filippo, che conferma.
L'altro è di Andrea, che gli chiede di vederlo per un caffè.
Non ci pensa su due volte prima di accettare l'invito.
Vuole chiarire le cose anche con lui, pur non sapendo della scenata che Filippo ha fatto al giovane quella stessa mattina.
Quindi gli dice di vedersi allo stesso locale, ma un'ora prima, così dopo aver parlato con il toscano, sarebbe stato libero di affrontare Filippo.
Arriva al posto prestabilito e trova Andrea già seduto ad un tavolino.
«Ehi dottorino» lo saluta
«Ciao»
«Aspetti da molto?»
«Ma no figurati. Ordiniamo qualcosa?»
«Certo, perché no»
Mentre attendono le ordinazioni cominciano a parlare del più e del meno, fino ad arrivare, al vero motivo per cui entrambi sapevano essersi incontrati nonostante non lo avessero detto apertamente.
«Ascolta, Simone» dice Andrea, avvicinandosi. «mi hai colpito dal primo giorno in cui sono arrivato a Trento. Sei divertente, sveglio, gentile, talentuoso, ed è inutile che ti dica che sei bello.»
«Smettila» dice, coprendosi il viso con le mani.
«Lo confesso, avrei voluto provarci da subito, ma era chiaro che non avessi speranze.»
«Per quale motivo?»
«Non sono Filippo Lanza»
Simone si sente preso alla sprovvista e le sue gote si colorano di rosso.
«Tu sei pazzo di lui» esclama, canzonandolo.
Il palleggiatore non risponde, si limita ad abbassare lo sguardo.
«E anche lui lo è di te.» aggiunge il fisioterapista, convinto.
«Avrei da ridide su questa tua affermazione» borbotta il più piccolo.
«Credimi, me ne ha dato conferma stamattina»
«In che senso?»
«Per farla breve diciamo che è venuto a marcare il territorio.» risponde con calma Andrea senza scendere nei particolari, crede che non sia necessario spiegare l'incontro nel dettaglio.
Poi gli si avvicina, lo fissa, per capire meglio cosa nascondesse ed esclama:
«Tra di voi c'è qualcosa in sospeso, non è così?»
«Hmm, si» borbotta Simone, imbarazzatissimo.
«Lo sapevo!»
«Lo sapevi?»
«Sono con voi tutti i giorni, piú ore al giorno. Voi siete destinati a stare assieme.» conclude, sfiorandogli amichevolmente una spalla.
Simone sorride, ma il suo volto sembra essere ricoperto da un velo di tristezza.
Avrebbe voluto raccontargli cosa fosse successo negli ultimi giorni, per sfogarsi, ma Andrea sembra leggergli nel pensiero.
«Senti, qualsiasi cosa è successa tra di voi, si aggiusterà!» dice sicuro di se.  «Siete fatti l'uno per l'altro, bomber!» parla asciugandogli una lacrima che scivola giù dal suo viso.
«Mi dispiace di averti messo in mezzo, Andre.»  interviene Simone, poco dopo.
«Sapevo a cosa andavo incontro» gli sorride ancora. «Mi farebbe tanto piacere restare tuo amico però... se vuoi, eh»
«Certo che lo voglio!» esclama a gran voce il palleggiatore, mentre si allunga ad abbracciarlo.
Andrea ricambia all'istante e gli lascia un tenero bacio sulla guancia.
Simone lo guarda negli occhi per qualche secondo e non riesce a resistere alla tentazione di lasciargli un bacio leggero sulle labbra.
Proprio in quel momento, un rumore di piatti che si rompono attira la loro attenzione.
Simone si volta e si sente morire.
Di fronte a lui c'è Filippo, che per sbaglio ha urtato la cameriera, facendole cadere tutto, che li guarda sconvolto.
Ha gli occhi pieni di lacrime e un'espressione delusa e ferita.
Simone si sente mancare, quando lo vede.
«Fil?» lo chiama Giannelli, correndo verso di lui.
Ma Filippo si allontana. «Cazzo Simone-» esclama infuriato il veronese, «Posso capire il risentimento, la freddezza, l'indifferenza... ma questo?! Questo è troppo...» aggiunge, con la voce rotta dal pianto.
«hai frainteso, lasciami spiegare»
«Credi di essere il solo a soffrire per questa storia?» grida, fronteggiandolo. «Sto male, Simo... malissimo! La mia vita è un casino... non dormo da giorni, il pensiero di averti perso mi ha torturato e a volte.. a volte riuscivo a stento a respirare!» aggiunge, spingendolo.
«Fil...»
«Ma a quanto pare tu l'hai presa molto meglio di me» esclama, guardando Andrea in cagnesco.
«Non ti farei mai del male.. lo sai» dice, provando a sfiorargli la guancia.
«No, non so più niente.» sussurra spostandogli via la mano.
Va via di lì correndo, lasciando Simone in preda ai sensi di colpa.
Ripensa al suo viso ferito, deluso.
Ripensa ai suoi occhi pieni di lacrime e sente come un vuoto dentro.
Ha esagerato a trattarlo in quel modo, in tutti quei giorni.
Era talmente accecato dalla rabbia da non rendersi conto di quanto gli stesse facendo del male, di quanto soffrisse a casa sua.
Luca e Matteo avevano ragione, avrebbe dovuto parlargli.
Invece lui l'ha distrutto, più di quanto non lo fosse già.
E così, inizia a piangere.
Andrea lo abbraccia, prova a rincuorarlo, ma Simone non accenna a calmarsi.
«Devo andare da lui!» afferma fra un singhiozzo e l'altro.
Saluta l'amico, sale nella sua auto e va automaticamente in direzione dell'appartamento di Filippo.
Bussa più volte alla sua porta, lo telefona...ma nulla, non risponde.
Chiama anche Luca e Matteo, per capire se avessero notizie, e nemmeno loro sanno nulla.
È come sparito nel nulla.
Continua con lo stesso rituale per tutti e due i giorni seguenti, senza però giungere al risultato sperato.

Come neve al sole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora