Capitolo 13

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-Ti dona molto lo sguardo post-sesso!-

Erano passati quattro giorni da quella mattina. Da quel momento ogni volta che Ryan mi trovava sola riusciva sempre a portarmi a casa e farmi perdere la testa.
Ero felice e molto, ma ero anche terribilmente spaventata per quello che stavo iniziando a provare stando vicino a lui.
In quei quattro giorni ci divertimmo come matti sia da soli che con gli altri.
Era da tanto che non mi sentivo così viva e speravo che non finisse mai, ma era una pura illusione.

-Cleve la vuoi piantare!-le dissi ridendo.
Ogni volta da quella mattina non faceva altro che prendermi in giro e per fortuna era l'unica. Anche perché solo lei sapeva cosa stavamo combinando io e Ryan.
-Oh ma dai! Non sei mica l'unica che si diverte con un ragazzo! E poi è vero sei raggiante-
Aveva ragione. Mi sentivo raggiante, grazie a lei e a Ryan ero riuscita a dimenticarmi per un po della vita quotidiana e specialmente di mio padre.
Ma quando ero da sola con i miei pensieri...lui era il primo della lista.
-Non pensare!-mi rimproverò Cleve notando il mio sguardo assente.
-Non sto pensando-mentii
-Ti prego! Ti conosco abbastanza da riconoscere quello sguardo-
Mi voltai verso di lei distogliendo lo sguardo dai ragazzi che facevano surf
-Quale sguardo?-
-Lo sguardo assente e impanicato che hai dall'età di dodici anni.-spiegò continuando a guardare il mare.
Ecco che la psicologa che era in lei si faceva sentire.
Non potevo darle torto ma anche lei non me la raccontava giusta.
-Se devo essere sincera neanche tu hai un bello sguardo-le dissi immergendo i piedi nella sabbia bagnata.
Con la coda dell'occhio la vidi voltarsi e guardarmi
-Che vuoi dire?-
-Che è da quando siamo arrivate che hai un'aria afflitta e tesa. Gli anni scorsi in questi mesi ti davi sempre alla pazza gioia mentre adesso sei diversa-le spiegai senza assumere nessun tono di rimprovero.
-Beh le persone crescono-
Feci una risata amara -Non è questione di crescere. Tu sei sempre stata spensierata e questa cosa non è mai cambiata in te. Sei diversa dal giorno dell'esame-
La vidi irrigidirsi e sapevo che stava per dire qualcosa ma venne interrotta da Tommy, Ryan e Nate che stavano ritornando sulla spiaggia.
-Stavate parlando di noi?!-chiese Tommy in modo malizioso, sedendosi vicino a Cleve.
-No..-rispose lei senza smettere di fissare l'acqua.
-È tutto ok?-chiese Nate appoggiando la tavola da surf vicino al suo asciugamano.
-Si certo-lo liquidó lei alzandosi.
Si tolse la sabbia dal retro delle cosce con le mani per poi allontanarsi e andare verso il bagno asciuga.
Tutti e tre la guardarono con la fronte aggrottata mentre io mi limitai a fare un respiro profondo.
-Ma che le prende?-mi chiese Ryan
-Non lo so ma non sta bene-dissi facendogli spazio per sedersi vicino a me.
-Te l'ha detto lei?-mi chiese Tommy che sembrava molto preoccupato
Scossi la testa -No ma la conosco da tutta la vita e c'è qualcosa che non va-spiegai guardandola sedersi vicino all'acqua.
-Vado da lei-ci informó Tommy
-Si ma non tartassarla. Quando vorrà ce lo dirà lei-gli dissi e lui annuì dirigendosi da lei.
-Io invece vado. Devo sistemare delle commissioni. Ci vediamo stasera-e anche Nate se ne andò lasciando me e Ryan da soli.
-Tu stai bene?-mi chiese posando le braccia sulle ginocchia piegate.
-Si perché?-
Che voleva dire?!
-Ti ho vista prima quando stavo aspettando l'onda e sembravi assente-spiegò
-Da quella distanza sei riuscito a vedere il mio sguardo?!-chiesi quasi ridendo.
Lui ricambiò -Beh con te ho dei radar particolari-
Si avvicinò e mi diede un bacio a stampo sulle labbra.
Mi faceva strano baciarlo in mezzo a tante persone ma era mattina e per fortuna la spiaggia era ancora vuota.
Quando si staccò mi scrutò
-Sul serio. Stai bene?-
-Si sto bene. Ho solo tanti pensieri, tutto qui-lo liquidai brevemente
A vederlo sentivo che non se l'era bevuta ma per fortuna non insistette più di tanto.
Passammo qualche minuto in silenzio beandoci della tranquillità di quell'ora fino a quando parló lui per primo.
-Stasera un mio amico da una festa a casa sua, non è molto lontano da qui. Ti va di venire?-propose guardandomi con gli occhi ridotti a fessura a causa del sole.
-Si va bene-risposi semplicemente per poi ritornare a fissare il mare.
Lo sentii ridere e mi accigliai subito
-Che c'è?-
Scosse la testa continuando a sorridere -Niente è solo che non mi sembri molto entusiasta. Le altre ragazze farebbero i salti di gioia-
Le altre ragazze...
Quel paragone mi irritó parecchio ma cercai di rimanere più calma possibile
-Non sono tipa da feste e poi non sono come le altre-spiegai alzandomi per dirigermi in acqua.
Lui non rispose più.
E il discorso era finito.

-Non ho nessuna voglia di andare a questa festa-bofonchiai piegando le gambe per sedermi meglio sugli scalini che davano alla spiaggia.
-Già non dirlo a me-rispose Cleve con il mio stesso tono.
Quella mattina Tommy aveva invitato anche lei ed entrambi ci avevano detto che sarebbero venuti loro a prenderci verso le dieci.
Erano solo le nove e mezza e già eravamo pronte.
Stranamente quella sera mentre ci stavamo preparando notai che neanche lei ci stava mettendo impegno nel vestirsi il che era molto grave.
Era sempre stata la prima a preoccuparsi dell'eleganza, del trucco e dei tacchi. Io invece ero sempre stata quella più per un look comodo ma comunque serio.
Quella sera Cleve aveva una semplice canotta bianca, degli shorts neri e le vans nere mentre io avevo optato per una canotta blu, dei pantaloncini di jeans e vans bianche.
-Che ore sono?-mi chiese appoggiando il mento sulla mano.
-Cinque minuti più tardi di quando me lo hai chiesto l'ultima volta. Sono le nove e trentacinque-spiegai appoggiando la testa sulle ginocchia.
La sentii sbuffare.
Quella serata non era bella per nessuna delle due. Io perché avevo i miei pensieri e questa cosa con Ryan che mi stava facendo salire alla mente un sacco di domande, dubbi e paure. Lei invece non riuscivo a capire che cosa avesse ma sicuramente niente di bello.
-Hai mai pensato di cambiare di botto la tua vita?-se ne uscì di punto in bianco.
Ci pensai un attimo e la risposta era del tutto positiva
-Si. Tante volte. Perché?-
La vidi alzare le spalle -Così in questi giorni ci sto pensando spesso-
Ok non riuscivo più a stare buona dovevo sapere che cavolo le passava per la testa.
-Cleve che ti prende? E non dirmi niente perché so che non è così. C'è qualcosa che non va-
Ci fu silenzio per un po di secondi ma quando iniziò a parlare mi pentii subito di averle chiesto il motivo del suo malessere.
-Sai l'ultimo giorno di college? Avevamo un'esame da dare.-
-E chi se lo dimentica!-
-Io non l'ho dato-
Che?!
-Che vuoi dire che non l'hai dato?-le chiesi mettendomi con la schiena dritta mentre lei non si mosse
-Sono entrata in aula, il professore mi ha consegnato i fogli e io li ho ridati in bianco. Ho scritto solo il mio nome-
Oh mio dio!
Ecco perché stava così?!
Non ci potevo credere. Lei era sempre stata un po pazza ma quando si parlava di studio era la prima a farsi seria. Mentre adesso...
-E perché l'hai fatto? Non avevi studiato?-
La sentii ridere amaramente -No. Le cose le sapevo e pure bene. Ma Erin...sono stufa di fare qualcosa che sento che non fa parte di me-
-Ma tu ami la psicologia!-
-Si ma come hobby, diciamo. E se devo pensare che ho ancora quattro anni di quella merda mi viene la nausea. Ho bisogno di una pausa, ho bisogno di capire cosa voglio veramente-
Potevo capirla, anzi la capivo benissimo. Il penultimo anno di liceo ho avuto la stessa crisi tanto che a fine maggio avevo mollato, sia perché ero stufa e stanca, e sia perché a causa del lavoro, che mi ero dovuta trovare per aiutare la mamma dopo che mio padre se ne era andato, non riuscivo più a stare sui libri.
Purtroppo succedeva e questa volta era capitato a lei.
-Ehi ragazze! Pronte per fare baldoria?!- urlò Tommy venendo verso la nostra casa insieme a Ryan.
-Che bello. Non vedo l'ora-sussurró sarcastica Cleve alzandosi insieme a me.
Si...sarebbe stata una serata di emme.

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