Capitolo 16

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Avevamo fatto "l'amore" come diceva lui più di una volta quel giorno.
Eravamo stati tutto il pomeriggio nella mia camera a baciarci e a parlare.
Cleve mi aveva mandato un messaggio dicendomi che quella sera sarebbe andata a dormire da Tommy e vicino ci aveva messo un emoji con gli occhi a cuore e in quel momento avevo capito che si erano parlati e chiariti.
Ero felice per lei. Davvero tanto.

Erano le dieci di sera ed ero sdraiata sul letto con Ryan, ancora nudi,che aveva appoggiato il suo braccio sulla mia pancia. Avevo tutti i muscoli addormentati ma mi sentivo bene.
-Finalmente un po soli-disse stringendomi a se.
-Già..-sospirai guardando il soffitto
-Che succede?-chiese piegando il gomito sul cuscino e reggendosi la testa con la mano,senza togliere l'altra dal mio stomaco.
Avevo imparato che dopo che finivamo di fare l'amore, lui aveva sempre bisogno di avere un contatto fisico con me.
Mi voltai verso di lui studiando i suoi occhi profondi.
Vidi tanta tenerezza e dolcezza che cercai di allontanare da me per non rimanere di merda un'altra volta.
-Niente ero solo immersa nei miei pensieri-mi giustificai.
Lo vidi fare una piccola smorfia
-Non riesco a capirti certe volte-
-Che vuoi dire?-chiesi aggrottando la fronte.
-Vedi...tu trasmetti praticamente tutto quello che provi e pensi con quei bellissimi occhi ma a volte e come se non riuscissi più a vederti. I tuoi occhi si appannano e diventi inaccessibile-
Quella sua spiegazione mi lasciò senza parole. Molte persone mi dicevano che trasmettevo tutto con lo sguardo ma nessuno me lo aveva detto in quel modo.
-Non sono inaccessibile è solo che alcune cose vorrei tenerle per me-dissi girandomi su un fianco per guardarlo meglio.
-Sono cose brutte?-mi scostò una ciocca di capelli caduta sul viso e me la portó dietro l'orecchio.
-Non sono bellissime ma neanche orribili. Diciamo che mi hanno aiutato a maturare...forse anche troppo in fretta. Ma se penso a questo periodo...-
-Che vuoi dirmi?-chiese allarmato
-Ryan io...non ho mai fatto sesso con uno sconosciuto. Insomma l'abbiamo fatto ancora prima di sapere qualcosa su di noi e questo non mi ha fatta sentire benissimo.-spiegai pregando che non si sarebbe incavolato.
-Non sei stata bene?-sussurró avvicinando il suo viso al mio.
-All'inizio non proprio mi sentivo...non lo so neanche io ma...-
Non riuscii a finire la frase che mi interruppe
-Ti sei sentita sporca?-
Il tono che usó mi fece rabbrividire. Non volevo che stesse male, non era stata colpa sua.
Feci una smorfia e abbassai lo sguardo per non incrociare i suoi occhi, sussurrai
-Un po. Ma tu non centri niente è stata solo una mia sensazione-
-E ora? Ti senti ancora così?-chiese accarezzandomi una guancia.
Sul volto mi comparve un piccolo sorriso
-Beh ora no. Ma quella sera era la mia prima volta...-
-Cosa?!-
Oh cazzo! L'avevo detto!
Accidenti non volevo che uscisse così!
Deficiente! Sei una deficiente Erin!
Si confermo
Zitta tu!
Lo vidi mettersi seduto senza smettere di guardarmi e io feci lo stesso
-Ryan...-cercai di parlare ma lui mi precedette
-Sono stato la tua prima volta?-mi chiese come se avesse visto appena un fantasma.
Non volevo che lo sapesse così. Volevo dirglielo in modo diverso e in un altro momento ma oramai avevo sparato la bomba e non potevo tirarmi indietro.
-Si-bisbigliai
Avevo paura della sua reazione ma quando alzai gli occhi lo vidi fissarmi con paura? Non lo sapevo.
-Perché non me lo hai detto? E perché non mi hai fermato?-
Ecco le domande a cui non avrei mai voluto rispondere. Sapevo che me le avrebbe fatte.
Sbuffai alzandomi e prendendo la camicia per coprirmi.
-Io non lo so Ryan! Mi piacevi e ho voluto farlo. Non so il perché non ti ho fermato ma in quel momento volevo solo dimenticare tante cose e...-
-Ma è stata la tua prima volta! Per te doveva essere importante!-alzó la voce restando sempre seduto
-Ryan lo so ok?! Non c'è bisogno che me lo dici, lo so! E per me è stato importante a differenza tua-
Mi diressi verso la finestra per guardare la pioggia che bagnava la sabbia, e le onde del mare che si infrangevano sugli scogli.
-Pensi che per me non sia stato importante?-
Mi girai di scatto appoggiandomi al davanzale e notai che si era alzato e si era messo i boxer.
-Non lo so!-allargai le braccia -Ryan tu sei un bellissimo ragazzo e diciamocelo chiaro, sei stato con tante ragazze e pensavo,e una parte di me ancora lo pensa,che io sia una delle tante-
Ecco lo avevo detto.
Quella giornata sarebbe stata quella delle verità.
-Non è vero Erin. Anzi tutt'altro-sussurró avvicinandosi a me
-Che significa?-chiesi ormai esasperata
-Significa che tengo a te come non ho mai tenuto a nessun altro. Non so se è amore ma mi piaci e non voglio perderti.-
Erano parole forti da dire e io avevo troppa paura. Avevo preso talmente tanti calci in faccia durante questi ultimi dieci anni che non volevo stare ancora male.
Mi passai le mani sul volto.
-Che stiamo facendo Ryan?-dissi più a me che a lui.
Lo sentii sospirare profondamente
-Ci stiamo lasciando andare. A volte è giusto farlo. Bisogna uscire dagli schemi qualche volta.-spiegò mettendosi di fianco a me a guardare il mare in tempesta.
Mi voltai per guardare il suo volto.
Aveva la mascella contratta e i suoi occhi erano fissi su un punto del mare.
-Quando tutto questo finirà so già che ci starò di merda-ammisi.
-Come fai a sapere che finirà?-
Feci una risata amara -Ci sono settecento chilometri di distanza da qui a Yale-
Ci fu un attimo di silenzio e quando si giró nei suoi occhi vidi solamente tristezza.
-Se tieni a una persona i chilometri non sono così importanti-
Mentre diceva ciò sentivo le sue mani sbottonarmi la camicia.
-Ryan..-
-Ti prego Erin sta zitta e fai l'amore con me-disse appoggiando la fronte alla mia.
Sentii le sue mani far scorrere la camicia sul pavimento mentre io gli tolsi i boxer.
-Ti fidi di me?-mi chiese guardandomi negli occhi
-Un Po si-
Era l'ora della verità quindi perché non dirla tutta?!
-Mi può bastare-fece un piccolo sorriso che ricambiai.
Sentii le sue mani posarsi sui miei glutei, mi sollevó senza sforzo e mi portó sul letto.
Quando mi fece stendere inizió a baciarmi ovunque, partii dalla bocca per poi giungere al collo, al petto, al seno, alla pancia e quando fu vicino alzó lo sguardo e io non lo fermai.
Avevo il cuore che batteva a mille, un po' per la paura e un po per l'emozione.

Assestò un bacio sul mio pube per poi scendere ancora.
Quando sentii le sue labbra sul mio clitoride, mi contrassi tutta.
Era una sensazione che non avevo mai provato in vita mia.
Lo sentii baciare, succhiare e mordere.
Ero quasi al limite, che arrivò quando la sua lingua entró dentro di me.
-Vieni per me Erin-sussurró
E così feci.
Quando mi rimase solo il fiatone lo sentii ritornare con il viso a pochi centimetri dal mio. Mi diede una bacio forte sulle labbra.
-Fidati di me,non ti farò male-
Non capivo il perché continuava a chiedermi di fidarmi di lui ma quando sentii le sue mani sui fianchi che mi girarono a pancia in giù...recepì il suo messaggio.
Non ebbi neanche il tempo di pensare che lui fu dentro di me.
Dal piacere stavo per piantare un urlo, ma cercai di trattenermi. Non avevo mai provato un piacere del genere e quando iniziò a muoversi sempre più veloce i miei muscoli non riuscirono più a resistere, mi accasciai sul letto ma a quanto pareva lui non era molto d'accordo con la mia idea.
Portó le sue mani sui miei seni e fece aderire la mia schiena al suo petto.
Sentii le sue ginocchia spingermi verso la testiera del letto.
-Appoggia le mani sul muro-ansimó senza smettere di spingere.
-Sei vicina?-mi chiese
Annuì per concentrarmi su quelle sensazioni ma ad un tratto li spalancai perché non sentii più nessun movimento.
-Scusa ma tu non sei ancora pronta e se continuo finirò prima di te.-sussurró sulla mia spalla ancora prima che gli chiedessi il perché di quel brusco distacco.
Al diavolo l'orgasmo!
Volevo sentirlo ancora dentro di me.
-Non importa.-
-Erin...-
-Sono già venuta Ryan!-dissi con tono quasi esasperato.
Capii subito ciò che volevo e lo sentii di nuovo dentro di me, mi scappó un gemito per la sorpresa e quando sentii la sua mano scendere sul mio clitoride i gemiti diventarono ancora più forti.
-Voglio che vieni di nuovo-disse spingendo come non aveva mai fatto.
E forse in quel momento, non chiedetemi il come o il perché, inziai a pensare che non ci sarebbe mai stato un altro ragazzo come lui nella mia vita.

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