Capitolo 23

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Ed eccoci qua, di nuovo faccia a faccia.
Da fuori sembrava tanto un film western in cui i due cowboy si fissano per minuti prima di aprire il fuoco l'uno contro l'altro.
Però questo non era un film, era la realtà e guardarlo negli occhi faceva solo aumentare la rabbia che provavo.
Forse valeva lo stesso per lui, per il modo in cui mi guardava, per come contraeva la mascella e quel muscolo visibile che continuava a pulsare.
Eravamo entrambi incazzati e questo peggiorava la situazione.
Cercavamo entrambi di non distogliere lo sguardo l'uno dall'altro ma lui perse perché i suoi occhi caddero sul sacco nero che giaceva accanto a me.
Abbassò la testa e si mise le mani in tasca mentre io sembravo una statua di ghiaccio, non mi muovevo, neanche di un millimetro.

-Sei ritornata-affermó più a se stesso che a me.
-A quanto pare- la freddezza nella mia voce era palesemente udibile.
-Perché?- quella domanda mi lasció spiazzata ma soprattuto fu la sua espressione a sconvolgermi. Aveva la fronte aggrottata e sembrava stesse patendo una pena insopportabile.
Io invece riuscii a rimanere impassibile.
-Perché me lo ha chiesto Cleve-
-Sta bene?-chiese facendo un passo in avanti.
-Si-
Fece un respiro profondo e di nuovo caló il silenzio.
Questa volta però fui io a muovermi, mi alzai e presi il sacco per portarlo verso i bidoni che si trovavano sul ciglio della strada.
Appena lo presi in mano il suo sguardo da tormentato ritornó infuriato.
-Ti ha detto tutto Cleve. Vero?- chiese portandosi le braccia al petto.
-Mi ha detto solo che l'hai rotta-spiegai indicando ciò che tenevo in mano, ma purtroppo la mia bocca non riuscì più a frenarsi -E ti giuro che in questo momento io vorrei rompere te-
Alzó la testa di scatto.
Ok che la litigata abbia inizio!
-Stai scherzando vero? Te ne sei andata senza neanche avvisarmi. Ai miei messaggi o alle mie chiamate non hai mai risposto! Credimi se ti dico che rompere la tua preziosa staccionata non è stato niente in confronto a quello che avrei voluto realmente fare.-
Aveva pure il coraggio di sostenere di avere ragione!
-E cosa avresti voluto fare?! Menare me?!-
-Certo che no! Che cazzo ti salta in mente! Non ho mai alzato un dito su una ragazza e che Dio mi strappi le palle se lo facessi! Ma Erin hai idea di come mi sono sentito e di come mi sento ancora adesso?!-
-E tu sai come mi sono sentita quando quella mattina che sono partita sono venuta a bussare alla tua porta e mi ha aperto Natalie?!-
Vidi la sua espressione cambiare.
I suoi occhi trasmettevano sorpresa
-Cosa?!-
-Già. E fidati che indosso non aveva una sua maglia, perché era troppo grande, assomigliava tanto a una delle tue. Le ho chiesto se poteva avvisarti!-urlai stringendo il sacco tra le mani.
Lo vidi fare un passo indietro. Quella stronza non gli aveva detto niente, ma non mi stupii più di tanto. Voleva Ryan tutto per se.
-Non mi ha detto niente-sussurró più a se stesso.
Mi scappó una risata amara -Figurati se te lo diceva!-
Quando uscii da quel momento di trans ecco che i suoi occhi furono di nuovo su di me.
-Sta di fatto, però, che io non ci ho fatto niente. Non sapevo neanche che fosse a casa mia e di Tommy-
-E allora come ci è finita lì? Tommy quella notte non era neanche a casa vostra!-
Lo vidi pensare un attimo e un sorriso gli comparve sul volto.
Che cazzo aveva da sorridere?
-Lui no ma si è fermato Nate.-
Ah.
Quindi non solo quella in passato si era fatta Ryan ma adesso ci provava pure con Nate! Che schifo.
Non sapevo più cosa dire o cosa replicare anche perché non potevo sapere la verità. Di lui mi fidavo ma poco, questo purtroppo non riuscivo a modificarlo, ero un difetto che avevo sempre avuto. A malapena mi fidavo di me stessa figuriamoci di un ragazzo.

Senza dire niente ripresi il sacco e lo portai verso i bidoni.
-E ora dove vai?!- lo sentii urlare mentre i suoi passi si facevano sempre più vicini.
-A buttare i pezzi di legno che sono rimasti dalla tua bravata!-
Quando arrivai aprii la spazzatura e anche se mi dispiaceva un sacco buttai quella che era la mia staccionata.
Chiusi con forza il cassonetto e mi girai pulendomi le mani.
Lo fulminai con lo sguardo e lo superai per ritornare in casa.
Ad un tratto però sentii una sua mano prendermi delicatamente un polso.
-Erin fermati un attimo-
Mi fece girare anche se evitavo in tutti i modi di guardarlo.
Con la coda dell'occhio vedevo che stava cercando di catturare il mio sguardo ma con scarsi risultati. Fece un profondo respiro.
-Mi dispiace. Per tutto-
-Forse ho esagerato per quella storia di Natalie ma non posso perdonarti per quello che hai fatto al mio lavoro.-dissi guardandolo finalmente negli occhi.
Il tormento sul suo viso era visibile
-Non volevo farlo, mi ero ubriacato quella sera perché non sapevo più che cazzo ti fosse successo. Ci eravamo lasciati in malo modo. E dalla rabbia non ci ho visto più, meno male che poi sono intervenuti Tommy e Nate perché altrimenti avrei spaccato qualcos'altro. Ma Erin ti giuro che mi dispiace-
Mi stava quasi supplicando ma questa non gliela volevo far passare liscia.
-Senti Ryan va bene così ok? È inutile litigare tanto non serve a niente, quindi lasciamo stare.-
-Che vuoi dire?-
La presa sul mio polso divenne leggermente più forte ma non mi faceva male. Sembrava tanto un supplica e con gli occhi vedevo che mi diceva di restare lì.
-Che tanto fra un po' io me ne andrò e tu ritornerai a fare la tua vita. Non è destino, i nostri cuori saranno troppo distanti e poi diciamocelo chiaramente: non ci conosciamo neanche-
-Invece ci conosciamo!-
-Fisicamente ma non caratterialmente o mentalmente-
-Non è così-sussurró abbassando lo sguardo
Tolsi il polso dalla sua stretta
-Fidati è così-

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