Capitolo 22

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Ero ritornata da solo dieci minuti e già me ne volevo tornare a casa.
Gli ultimi minuti del volo erano stati tremendi a causa di un improvvisa tempesta che non voleva ancora saperne di calmarsi.
Ero riuscita a riprendere quasi subito le mie valigie ma qualcosa dentro di me continuava a ripetere che era meglio se facevo retro front.

Quando le porte si aprirono trovai Cleve e Tommy aspettarmi dietro le transenne.
Li vidi sbracciarsi per farsi vedere, e quando il mio sguardo cadde su di loro feci un piccolo sorriso che loro ricambiarono subito.
Quando passai i pali Cleve venne ad abbracciarmi.
Rimasi sorpresa, perché non era mai successo. Eravamo sempre state due ragazze molto fredde e solo una volta ci eravamo abbracciate... Quando mio padre se ne era andato.
Quando si staccò vidi Tommy avvicinarsi per abbracciarmi e con un po' di imbarazzo ricambiai.
-Dammi prendo io la valigia-si offrì lui dopo essersi staccato.
-Grazie!-
Ci dirigemmo verso l'uscita e Cleve mi prese a braccetto.
-Allora? Come mai sono di nuovo qui?-chiesi con tono scherzoso ma nei loro occhi c'era poco per cui ridere.
-Quando arriveremo a casa te ne accorgerai-mi spiegó Cleve.
Oddio! Non mi piaceva affatto quella situazione. Volevo ritornare a casa.

Dopo mezz'ora di macchina finalmente i miei piedi toccarono di nuovo la sabbia.
Mi scappó un leggero sorriso per quel contatto, anche se la tempesta minacciava di ritornare,ma scomparve subito quando alzai la testa e vidi la casa.
Era sempre la stessa ma mancava qualcosa.
La staccionata!
-Che fine ha fatto la staccionata?-chiesi dirigendomi verso il retro della casa mentre Cleve e Tommy cercavano di tenere il mio passo.
-Erin aspetta...- Tommy cercó di dire qualcosa,
Ma in quel momento avevo girato l'angolo e il mio cuore smise di battere.
Non potevo credere a ciò che i miei occhi stavano vedendo.
I pezzi di legno erano tutti spezzati o scheggiati, le viti erano sparse nella sabbia e a vista d'occhio non c'era più niente che si potesse salvare.
La staccionata non c'era più.
-Oh mio dio-sussurrai avvicinandomi ai resti del mio lavoro.
-Mi dispiace Erin- il tono di voce di Tommy era debole e sembrava anche ferito.
Ma come cavolo era potuto succedere?
Mi girai e li vidi entrambi con la testa bassa e gli occhi tristi.
-Ma che cavolo è successo?! È stata la tempesta?!-chiesi guardandomi intorno.
Mio dio! C'erano pezzi sparsi ovunque
-Magari-sussurró Tommy
Cleve guardò prima lui e poi me
-Erin prometti che non ti arrabbierai?-chiese quasi nel panico
Misi le braccia conserte sotto il seno e aspettai le sue spiegazioni.
-Ecco...io l'ho vista solo l'altro ieri. Ero ritornata dalla visita da mia zia e credimi quando ho visto questo disastro mi si è mozzato il fiato-
-Non dirlo a me!-dissi facendo una risata amara.
Chiusi gli occhi cercando di calmarmi.
Presi un profondo respiro -Ma chi è stato a ridurla così?-
Vidi che si scambiarono degli sguardi e un dubbio mi salì alla mente.
Ma cercai di scacciarlo subito.
-È stato Ryan- la voce di Cleve emanava tristezza e dolore.
Invece il mio cuore perse diversi battiti.
Avevo messo un sacco di impegno in quel lavoro che quando l'avevo concluso non ci potevo credere. Avevo mandato le foto a tutti i miei parenti che mi avevano fatto i complimenti.
Per una volta nella vita ero riuscita a fare qualcosa di bello e a non sentirmi una nullità  e anche se sembrava stupido mi aveva fatto sentire viva.
Mentre ora...vedevo solo i resti, sparsi intorno a me e sentivo solamente tanto dolore.
Come aveva potuto fare una cosa del genere?!
Mi chinai per prendere un pezzo di legno in mano e cercai di vedere come era ridotto ma questo si spezzò tra le mie mani.
-Perché?-sussurrai
-Perché era incazzato-spiegó Tommy avvicinandosi a me
Alzai la testa di scatto e lo guardai torva -Incazzato per cosa?!-
Mi guardò con occhi sorpresi -Per cosa?! Erin te ne sei andata senza dirgli niente! Capisco che non doveva arrivare a tanto e che ha esagerato ma anche tu non ci sei andata tanto leggera!-
-Guarda che io ho provato a parlargli, la stessa mattina che sono partita ma sai chi mi ha aperto la porta? Natalie! E fidati non era vestita con un semplice pigiama!-spiegai alzandomi da terra.
Cleve si avvicinò a me e con voce debole disse -Ok Erin ma non gli ha neanche scritto-
-E per dirgli cosa?! "Guarda che sto partendo e complimenti per esserti portato a letto Natalie"?-
Vidi Tommy scuotere la testa -Ryan non se le è portata a letto!-
Qualcosa nella sua voce però non mi convinceva
-E tu come fai a saperlo? Li hai visti?-chiesi
Ci fu un attimo di silenzio e poi scosse la testa.
Ecco. Appunto.
-Comunque l'unica soluzione è parlare con lui. Perché, Erin, se ha fatto questo un motivo ci sarà- Cleve parve determinata mentre io ero riluttante.
Avrei voluto rivederlo ma sapevo che avrei finito per litigarci e non ne avevo nessuna voglia.

-Mio dio! Ci sono schegge dappertutto!-si lamentò Cleve.
Era passata un'ora da quando ero arrivata e quando Tommy se ne era andato, avevamo deciso di dare una ripulita.
Non si poteva lasciare tutto così, Cleve aveva ragione c'erano schegge dappertutto e qualcuno avrebbe potuto farsi molto male.
-Abbiamo quasi finito-la informai mettendo gli ultimi resti in un sacco nero.
-Sai cosa penso? Che pulire fa schifo!-
Mi scappó una piccola risata -E come farai quando avrai una casa tutta tua?-
Si avvicinò per buttare gli ultimi legnetti nel sacco
-Chiamerò qualcuno-
-Sempre che tu te lo possa permettere!-
La sentii sbuffare.
-Bene! Abbiamo finito-dissi guardandomi intorno per vedere se avevo lasciato qualcosa ma per fortuna non c'era più niente.
-Perfetto. Ascolta io devo andare a fare la spesa e passare da Leight per prendere una cosa.-mi spiegó mettendosi la borsa in spalla.
-Vuoi che venga anche io?-chiesi chiudendo il sacco
-No no tranquilla. Tu fatti una doccia rilassante, arriverò presto-
-Ok-
Quando non la vidi più, mi fermai un attimo appoggiando l'immondizia vicino alle scale. Con fare stanco mi sedetti lì accanto e posai i gomiti sulle ginocchia.
Alzai la testa per vedere le nuvole grigie che si stavano facendo sempre più scure.
Sentivo una leggere brezza sfiorarmi la pelle e chiusi gli occhi beandomi di quel tocco.
Quando sentii la testa pesante, l'appoggiai sulle braccia e cercai di riprendermi, sia per quest'ultima bella sorpresa sia per il vuoto che sentivo dentro dal giorno prima.
Ad un tratto però il vuoto si fece ancora più profondo.
-Erin- sentii dire da una voce che ormai avrei potuto riconoscere ad occhi chiusi.
Alzai la testa cercando di essere impassibile e lo fissai.
Era a pochi passi da quella che pochi giorni prima era l'entrata, aveva un accenno di barba e anche se aveva un'abbronzatura scura sotto gli occhi si intravedevano le occhiaie.
-Ciao Ryan.-

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