Capitolo 24

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Avevo appena finito di fare la doccia.
Ero stata sotto il getto quasi mezz'ora, e questo succedeva quando cominciavo a pensare.
Pensai soprattutto a Ryan e a quello che c'era tra di noi o meglio che c'era stato.
Qualcuno che vedeva da fuori quella situazione avrebbe sicuramente pensato "cretina hai un Figo da paura che ti vuole e tu lo molli così?!"
E non avrebbe avuto tutti i torti.
Ma dovevo pensare al mio cuore.
Sentivo che mi stavo affezionando troppo a lui e non volevo passare quel l'inverno con il cuore spezzato anche se mancava veramente poco.

Quando uscii dalla doccia mi asciugai i capelli, misi una t-shirt larga e un pantaloncino della tuta e mi avviai in cucina per preparare qualcosa per cena.
Ad un tratto quando passai davanti all'entrata sentii la voce di Cleve.
Mi avvicinai alla porta e la vidi intenta a fare avanti e indietro accanto agli scalini
Stava parlando con qualcuno.

-No mamma ormai ho deciso.-
Ci fu un attimo di silenzio in cui si passó una mano fra i capelli mossi.
-Perché è la mia vita! Non voglio continuare a fare qualcosa che non mi piace. Mi dispiace.
Ciao.-
Chiuse la telefonata e mi stavo per allontanare dalla porta per paura che mi potesse vedere ma lei non si girò.
Si lasciò andare sui gradini mettendo le mani fra i capelli.
Aveva bisogno di aiuto.
Aprii lentamente la porta e mi sedetti vicino a lei.
Quando alzó la testa non mi guardò neanche, ma da quello che vedevo anche lei a modo suo era a pezzi.
-Era mia madre-
-Si ho sentito-
Allungai le gambe davanti a me mentre lei giocherellava con le mani.
-Le ho detto che non ritorno a Yale-
Alzai lentamente la testa anche se la sorpresa in me era notevole.
Ero rimasta al fatto che non voleva più studiare psicologia non che abbandonasse Yale!
-E cosa farai?-le chiesi
Abbassó la testa sulle sue ginocchia e senza guardarmi mi disse una cosa che se non fossi stata seduta sarei caduta per terra.
-Ho deciso di rimanere qui-
Non riuscivo a dire niente e quando se ne accorse si girò per studiare la mia espressione.
-Era anche per questo che ti ho chiamata. Ho parlato con mia zia, ha detto che nell'asilo dove lavora lei cercano una maestra. Ho portato il curriculum e sto aspettando una risposta.-spiegó
-E...e se non ti chiamano?-
Ormai stavo balbettando.
Avevamo trascorso praticamente tutta la vita insieme e pensare di non rivederla per un anno intero mi faceva male.
Con un scrollata di spalle mi disse -Troverò qualcos'altro ma Erin, io non voglio ritornare lì. Sto bene qui e non è solo per Tommy-
-Si capisco-bisbigliai.
-Ti ho chiamata perché volevo passare ancora del tempo con te prima che te ne vada. Ovvio ci vedremo durante le vacanze e ci sentiremo tutti i giorni ma...questa volta le nostre strade si divideranno-
Quell'ultima frase mi fece perdere un battito.
Ero sempre stata io quella più scostata che diceva sempre che un giorno se ne sarebbe andata. Mentre adesso era lei che se ne andava.
-Che pensi?-mi chiese
Risi amaramente -Beh se è quello che vuoi nessuno ti può impedire di farlo. Io sono sempre con te e spero che tu possa fare chiarezza in quest'anno.-
-Si lo spero anche io-

Quella sera non mangiammo, eravamo entrambe troppo e emotivamente instabili.
Dopo quella chiacchierata sugli scalini Cleve si era chiusa in camera mentre io ero rimasta sul portico.
Con la mente rivivevo tutto quello che avevamo fatto insieme e pensare che stavamo crescendo e che ci saremmo divise mi fece salire le lacrime agli occhi.
Tirai su col naso e mi asciugai velocemente le lacrime.
Dovevo tenere duro. In quegli ultimi giorni non avevo fatto altro che piangere, neanche fossi stata incinta!.
Mentre continuavo a viaggiare con la mente sentii dei passi avvicinarsi a me.
Mi girai di scatto pensando fosse un ladro o peggio e invece era lui.
Ryan.
-Scusa non volevo spaventarti ma ti ho vista qua fuori e ho pensato...-fece un respiro profondo -non so cosa ho pensato-confessó.
Aveva l'aria stanca di chi non aveva dormito per due notti o forse più.
I suoi occhi erano spenti e tormentati un po' come i miei.
-Vuoi sedetti?-gli chiesi senza neanche pensarci.
Avevamo litigato e non avevamo risolto niente ma in quel momento non volevo preoccuparmene.
Spostai una sedia con il piede e senza dire niente si accomodò.
Guardammo entrambi il mare calmo della notte.
-Cleve rimane qui-dissi a d'un tratto.
Non sapevo il perché l'avevo fatto ma avevo bisogno di dirlo ad alta voce come per convincermi di quella realtà.
Lo vidi girarsi verso di me -Lo so. Me lo ha detto l'altro giorno.-
Annuì abbassando lo sguardo sulle mie mani che non facevo altro che torturare.
-Stai bene?-mi chiese
-Si...- mentii ma poi scossi la testa -No-
Avevo un groppo in gola.
-No, non sto bene. Siamo sempre state insieme, non ci siamo mai separate e avevo sempre pensato che sarei stata io la prima ad andarmene. Pensavo di essere io quella indecisa che odiava il posto in cui era nata. Invece adesso è cambiato tutto talmente velocemente che faccio Fatica a credere che sia la realtà.-spiegai senza mai fermarmi.
-Si non è facile. Ma se lei è felice così ed è convinta allora devi lasciarla andare-sussurró
-Lo so è solo che mi ci devo abituare-
Rimanemmo un po' in silenzio ma poi fu lui a parlare per primo.
-Ho comprato della legna da verniciare. Ho pensato che volessi rifare la staccionata e se vuoi ti posso dare una mano.-spiegó
-Non penso che la rifarò-dissi più seria di prima.
Con la confessione di Cleve, il guaio che aveva combinato Ryan era passato un secondo piano.
-Perché?-
-Perché è inutile. Me ne andrò fra poco e a nessuno importa se c'è o meno.-
Lo vidi aggrottare la fronte -Questa non sei tu-
Mi girai per vederlo.
Aveva un'aria sorpresa ma anche confusa.
Risi amaramente -Fidati sono anche questa.-
Chinó la testa e lo vidi guardarsi le mani come in cerca di qualcosa da dire, ma fui io a continuare.
-Te l'avevo detto che non ci conoscevamo per niente-
-Allora perché io invece sento il contrario?-
Non riuscii a parlare perché dei passi riecheggiarono sul portico ed entrambi ci voltammo.
-Tommy che succede?- chiesi alzandomi.
Aveva il fiatone e nei suoi occhi si vedeva tanta preoccupazione
-Devi venire a casa nostra. Cleve e Natalie stanno per mettersi le mani addosso-
Oddio ci mancava anche questa!
-Ma Cleve non era in camera?!- chiesi più a me stessa che a loro.
-No è arrivata da poco.-spiegó Tommy quasi in preda al panico.
-Che cavolo ci fa Natalie a casa?-chiese Ryan mentre ci alzavamo
-Chiedilo a Nate!-
Tutti e tre corremmo, mi assicurai di aver chiuso la porta a chiave e li seguii verso quella casa che troppe volte avevo lasciato.

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