E' giunto il grande giorno, tra poche ore giocheranno la semifinale al maracanazinho contro gli Stati Uniti.
Sono tutti in campo da un paio d'ore almeno. Mentre si allena, Filippo torna inevitabilmente con la testa alla sera prima.
All'incontro con Simone per tranquillizzarlo e soprattutto alle sensazioni che ha provato durante l'ultimo abbraccio.
Perché, deve ammetterlo, è stato diverso dal solito. Più intenso, più... fisico. E gli è piaciuto. Fin troppo, comincia a prenderne consapevolezza.
Ha sempre apprezzato i suoi abbracci, Filippo, ma il suo corpo non ha mai avuto una reazione simile. Ricorda ancora i brividi percorrergli la schiena quando ha sentito il corpo di Simone attaccato al suo, il respiro del più piccolo infrangersi contro la sua pelle, i loro cuori che battevano veloci. Assieme. E anche adesso, solo ricordando quanto accaduto, non riesce a scacciare via quelle sensazioni.
Non sa a cosa è dovuto tutto questo. Certo, negli ultimi tempi si sono avvicinati ancora di più, questo è innegabile. Non riescono a star separati l'uno dall'altro, a non sfiorarsi per più di qualche ora. Sa che Simone è la persona più affine a lui, il suo complementare caratterialmente parlando.
Ma non aveva mai realizzato, fino a quel momento, quanto gli piacesse essere toccato da lui. Non aveva mai riflettuto sul suo rapporto con Simone, o a Simone stesso, dal punto di vista fisico.
E poi ripensa alle parole di Luca Vettori.
E, forse, inizia a credere che non siano poi tanto assurde. Anche se non è mai stato attratto dai ragazzi, non si è mai soffermato a guardare un suo amico o un suo compagno di scuola/di squadra pensando che fosse "bello". No gli è mai successo, almeno non fin quando ha conosciuto Simone.
Questo flusso di pensieri, poi, lo spinge a voltarsi proprio verso il palleggiatore, sperando di trovare i suoi occhi puntati su di sè, come sempre. E le sue aspettative non vengono deluse.
Il ragazzino è lì che lo fissa, immobile. Ha la bocca leggermente aperta, un sopracciglio sollevato e lo sguardo furbo, quasi mailizioso.
Normalmente odierebbe sentirsi fissato in quel modo.
Ma in quel momento, non si sente a disagio, anzi.. gli piace anche quello.Gli piace proprio perché quelli su di lui sono gli occhi da cerbiatto di Simone Giannelli. E scopre di amare il modo con cui lo guarda: lo fa sentire apprezzato, ammirato, desiderato... perché lo guarda come se fosse la cosa più bella del mondo, come se non esistesse nient'altro che lui su quel campo. E lo fa impazzire. Dio, se lo fa impazzire. Glielo vorrebbe urlare.
È dura per Filippo, riuscire a guardare qualcuno che non sia Simone. La sua naturalezza lo fa sembrare di una bellezza rara.
Non lo ha scomposto per niente il fatto di essere stato beccato a guardarlo. Continua a fissarlo con ancora più intensità, senza batter ciglio.
Filippo si ritrova a stringere forte il pugno, ormai non ragiona più. Vorrebbe solo fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Quello scambio di sguardi lo sta facendo impazzire e gli sta piacendo troppo.
'Adesso lo prendo e gli stampo un bacio avanti a tutti' si ritrova a dire tra sè il veronese, non riuscendo nemmeno più a tenere a bada i suoi pensieri.
Non può pensare quelle cose, è sbagliato, e sa che quella situazione deve finire prima che degeneri. Ma senza pensarci due volte, inizia comunque ad avvicininarsi a lui. Non sa nemmeno quello che sta facendo, o cosa gli dirà, mentre si dirige, con grandi falcate, verso Simone che vedendolo arrivare, continua a non scomporsi, restando lì a guardarlo.
Quasi come se volesse sfidalo. Arrivato di fronte a lui, Filippo si ferma.
Per qualche istante resta a guardarlo, poi alza una mano e gliela poggia sul petto, spingendolo delicamente contro il palo della rete.
«Smettila di guardarmi così»
«Così come?»
«Smettila e basta.»
«Se è quello che vuoi, non ti guardo più.» risponde, Simone. Non ha voglia di litigare, per questo decide di assecondare il compagno chiudendo in fretta la questione. A quel punto si aspettava che lo schiacciatore sarebbe andato via lui correndo, invece Filippo mentre annuisce, si poggia su di lui.
Inizia a sfiorargli il petto con le dita: i pettorali, gli addominali, per poi scendere più giù, verso i fianchi. Gli occhi, che fino a quel momento erano stati fissi nei suoi, si spostano sulle sue labbra.
Poi fa un passettino in avanti, forse inconsapevolmente, senza distogliere lo sguardo dalla sua bocca.
E' così preso dal momento da non accorgersi degli sguardi curiosi degli altri su di loro. All'improvviso si rende conto di essere vicino, fin troppo, così allontana la mano, che fino ad un secondo prima accarezzava il fianco del più piccolo e va via come se nulla fosse lasciando Simone confuso e meravigliato. Forse anche un po' sconvolto.
Non capisce perché gli abbia detto di smetterla di guardarlo in quel modo, se poi lui fa...questo.
Quale modo, poi? Lo guarda come fa sempre.
Forse e' stata la sua mente a volere che ci fosse altro, in quello sguardo.
Comunque, sentire la sua mano muoversi delicatamente sul suo corpo, sentire lo sguardo indugiare sulle sua labbra è stato piacevole per Giannelli. Si ritrova a sorridere e scuotere la testa proprio mentre Osmany si avvicina.
«Che ti dicevo?» domanda
«Cosa?»
«Gli piaci.»
«Juanto, ti prego, non ricominciare.»
«Io vi vedo Simone. Tutti vi vediamo.» continua il cubano.
«Beh allora se ci vedete così bene come dite, dovreste anche sentirci, perché Lanza è appena venuto a dirmi di non guardarlo più. Contento adesso?» sputa fuori Simone, mentre si allontana, lasciando Juantorena al lato del campo.
A volte era frustrante avere a che fare con Filippo, con i suoi comportamenti altalenanti e i suoi sbalzi d'umore.
'Adesso non è il momento di pensare a quel cazzone di Lanza e ai suoi trip mentali' si dice Simone, mentre beve un sorso d'acqua ghiacciata.
E no, non è il momento di avere distrazioni. Di nessun tipo. Devono restare concentrati, tutti. Tra poche ore si giocheranno l'accesso alla finale olimpica. È troppo importante. L'italvolley aspetta questo momento da 12 anni. Sentono il peso della responsabilità. Devono essere uniti. Al resto penseranno in seguito.
Dopo essersi preso questo momento per sè e aver ritrovato il mood giusto, Simone rientra per continuare l'allenamento.
La mattinata passa così, quasi interamente in campo, per cercare di migliorarsi e di capire dove possono spingere di più, in modo da battere gli americani che nelle ultime partite hanno rivoluzionato il loro sistema di gioco diventando se è possibile ancora più forti e veloci.
Passano la giornata studiando gli avversari e il modo per sconfiggerli.
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Come neve al sole.
Fanfiction«Eppure, non è così difficile riconoscere qualcuno di prezioso, quando lo incontri. Non brilla, riempie.» Simone e Filippo si conoscono da tempo, giocano nella stessa squadra. Stanno per partire per le Olimpiadi e qualcosa tra loro sta cambiando. L...