Capitolo 26

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-Cosa?-

Quella fu l'unica parola che riuscii a pronunciare in quel momento.
Le mie articolazioni al suono di quella parola avevano sentito un improvviso freddo e la mia mente era come paralizzata.
Non era possibile. Forse lo avevo solamente sognato.

-Sono nell'esercito. Sono un militare, per la precisione un pilota dell'areonautica-spiegó cercando nel mio sguardo un segno di vita.

No. Non l'avevo sognato.

-Erin di qualcosa-sussurró avvicinandosi di poco a me.
Sbattei le palpebre due o tre volte per cercare di assimilare la cosa.
-Ho bisogno di sedermi un attimo-dissi sedendomi sulla sabbia fredda.
Guardavo il mare sperando in non so...un segno della provvidenza o che il ragazzo che avevo accanto a me mi dicesse "sto scherzando" ma niente di tutto quello stava accadendo.
Ryan si era seduto vicino a me e potevo vedere con la cosa dell'occhio che mi fissava aspettando una mia reazione.
-Non so cosa dire-confessai
Lui girò la testa verso il mare e fece un respiro profondo
-Lo so. È normale-
Mano a mano che ci riflettevo mi venivano in mente un sacco di domande da fargli ma non sapevo da dove incominciare.
-Vuoi chiedermi qualcosa?-chiese tranquillo
-Avevi detto che andavi al college- era più un affermazione la mia.
Mi voltai per vedere la sua espressione
-Io non l'ho mai detto-disse aggrottando la fronte
-Si invece. Il giorno in cui ci siamo conosciuti Cleve vi ha chiesto come mai eravate già in vacanza e tu le hai spiegato che avevate finito prima-spiegai
Lo vidi fare una piccola risata mentre incrociava le gambe davanti a se
-Accidenti! Hai una buona memoria!-
-Già purtroppo ricordo molte cose-
Rimasi in silenzio per un po'.
Il suo lavoro era bellissimo tanto che anche io all'età di sedici anni volevo intraprendere quella carriera ma il mio coraggio era pari a zero.
Mi bastava pensare che sarei dovuta andare in guerra e già mi veniva la pelle d'oca.
-A cosa pensi?-mi chiese avvicinandosi un po' a me.
"Ti prego Ryan stammi lontano"
Scossi la testa cercando di pescare qualche domanda dal mio cervello.
-Quanti anni hai?-
Era la prima cosa che mi venne in mente.
E con quella domanda mi resi conto che non lo conoscevo per niente.
Come avevo fatto a intraprendere una relazione sessuale con un perfetto sconosciuto?!
-Tra un po' ne faccio ventiquattro- rispose posando le mani sulle ginocchia
-E perché ora non sei in accademia?-
Finalmente avevo fatto una domanda un po' più sensata.
Lo vidi annuire per poi alzare la maglia.
-Ryan non..-cercai di dire
Non volevo risolvere quel problema con il sesso!
-Tranquilla ti voglio mostrare una cosa-spiegó
Si tolse la maglia e come sempre rimasi a bocca aperta nel vedere tutto quel ben di dio.
Ma quando alzó il braccio sinistro rimasi di sasso.
Aveva una cicatrice evidente che partiva dal l'ascella per finire a metà busto.
Ma che?!
Come avevo fatto a non notarla prima?!
-Che cosa ti è successo?-bisbigliai continuando a guardare quella cicatrice rosea.
Riprese la maglia e se la infiló.
-Due mesi fa ho avuto un incidente. Ero in Vietnam. Io e un mio collega eravamo impiegati nella ricognizione-
Al suono di quella parola aggrottai la fronte e con un sorriso dolce lui mi spiegó tutto.
-Dovevamo acquisire informazioni su attività belliche da parte dei nemici.-
Annuì e lui continuó.
-Di solito per quel tipo di lavoro usiamo aerei come il Rumpler Taube. Io pilotavo uno di quelli e in un attimo sia io che il mio amico ci siamo ritrovati in mezzo a un fottuto campo in cui i nemici crivellavano di colpi i nostri aerei. Non riuscivo più a pilotarlo e così precipitai.
Da lì non mi ricordo più niente. So solo che quando mi sono svegliato avevo questa ferita che il mio comandate ha detto che mi ero procurato con un pezzo di metallo che si era conficcato nella carne. Da lì ho preso un congedo, ho fatto un po' di riabilitazione per la schiena dato che avevo problemi e tra poco devo ritornare- spiegó senza guardarmi negli occhi.
Aveva uno sguardo perso.
Ma mi scappó una domanda che forse era meglio non fare.
-E il tuo collega?-
-È morto-bisbiglió
Chiusi gli occhi e con le mani strinsi la sabbia in due pugni cercando di rimanere calma e non scappare.
-E ora come stai?-chiesi
-Bene. Mi sono ripreso, non ho più dolori. E se ti domandassi come mai non te ne sei accorta prima e perché mettevo una crema per nasconderla un po' dal sole.-
Annuì.
-Lo so cosa pensi Erin. Che sono un pazzo a rischiare la vita ma a me piace, è da quando sono piccolo che voglio diventare un soldato e servire la mia patria-
-Si certo lo capisco e non penso affatto che tu sia un pazzo. Se ti piace è giusto che tu lo faccia. È un bellissimo lavoro ma e anche rischioso-dissi girando la testa per vedere il suo volto.
Sembrava più tranquillo.
Ma la storia della distanza tra noi rimaneva lo stesso.
-Allora penso che dovremmo chiudere qui qualunque cosa ci sia stata tra di noi-affermai pulendomi le mani impregnate di sabbia.
-Cosa? Perché?-chiese drizzandosi con la schiena
-Come perche?! Bryan tu sei un militare e dovrai viaggiare tanto e io invece sono una semplice studentessa di filosofia che sta a Yale! Come puoi pretendere che ci possa essere qualcosa tra noi?-
Spiegai tutto cercando di rimanere il più tranquilla possibile.
-Io non dovrò partire sempre. E poi posso sempre trovare un appartamento a New Haven e li c'è una base militare-
-Bryan non devi modificare la tua vita per me!-
Ok mi stavo alquanto alterando.
-Perché?!-
-Perché io non lo farei! E non perché non ti amo ma perché siamo giovani e dobbiamo pensare al nostro futuro!-
Finito di parlare lo vidi girare di scatto la testa verso di me con gli occhi sgranati.
Oh oh forse avevo esagerato!
-Mi ami?-bisbiglió.
In quel momento se fossi stato un maschio le mie palle sarebbero cadute a terra.
Di tutto quello che avevo detto aveva capito solo quello?.
Non sapevo neanche io cosa rispondergli.
Lo amavo o no?
Ogni volta che lo vedevo sentivo le farfalle nello stomaco, ogni volta che mi sfiorava la pelle era tutta un brivido e ogni volta che mi allontanavo da lui stavo male.
Forse si. Forse mi ero innamorata perdutamente di lui.

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